Venerdì 15 aprile è stata la giornata nera dei bancomat e delle carte di credito. Durante la mattinata, infatti, consumatori e negozi si sono trovati in seria difficoltà davanti alla sospensione dei pagamenti in tutta Italia del circuito Nexi, con i POS che gestiscono PagoBancomat, Visa, VPay, Mastercard, Maestro, Jcb e UnionPay. Molti utenti hanno pensato inizialmente a un blocco della propria carta, ma nel corso delle ore è diventato chiaro che si è trattato di un problema diffuso.
Bancomat bloccati, è stato un attacco hacker dalla Russia?
Inizialmente si sono rincorse voci riguardanti un’aggressione portata avanti da un gruppo di hacker. Dall’inizio della guerra in Ucraina, infatti, notizie su possibili attacchi cibernetici sono all’ordine del giorno. E i servizi di intelligence e sicurezza digitale sono in allerta e pronti a intervenire davanti a questo scenario che bloccherebbe il Paese e la capacità degli italiani di fare acquisti e vendite.
Da Mosca sono arrivate più volte minacce al nostro Paese a causa delle nuove sanzioni decise insieme agli altri Paesi dell’Unione Europea e del blocco Nato. Lo scorso 6 marzo un rapporto dei servizi di sicurezza annunciava, come anticipato qui, che l’Italia sarebbe stata attaccata dalla Russia. La previsione si è avverata?
Bancomat bloccati, la vera causa del disservizio in Italia
Nexi ha subito iniziato le indagini per accertare le cause di quello di quello che è invece stato un malfunzionamento tecnico, non dovuto, come ipotizzato inizialmente, a un eccessivo aumento delle transazioni per le feste di Pasqua.
Il servizio è tornato regolare in poco tempo, e il disservizio, secondo quanto dichiarato dalla stessa azienda all’Agi, sarebbe stato causato da un guasto del fornitore Ibm, uno dei tanti attori che giocano un ruolo fondamentale all’interno della lunga supply chain dei pagamenti digitali.
Niente hacker o attacchi dalla Russia, dunque, ma un semplice malfunzionamento che si è ripercosso, con un effetto domino, su tutta la catena. Esponendo la grande fragilità del sistema, e spingendo gli esperti a ripensare la sua formula. Se un piccolo disservizio può gettare nel panico un Paese, un’aggressione mirata avrebbe effetti catastrofici.
Codacons chiede alle banche il risarcimento automatico
Nel brevissimo periodo in cui i bancomat sono stati bloccati in tutta Italia si sono create code davanti agli sportelli bancari, ai negozi e alle farmacie. Nelle vetrine sono apparsi cartelli che invitavano i clienti a pagare solo in contanti. E migliaia di utenti hanno cercato soluzioni sul web per capire cosa stesse succedendo.
Il blackout ha causato non solo disagi, ma anche importanti perdite di denaro. Da una parte gli esercenti non sono riusciti a vendere la propria merce, dall’altra i consumatori si sono trovati a cercare soluzioni alternative, magari più costose, su altri canali. O comunque hanno dovuto organizzare nuovamente la propria giornata, i propri impegni e gli ultimi acquisti legati alle festività di Pasqua in funzione del blackout dei bancomat.
Carlo Rienzi, il presidente del Codacons, ha chiesto alle banche e ai gestori delle carte di pagamento coinvolte di prevedere un risarcimento automatico per i cittadini interessati dai disagi, magari sotto forma di sconti sulla gestione dei conti e dei servizi, bonus e altri vantaggi.
Per chi ha subito danni maggiori e dimostrabili, sottolinea il Codacons, c’è comunque la possibilità di “agire contro gli istituti di credito ai fini del risarcimento del danno morale e materiale“. Ulteriori informazioni in merito potrebbero essere fornite proprio dall’associazione o dalle stesse banche. Avverranno attraverso i canali ufficiali e ve ne daremo notizie, dunque massima attenzione ai messaggi delle truffe svuota conto come quella di un fantomatico rimborso che migliaia di italiani stanno ricevendo.