Il presidente del Consiglio dell’Unione Europea, Charles Michel, ha annunciato su X che il Consiglio Europeo ha preso la decisione di iniziare i negoziati per l’adesione dell’Ucraina e della Moldavia. In aggiunta, Michel ha dichiarato che il Consiglio ha conferito lo status di candidato alla Georgia. Ha poi precisato che l’Unione Europea avvierà i negoziati con la Bosnia-Erzegovina non appena saranno soddisfatti i requisiti necessari per l’adesione, e ha invitato la Commissione a fornire un resoconto entro marzo per orientarsi nella presa di una simile decisione. Michel ha concluso sottolineando che questa è un’importante segnale di speranza sia per i cittadini dei paesi coinvolti che per l’intero continente europeo.
La votazione
L’Ucraina e la Moldavia, dopo la recente invasione russa nel 2022, hanno richiesto l’adesione all’Unione Europea, ottenendo lo status ufficiale di candidati a giugno. Nonostante la raccomandazione della Commissione a novembre, solo ora il Consiglio Europeo ha deciso di avviare effettivamente i negoziati. Questo rappresenta un passo significativo per l’Ucraina, che, impegnata da due anni contro l’invasione russa, affronta sfide economiche e rischia la fine degli aiuti statunitensi a causa delle tensioni politiche nel Congresso degli Stati Uniti.
L’adesione potenziale dell’Ucraina e della Moldavia all’Unione europea richiederà un percorso lungo e rigoroso. Entrambi i paesi devono dimostrare il rispetto per criteri cruciali come la democrazia, i diritti umani, le libertà fondamentali e lo stato di diritto. Inoltre, vanno soddisfatti criteri economici, come l’adozione di un’economia di mercato libera e concorrenziale. Dopo una serie di valutazioni da parte della Commissione Europea, l’approvazione finale spetta al Parlamento Europeo e ai 27 stati membri, richiedendo un consenso unanime. Solo a quel punto, i leader dei paesi coinvolti potranno firmare i trattati di adesione, che necessiteranno a loro volta di ratifica da parte di tutti gli stati membri.
Il parere dell’Ungheria
Attualmente, l’Ungheria è l’unico paese che si esprime apertamente contrario all’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea. Dopo la decisione del Consiglio Europeo, il Primo Ministro Orbán ha dichiarato su Facebook che questa è una scelta “sbagliata” a cui l’Ungheria “non vuole partecipare”. Orbán è anche l’unico tra i leader europei a opporsi alla nuova tranche di aiuti per l’Ucraina, del valore di 50 miliardi di euro, compresi prestiti e interessi agevolati. Questi fondi sono essenziali per l’Ucraina, consentendole di evitare la bancarotta e sostenere la sua difesa contro l’invasione russa.
“L’allargamento non è una questione teorica, è un processo basato sul merito, giuridicamente dettagliato, che ha delle pre condizioni, ce ne sono sette per l’Ucraina e anche nella valutazione della Commissione europea tre su sette non sono state raggiunte, per cui non c’è motivo per negoziarla”: fa sapere il primo ministro ungherese, Viktor Orban, arrivando al vertice dei leader europei. “I soldi per l’Ucraina sono già nel bilancio. Se vogliamo dare più soldi e su un arco di tempo più lungo, bisogna farlo fuori dal bilancio”.
Incontro Meloni-Scholtz-Macron
Si è poi svolto un lungo incontro notturno nel bar di un hotel storico di Bruxelles tra la premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron, poco prima di un Consiglio europeo cruciale su questioni cruciali come l’allargamento all’Ucraina e il bilancio europeo, con il Patto di stabilità in primo piano. Successivamente, la presidente del Consiglio ha discusso con il primo ministro ungherese Viktor Orban, anticipando i temi chiave del Consiglio europeo. Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente Macron e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno avuto incontri con Orban, con Scholz che ha sottolineato il “sostegno” tedesco alla proposta della Commissione sull’allargamento e la volontà di raggiungere un accordo europeo sulla questione dell’Ucraina.