Continuano le votazioni al Parlamento per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica. Lo spoglio, però, in questi giorni ha riservato parecchie sorprese: tra scherzi e schede bianche c’è stato anche chi si è divertito ad indicare Alfonso Signorini o Amadeus come successore di Sergio Mattarella. Tutta questa incertezza politica, però, si sta traducendo in effetti negativi sul PIL, che ha già iniziato a dare i primi segnali d’allarme.
Elezioni Presidente della Repubblica, tra scherzi e schede bianche, la posta in gioco è troppo alta
Le elezioni del Presidente della Repubblica (qui come sono cambiate le regole in pandemia) si stanno svolgendo in un periodo abbastanza delicato per l’Italia. L’incertezza e le divisioni dei partiti, non sono mai stati buoni alleati dell’economia del Paese. Se è vero che le dinamiche politiche influenzano quelle finanziarie, da sempre, bisogna dire che oggi più che mai – in piena emergenza sanitaria (e non solo) – è facile capire perché l’Italia deve dare un segnale forte.
Insomma, la credibilità a livello internazionale avrà un forte impatto sulla ripresa economica e lavorativa post Covid. E questo è un dato di fatto.
Come spiegato da Confesercenti: “Le elezioni del Presidente della Repubblica arrivano in un momento estremamente delicato per la nostra economia. La quarta ondata ha minato il recupero, generando incertezza per imprese e famiglie, e l’instabilità politica potrebbe costarci 0,2 punti di Pil”. La posta in gioco, quindi, è troppo alta per continuare a non prendere sul serio le votazioni.
Elezioni Quirinale 2022, ancora fumata nera: quanti soldi rischiamo di perdere
Durante la votazione tenutasi mercoledì 26 gennaio 2022, le schede bianche sono state 412 (ieri erano state 527), quelle nulle 22 (ieri 38) e 84 le disperse (ieri 125). Hanno votato 978 grandi elettori. I più votati sono risultati il presidente della Repubblica uscente, Sergio Mattarella con 125 voti, e Guido Crosetto che ha ottenuto 114 voti. Poi sono emersi i nomi di Paolo Maddalena ha ottenuto 61 voti, Pier Ferdinando Casini con 52, Giancarlo Giorgetti con 19, Marta Cartabia e Luigi Manconi entrambi con 8.
La terza tornata, quindi, si è conclusa con un’altra fumata nera: nessun nome è emerso rispetto agli altri.
Mentre si fatica a trovare il compromesso in Parlamento, però, il PIL traballa. Nello specifico, come denunciato da Confesercenti, “a pesare sarebbe il rallentamento dell’attuazione del PNRR e del programma di riforme a esso collegato, che frenerebbe anche il percorso di risalita della propensione al consumo. Uno stop che, per fortuna, sembrerebbe essere ancora lontano. Ma che nell’eventualità metterebbe a rischio nel trimestre altri 2 miliardi di spesa potenziale, con una perdita di Pil pari allo 0,2% e minori investimenti da parte delle imprese per 1,1 miliardi“. Questi i soldi che rischiamo di perdere.
“È cruciale che dalle elezioni per il Presidente della Repubblica arrivi un segnale rassicurante. Non è il momento delle divisioni, ma del senso di responsabilità: abbiamo bisogno di una personalità di prestigio, in Italia e all’estero, che infonda certezze e rilanci la fiducia di famiglie e imprese nella politica e nelle istituzioni”, si legge in conclusione nella nota dell’Associazione.
Intanto, nello scrutinio che si svolgerà giovedì 27 gennaio 2022, il quorum necessario scende a 505 voti: perché il capo dello Stato possa essere eletto, si passa dalla necessità della maggioranza dei due terzi dei 1.009 grandi elettori (673 voti) e quella della maggioranza assoluta (50% più uno delle preferenze, ovvero 505 voti).