Chi nel corso degli ultimi anni ha avuto l’esigenza di attivare un mutuo si è trovato a dover fare i conti con gli alti tassi d’interesse imposti dagli istituti centrali in tutto il mondo per contrastare il forte fenomeno inflazionistico. Ora, dopo un lungo periodo di buio per le finanze degli acquirenti, sembra essersi accesa una luce in fondo al tunnel che si alimenta a ogni taglio dei tassi adottato, nel caso dell’Italia, dalla Bce.
Il risultato del cambio di scenario è già evidente, con le richieste di mutuo che sono molto aumentate nel corso dei primi 10 mesi del 2024 e il trend che potrebbe ulteriormente alimentarsi già all’inizio del 2025.
Crescono le richieste di mutuo nel 2024
Per dare sostanza alle affermazioni precedenti è necessario guardare ai numeri. Secondo l’Osservatorio congiunto di Facile.it e Mutui.it, nei primi 10 mesi del 2024 le richieste di mutui sono aumentate, su base annua, del 14%. Questo dato si avvalora anche con il report dell’Agenzia delle Entrate sulle compravendite di abitazioni nel secondo trimestre del 2024, secondo il quale, rispetto allo stesso periodo del 2023, c’è stato un incremento dell’1,2%. Per avere parametri più aggiornati occorre, in questo caso, aspettare i dati delle vendite residenziali nel terzo trimestre 2024 che verranno diffusi in data 4 dicembre 2024.
A crescere, oltre al numero di richiedenti, sono anche le somme dei mutui. Nei primi 10 mesi del 2024 le cifre richieste sono state superiori del 5% rispetto al 2023, con un importo medio richiesto di 133.923 euro. Quanto agli immobili oggetto di mutuo, il valore medio è salito a 208.495 euro, ovvero del 4% rispetto allo stesso periodo del 2023.
In tema di prima casa, inoltre, le richieste di mutuo fatte nel 2024 registra un’età media del richiedente pari a 37 anni e mezzo e un piano d’ammortamento di 26 anni.
Taglio dei tassi, quando conviene comprare
A incidere sull’aumento delle richieste di mutui è, come detto, il piano di taglio dei tassi d’interesse adottato dalla Bce che, il prossimo 12 dicembre, potrebbe optare per un’altra sforbiciata nel corso della riunione in calendario. Nel frattempo l’Euribor a tre mesi, il vero benchmark per i finanziamenti variabili, è sceso sotto il 3% (per la prima volta nel 2024), mentre l’Euris, che è il parametro preso a riferimento dalle banche per i tassi fissi, è vicino per le durate trentennali al 2%.
Quanto al piano di taglio dei tassi della Bce, è possibile dire che l’ultimo intervento di ottobre 2024 è stato il terzo dell’anno (meno 25 punti base) dopo quelli di pari entità di giugno e settembre. Ecco dunque che dal 23 ottobre i tassi sui depositi sono scesi al 3,25%, quelli di rifinanziamento principale al 3,40% e quelli di rifinanziamento marginale al 3,65%. L’obiettivo dichiarato dalla Bce è riuscire a portare il tasso sui depositi almeno al 2,5% entro marzo 2025. Ecco dunque che ulteriori interventi sui tassi d’interesse potrebbero arrivare nelle riunioni fissate dalla Banca centrale europea nelle seguenti date:
- 12 dicembre 2024;
- 30 gennaio 2025;
- 6 marzo 2025.
Visto il periodo di discesa annunciato, a chi intende richiedere un mutuo potrebbe convenire attendere ancora qualche mese. Lo scenario attuale, tuttavia, già non impedisce di godere di un alleggerimento importante rispetto al recente passato.