Il governo Meloni vara un decreto a tutela dell’interesse nazionale: cosa cambia per le imprese

Un provvedimento ad hoc è stato varato dal Consiglio dei Ministri con nuove misure a tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Un decreto a tutela dell’interesse nazionale. Un provvedimento ad hoc è stato varato dal Consiglio dei Ministri, su proposta della premier Giorgia Meloni, del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e del ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, che introduce misure a tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici.

Obiettivo è intervenire per mettere un argine all’emergenza economica innescata anche nel nostro Paese dalla crisi energetica in conseguenza della guerra in Ucraina. Sono sempre di più le imprese italiane che rischiano di crollare di fronte ai prezzi dell’energia fuori controllo, piegati dal salasso di bollette sempre più insostenibili.

Da qui, la decisione del governo di intervenire a favore delle imprese che gestiscono a qualunque titolo impianti e infrastrutture di rilevanza strategica per l’interesse nazionale nel settore della raffinazione di idrocarburi, che si trovino di fronte a “imminenti rischi” di continuità produttiva tali da diventare potenzialmente pericolosi per l’interesse nazionale, in seguito a sanzioni imposte nell’ambito dei rapporti internazionali tra Stati.

La misura tende a garantire, “con ogni mezzo” si legge nel decreto, la sicurezza degli approvvigionamenti e il mantenimento, la sicurezza e la operatività delle reti e degli impianti, e quindi appunto la continuità produttiva.

Come cambia per l’amministrazione temporanea delle imprese

Il governo ha definito le procedure di amministrazione temporanea per queste imprese, su domanda esplicita o anche, in assenza di domanda, in caso di “grave e imminente” pericolo di pregiudizio all’interesse nazionale relativo alla sicurezza nell’approvvigionamento energetico.

L’amministrazione temporanea è disposta con decreto interministeriale tra il Ministero delle imprese e del Made in Italy guidato da Urso, il Ministero dell’economia e delle finanze con a capo Giorgetti e il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica alla guida del quale c’è Gilberto Pichetto.

Il decreto prevede che il commissario ministeriale possa avvalersi anche di società a controllo pubblico operante nello stesso settore e senza pregiudizio della disciplina in tema di concorrenza.

L’amministrazione temporanea è disposta per un periodo di massimo 12 mesi, prorogabile una sola volta fino a ulteriori 12 mesi. L’intera disposizione ha carattere temporaneo, con validità sino al 30 giugno 2023.

Come primo effetto di questa decisione, il decreto Meloni ha di fatto salvato la raffineria Isab di Priolo, Sicilia, provincia di Siracusa, controllata indirettamente dal colosso russo Lukoil. Per lo stabilimento sarebbe stata prevista un’amministrazione temporanea, che allontana così il rischio chiusura.

Il decreto garantisce la continuità del lavoro nella raffineria Isab di Priolo che impiega con l’indotto circa 10mila persone. “Scopo dell’intervento d’urgenza – ha spiegato Meloni – è tutelare al tempo stesso un nodo energetico strategico nazionale e i livelli occupazionali così significativi per la Sicilia e l’intera nazione”.

Una proposta, quella dell’amministrazione temporanea per la Isab, peraltro avanzata dal Pd, che aveva proposto di qualificare l’impianto come infrastruttura critica nazionale e, quindi, di istituire un trusteeship pubblico, nella forma di amministrazione fiduciaria temporanea, per garantire la continuità dell’operatività dell’impianto e l’occupazione nell’intero indotto.

Come ha spiegato il senatore del Partito democratico Antonio Nicita, con la gestione fiduciaria possono essere firmati contratti di approvvigionamento di petrolio non russo, “validare gli stessi con il sistema sanzionatorio statunitense, far ripartire le linee di credito e permettere cambi proprietari, applicando la normativa sul Golden Power per garanzie occupazionali e di investimento”.

Cosa cambia per il Golden Power

Nel decreto Meloni e la sua squadra hanno anche introdotto misure economiche proprio connesse all’esercizio del Golden Power.

Per chi non avesse ben chiaro di cosa si tratta, il Goldel Power è una disciplina particolare presente nel nostro ordinamento giuridico, come negli altri europei, che consente di salvaguardare gli assetti proprietari delle società operanti in settori reputati strategici e di interesse nazionale.

Si tratta di poteri speciali riconosciuti al Governo, in particolare nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, e di alcuni ambiti di attività definiti di rilevanza strategica nei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni. In particolare, sono state definite “di rilevante interesse nazionale” le società di capitali operanti nei settori della difesa, della sicurezza, delle infrastrutture, dei trasporti, delle comunicazioni, dell’energia, delle assicurazioni e dell’intermediazione finanziaria, della ricerca e dell’innovazione ad alto contenuto tecnologico e dei pubblici servizi.

Tra questi poteri speciali – Golden Power appunto – rientrano ad esempio la facoltà di dettare specifiche condizioni all’acquisito di partecipazioni, di porre il veto all’adozione di determinate delibere societarie e opporsi all’acquisto di partecipazioni.

Il Golden Power si applica a tutte le società, pubbliche o private, che svolgono attività considerate di rilevanza strategica, e non più soltanto a società privatizzate o in mano pubblica, come accadeva alcuni anni fa.

In questo quadro, Cassa Depositi e Prestiti può assumere partecipazioni in società di rilevante interesse nazionale, in termini di strategicità del settore di operatività, di livelli occupazionali, di entità di fatturato o di ricadute per il sistema economico-produttivo del Paese.

Ora, con il nuovo decreto Meloni, sono state fissate le procedure con le quali vengono attivate misure di sostegno della capitalizzazione dell’impresa idonee a consentire un rafforzamento patrimoniale, per consentire l’accesso agli interventi erogati dal patrimonio destinato di Cassa Depositi e Prestiti e al fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali, la prosecuzione dell’attività di impresa grazie a Invitalia e ai contratti di sviluppo e agli accordi per l’innovazione presso il Ministero delle imprese e del Made in Italy.

In pratica, a fronte di provvedimenti rischiosi per la sicurezza nazionale, vengono previsti immediati interventi compensativi a sostegno delle imprese destinatarie di questi stessi provvedimenti, a fronte di specifica domanda.