Dalle Big tech alle grandi banche, i Ceo si tagliano lo stipendio: ecco le cifre

Nel 2023 i supermanager di Apple, Intel, Jp Morgan, Morgan Stanley e Goldman Sachs vedranno diminuire le proprie buste paga

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Redazione

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Dal Ceo di Apple, Tim Cook, a quello di Intel, Pat Gelsinger, cresce piano piano il numero di super manager che si tagliano lo stipendio a sei zeri. Complice di queste rinunce milionarie il momento di forte flessione che dal post-pandemia ha investito tutto il settore tecnologico, ma non sono solo i vertici delle Big tech ha fare questa scelta. Nelle ultime settimane anche gli amministratori delegati dei colossi della finanza come Jp Morgan, Morgan Stanley e Goldman Sachs, hanno deciso, infatti, di cedere qualcosa dalla propria retribuzione.

Dai Big tech alle grandi banche, i Ceo si tagliano lo stipendio: chi

Tra le riduzioni di stipendio più rilevanti, c’è quella Pat Gelsinger. Il Ceo di Intel rinuncerà al 25% del suo compenso di base, ma non sarà il solo ai vertici della multinazionale informatica a decurtarsi lo stipendio: insieme a lui anche altri manager dell’azienda vedranno sottratti tra il 5% e il 15% delle buste paga, con l’obiettivo di risparmiare 3 miliardi di dollari quest’anno, 10 miliardi entro il 2025. Un traguardo che passerà anche dal licenziamento di 500 dipendenti dalla sede Intel in California.

Non è andato meglio il 2022 di Goldman Sachs, che ha visto gli utili quasi dimezzarsi in seguito al crollo delle quotazioni in borsa del 45%, con conseguente riprogrammazione dei piani e riduzione dei costi.

Dopo i 3.200 licenziamenti annunciati all’inizio di gennaio, alla grande banca d’affari hanno deciso che tra le spese da ridurre c’era anche lo stipendio del Ceo, David Solomon, limato del 29%. Della sua retribuzione per l’anno passato, l’amministratore delegato ha ricevuto così “soltanto” 25 milioni di dollari, 10 milioni in meno dei 35 milioni incassati nel 2021.

Dai Big tech alle grandi banche, i Ceo si tagliano lo stipendio

Jp Morgan invece ha deciso di eliminare “il premio speciale” dal bonus del Ceo Jamie Dimon, alla guida del gruppo bancario di Wall Street al 2005. Il supermanager sarà dunque privato del premio di 52,6 milioni di dollari, a fronte di 1,5 milioni di dollari di salario base e un bonus di 33 milioni, per un totale di 34,5 milioni.

Se nel 2021 Dimon ha potuto contare su una busta paga da 84,4 milioni di dollari, dopo le critiche degli azionisti, il board della banca ha assicurato che non solo non pagherà al top manager alcun premio extra nel 2023, ma non gli garantirà “premi speciali nemmeno in futuro”.

Obiettivo ridimensionamento anche per un altro colosso finanziario come Morgan Stanley, che ha ridotto del 10% la busta paga del Ceo, James P. Gorman, non prima di aver licenziato 1.600 persone lo scorso dicembre.

L’amministratore delegato rinuncerà ai 35 milioni di dollari previsti, rimanendo con uno stipendio da 31,5 milioni di dollari, per far fronte alla perdita degli utili della banca che nel 2022 soni scesi del 27% a 11 miliardi di dollari, con una riduzione dei ricavi del 105% a 53,7 miliardi.

Tra i primi a rinunciare a parte del proprio stipendio è stato il Ceo di Apple, Tim Cook, che ridurrà una grossa fetta dei propri guadagni: 49 milioni di dollari invece degli 84 incassati l’anno scorso, circa il 40% del suo compenso (qui per conoscere la classifica dei più ricchi del mondo).

A diminuire sarà però la parte di azioni posseduta dal manager 62enne, mentre rimarranno invariate sia la base di 3 milioni che la quota dei bonus da 6 milioni (qui abbiamo parlato del taglio dello stipendio di Tim Cook, mentre qui avevamo spiegato quanto guadagna il Ceo di Apple).