Benzina, sciopero confermato (ma ridotto) e nuova app sui prezzi: le novità

Prosegue il braccio di ferro fra sindacati e Governo, mentre si mettono sul tavolo proposte per contrastare il caro prezzi. Ecco cosa ci aspetta

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Quella tra benzinai e Governo continua a essere una partita più che mai aperta. Dopo l’esplosione dei prezzi (qui trovate la classifica delle città) determinata dalla scadenza dello sconto sulle accise e il decreto varato dall’Esecutivo Meloni, la tensione tra gestori, contribuenti e istituzioni è salita.

In un primo momento lo sciopero dei distributori previsto per il 25 e il 26 gennaio era stato scongiurato e congelato (come avevamo spiegato qui), mentre invece ora è stato confermato. Si riduce però la finestra di mobilitazione: da 60 a 48 ore.

Lo sciopero: cosa ci aspetta

In attesa delle valutazioni del Governo lo sciopero previsto 25 e 26 gennaio è confermato. Per fare emergere serietà e competenza richiesta c’è tempo fino al minuto prima della chiusura degli impianti“, si legge in una nota congiunta dei sindacati Fegica e Figisc/Anisa dopo l’incontro tenutosi a Palazzo Chigi. Tradotto: ci sono ancora margini per scongiurare uno stop che paralizzerebbe il Paese, ma la partita non è affatto conclusa.

I benzinai continuano a contestare il decreto sulla trasparenza varato dal Governo Meloni, che prevede l’obbligo di esposizione del “prezzo medio regionale” e sanzioni pesanti, fino alla chiusura dell’impianto, per chi viola le regole. L’Esecutivo, da parte sua, si è detto disponibile a modifiche al provvedimento, ma a quanto pare non è stato abbastanza convincente.

“C’è sempre disponibilità a modifiche. Ovviamente c’è un percorso parlamentare da rispettare. Le modifiche possono arrivare dal Parlamento o su iniziativa del governo”, ha osservato il ministro Adolfo Urso al termine dell’incontro con le sigle sindacali. Intanto prosegue il braccio di ferro tra le parti sullo “scaricabarile” relativo all’aumento dei prezzi del carburante e sull’istruttoria avviata dall’Antitrust per indagare sui petrolieri.

Mobilitazione ridotta

Una delle tre associazioni di categoria che ha incontrato la delegazione governativa, Fegica, ha deciso di ridurre la finestra temporale dello sciopero da 60 a 48 ore. Il perché è stato spiegato in un comunicato: “L’associazione prende atto con soddisfazione della dichiarazione di legittimità, riferita alla proclamazione di sciopero nazionale della categoria, ricevuta dalla Commissione di Garanzia per lo sciopero nei pubblici servizi essenziali”.

Al momento, dunque, la mobilitazione dei benzinai durerà dalle ore 19 del 24 gennaio alle ore 19 del 26 gennaio.

Una possibile strada per la soluzione

C’è però una possibile strada per sbloccare lo stallo, proposta dal presidente nazionale della Figisc, Bruno Bearzi, e condivisa anche dagli altri sindacati. Si tratta di un Qr Code esposto al posto dei cartelloni nei vari distributori, recante il prezzo medio regionale.

“Una soluzione che può garantire maggiore chiarezza e correttezza ed evitare le sanzioni”, ha spiegato Bearzi. Il sistema rimanderebbe al sito dell’Osservaprezzi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dove sono precisati i costi praticati nella zona individuata senza imporre “oneri quotidiani eccessivi ai gestori”. In questo modo verrebbe dunque disinnescata anche la “bomba” delle multe, che potranno arrivare fino a 6.000 euro e comportare la sospensione dell’attività da 7 a 90 giorni in caso di inadempienza.

Una app pubblica per confrontare i prezzi dei carburanti

Le iniziative del Governo non si dipanano unicamente sul versante del controllo dei prezzi praticati alla pompa. Per venire incontro agli automobilisti, come nel caso del Qr Code, l’Esecutivo avrebbe allo studio un’applicazione pubblica per smartphone volta a favorire la scelta dei distributori più convenienti.

L’app consentirebbe una selezione rapida e semplice, evitando al consumatore di recarsi nella stazione di servizio per consultare i cartelloni, verificando il prezzo di benzina, diesel e GPL direttamente dal proprio dispositivo mobile. Allo stesso tempo creerebbe una banca dati con la quale sarebbe possibile, per le autorità preposte, effettuare monitoraggio, controlli ed eventualmente intervenire.