Taglio delle accise sì o taglio delle accise no? Mentre il Governo cerca di prendere una posizione su quello che sarà il futuro della misura che, da marzo a dicembre 2022, ha salvato in parte le economie degli italiani dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, sono milioni gli automobilisti e i motociclisti (così come i conducenti di mezzi pesanti della filiera della logistica) che stanno facendo i conti con l’ennesimo aumento dei prezzi dei carburanti. In attesa di capire di più su quello che il futuro riserverà alla mobilità, col nuovo decreto benzina pronto a far fronte agli aumenti esagerati dei carburanti, diverse sono le città che si stanno facendo notare per i prezzi non proprio economici di benzina e diesel.
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Benzina e diesel, dove costano di più: la classifica
Per cercare di farci un’idea su quelli che sono i prezzi di benzina e diesel praticati da Nord a Sud in Italia a correrci in soccorso è Staffetta Quotidiana, che con rivelazioni precise e puntuali pubblica le medie dei prezzi comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy. Dallo studio più recente, le ultime elaborazioni incoronano Bolzano come città dalla maglia nera per i prezzi dei carburanti, dove la verde è a 1,884 euro e il diesel in salita senza sosta a 1,957 euro al litro sempre in self.
Il rovescio della medaglia, ovvero la provincia più economica, è invece Ancona con 1,763 euro per la super in self e per il gasolio 1,841 euro al litro. Tra le grandi città, la più economica è Roma dove in media le verde si vende a 1,80 tondi e il diesel a 1,857, seguita da Napoli con la super a 1,818 euro e il gasolio a 1,868. A Milano, città che vede alti e bassi tra la città e l’autostrada per i Laghi, la media per la verde in self è di 1,836 euro e quella del diesel 1,897 euro.
Ma perché alcune città sono più o meno care rispetto alle altre? A rispondere a questa domanda è stata Azzurra Pacces, esperta di mercati dei carburanti di Staffetta Quotidiana, che ha spiegato che il costo dipende “dalla vicinanza con la raffineria e dalla quantità di carburante erogato, cioè da quanto fattura il distributore”.
Lo sciopero e la protesta dei benzinai
Intanto, dopo la pubblicazione del nuovo decreto arrivato a seguito del caro benzina, le stazioni di rifornimento avranno l’obbligo di esporre il prezzo medio accanto a quello praticato. Per questo, i benzinai di Faib, Fegica e Figisc/Anisa hanno proclamato lo sciopero nazionale, sia in autostrada che sulla viabilità ordinaria, per il 25 e 26 gennaio prossimi. La protesta, che prevede anche una manifestazione davanti a Montecitorio, è stata messa in atto per “ristabilire la verità e porre fine all’ondata di fango scatenata dal Governo contro una intera categoria di lavoratori” scrivono i promotori.
Secondo i benzina infatti, il Governo avrebbe puntato il dito contro di loro “solo per cercare di coprire le proprie responsabilità politiche e la scelta di eliminare di colpo il taglio delle accise che ha causato l’aumento dei prezzi dei carburanti”.
E in Europa? La situazione fuori dall’Italia
Guardando agli altri Paesi europei, però, non c’è tanto modo di tirare un sospiro di sollievo. L’Italia, infatti, è al secondo posto nel Vecchio Continente per il prezzo dei carburanti, con la sola Finlandia che applica un costo più elevato alla benzina, ovvero 1,910 euro.
l gasolio più costoso si paga in Svezia con 2,152 euro al litro. Il Paese meno caro per la verde è la Bulgaria con 0,665 euro e Malta per il diesel con 0,553 euro. Per colpa dei prezzi pazzi di benzina e diesel ora si teme l’effetto valanga. Attualmente, infatti, l’incremento dei costi del carburante in Italia sta gravando su consumatori e imprese e lo scorso anno, a causa di questa situazione e della guerra in Ucraina, già abbiamo speso quasi 13 miliardi in più per cibo e bevande.