Trump promette dazi sulle auto cinesi negli Usa e fa una rivelazione sull’Italia

Dazi commerciali per stroncare il feroce dumping di Stato cinese che inonda gli States di auto low cost. Questa la strategia trumpiana. Ma Biden potrebbe batterlo sul tempo

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Donald Trump promette dazi sull’importazione di auto cinesi negli Stati Uniti. “L’Europa è inondata di auto cinesi. Non permetterò che questo accada nel nostro Paese”, ha annunciato The Donald nel corso di un comizio di fuoco a Wildwood, nel New Jersey. Durante l’incontro, Trump ha aggiunto un particolare che riguarda il modo in cui ha gestito i rapporti con l’Italia.

Il comizio di fuoco di Trump

“Mi perseguitano perché sono candidato alla Casa Bianca e sono avanti” nei sondaggi, ha denunciato il magnate. Trump ha usato parole avvelenate contro il presidente Biden, scadendo nella contumelia: l’attuale leader democratico sarebbe “il peggior presidente della storia” e “un ritardato”. Oltre ai consueti tagli alle tasse e alla promessa di effettuare “la maggiore operazione di espulsioni di migranti della storia”, Trump ha accennato alle sue vicissitudini giudiziarie: “Sono costretto a stare a New York per un processo-show dovuto a Joe Biden”.

Auto cinesi minacciano il mercato Usa

Poi il punto sulle auto cinesi che minacciano di mettere in ginocchio il settore dell’automotive statunitense: “L’Europa è inondata di auto cinesi. Non permetterò che questo accada nel nostro Paese. Quando Emmanuel Macron ci” minacciava con una tassa sulle “nostre aziende, gli ho detto che avrei imposto dal giorno dopo dazi del 100% su tutti i vini e lo champagne francese” e così la Francia non ha imposto alcun dazio. “Ho fatto molti affari così, anche con l’Italia“, ha aggiunto Trump.

In Messico sono presenti alcune aziende cinesi che operano nel settore dell’automotive. A causa di accordi commerciali fra il Messico e gli Usa, le auto cinesi prodotte nel Paese del centro America pagano dazi ridotti. In un recente rapporto, la Alliance for American Manufacturing, associazione a tutela dell’industria statunitense, ha chiesto a Washington di bloccare l’importazione di auto e componentistica cinese prodotta in Messico. Il rischio, viene sostenuto, è un danno irreparabile all’industria americana che non riesce a tenere il passo, con inevitabili ripercussioni sulla manodopera. Nel suo rapporto, la Alliance for American Manufacturing ha utilizzato toni durissimi parlando della “estinzione del settore automotive americano” con “chiusure di fabbriche e perdita di posti di lavoro”.

Secondo un recente studio, un’auto elettrica su quattro in Europa sarà cinese entro fine anno. Il nodo della questione è il rapporto fra Pechino e i produttori di auto in Cina. Secondo un report, il governo di Xi Jinping ha sostenuto il mercato nazionale delle auto elettriche con aiuti di Stato diretti. Questo dumping di Stato sarebbe volto a erodere quote di mercato ai competitor giapponesi, coreani, europei e americani. E a mandarli fuori mercato. Negli ultimi mesi, le varie aziende hanno reagito nei più svariati modi: Nissan ha imposto un drastico calo ai prezzi di listino. Tesla ha prima licenziato il 10% della sua forza lavoro a livello mondiale con l’obiettivo di tagliare i costi e poi ha annunciato una partnership con la cinese Baidu.

La mossa di Biden

Ma Joe Biden potrebbe battere Trump sul tempo: il presidente americano starebbe pensando di varare un pacchetto di tariffe su chip e altri prodotti strategici made in China.