Stangata conti correnti: ecco la classifica delle banche più care

L'associazione Altroconsumo ha condotto un'analisi sugli aumenti maggiori applicati dalle banche a seconda delle categorie di correntisti

Si impennano le spese di gestione e le commissioni sui conti correnti in quasi tutti i grandi gruppi bancari d’Italia. Spinti anche dall’inflazione arrivata a gennaio al 10,1% su base annua, i costi allo sportello per i clienti degli istituti di credito sono saliti in 12 mesi fino al +10%, con una differenza di circa 200 euro tra le tariffe più care e quelle più convenienti. È quanto emerge dall’analisi di Altroconsumo per Il Corriere della Sera – Economia, nella quale l’associazione stila le classifiche dei rincari delle banche in relazione alla tipologia, se tradizionale od online, e alle categorie di correntisti (giovani, famiglie e pensionati).

Conti correnti: l’analisi sui rincari

Il rapporto di Altroconsumo raccoglie le variazioni applicate dai maggiori istituti di credito tra i 400 conti correnti presenti nella sua banca dati, dal 6 febbraio 2022 al 31 gennaio 2023, sulla base della stima orientativa dell’Indicatore dei costi complessivi annuo (Icc), valore standard creato secondo i parametri della Banca d’Italia.

A farne maggiormente le spese sono i giovani, categoria solitamente più agevolata, che hanno visto i costi dei loro conti correnti aumentare di media del 10%, incremento maggiore di quello subito dalle famiglie (+8,1%) e dai pensionati (+7,9%) (qui abbiamo spiegato quanto costa oggi aprire un conto corrente).

In numero assoluto, l’analisi dell’associazione dei consumatori ha rilevato per i correntisti tra i 27 e i 35 anni un rincaro di 76 euro a fronte di 164 operazioni in media all’anno, di 160 euro per i nuclei familiari (228 operazioni all’anno) e di 151 euro per i pensionati (189 operazioni all’anno) (qui abbiamo parlato dell’allarme sui conti correnti e di quanto hanno perso gli italiani per colpa dell’inflazione).

Conti correnti: le classifiche dei rincari

Prendendo in considerazione i conti correnti tradizionali, i giovani che spendono di più sono i clienti Unicredit con un Icc di 188,05 euro, mentre i costi per i correntisti di Intesa sotto i 35 anni sono pari a zero e l’aumento più consistente è quello di Deutsche Bank: da 86,90 a 118 euro.

La banca più cara allo sportello per le famiglie è sempre Unicredit con 264,76 euro in media, Mps è la più conveniente con 92,60 euro, mentre la variazione maggiore la fa segnare Intesa San Paolo, che passa da 159,70 a 204,80.

Per i pensionati il conto più caro è Unicredit con 251,98 euro e il più economico è quello di Mps (86,60 euro), con il rincaro maggiore registrato nel conto Xme conto di Intesa, da 155,50 euro a 200,80 euro.

Diversa la situazione dei costi per le banche online e alternative. Gli aumenti in questi casi sono stati più limitati: del 2,97% per i giovani, del 2% per le famiglie e dell’1,53% per i pensionati.

I conti online di Bbva per le fasce d’età più basse e le famiglie rimangono a zero, ma mentre le tariffa più alte diminuiscono per entrambe le categorie, per i giovani rimane la più cara quella di Illimity (30,50 euro), per le famiglie diventa invece quella di Banca Sella a 61,70 euro (qui l’approfondimento sui servizi gratuiti offerti dai conti correnti).

In generale crescono quasi tutte le voci di spesa sui conti correnti delle tre categorie di correntisti presi in esame: nel 2023 il bonifico allo sportello costa in media 5,54 euro, in crescita dell’11,14%, mentre serve un euro per il bonifico online a fronte degli 0,86 centesimi dello scorso anno, per una variazione del +16,59% e il prelievo dagli Atm di altre banche si paga in media 2,11 euro (+2,37%).

Crescono anche i costi delle carte di credito (+15,28%), delle carte di debito (+1,11%) e del tasso passivo sullo scoperto +4,15% mentre raddoppia il tasso attivo sulle giacenze (100%).