Il decreto Milleproroghe è in discussione in Parlamento per la sua conversione in legge, dopo essere stato approvato dal Governo. Tra i vari rinvii contenuti c’è anche quello che ha spostato la scadenza per l’obbligo di assicurare le strutture delle imprese contro le catastrofi dal 31 dicembre 2024 al 31 marzo 2025.
Questa norma non è in discussione. Al contrario, emendamenti da tutte le parti politiche stanno cercando di rimandare ulteriormente la data di scadenza del provvedimento. La proroga minima sarebbe di due mesi, ma proposte più estreme arrivano fino al 2026.
Gli emendamenti al Milleproroghe
Nella giornata del 24 gennaio sono stati presentati otto emendamenti al decreto Milleproroghe, tutti con lo stesso obiettivo: rimandare la scadenza dell’obbligo per le imprese di stipulare un’assicurazione con polizza catastrofale. Il decreto contiene già un rinvio, che ha permesso alle aziende di ignorare la scadenza originale del 31 dicembre 2024 e adeguarsi alla norma entro il 31 marzo 2025.
Tutte le parti politiche chiedono però un ulteriore rinvio. La proposta più popolare è quella di aggiungere altri tre mesi all’attuale scadenza, spostandola dal 31 marzo 2025 al 30 giungo 2025. A chiederlo sono otto emendamenti diversi presentati sia dalle forze di maggioranza (Forza Italia e Noi Moderati), sia da quelle di opposizione (Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Partito Democratico).
Questa però non è l’unica proposta in campo. Altri emendamenti presentati dal Pd, dalla Lega e dal Movimento per le Autonomie ipotizzano altre date. Si va dal 31 dicembre 2025, che sposterebbe di fatto il provvedimento di un anno, al 31 gennaio 2026.
L’obbligo di assicurazione con polizza catastrofale
Le assicurazioni con polizza catastrofale sono pensate per proteggere gli immobili dai danni causati da eventi naturali di portata notevole. In Italia sarebbero utili soprattutto perché garantiscono un risarcimento sia in caso di danni da inondazioni, esondazioni, alluvioni e frane, sia in caso di terremoto. Questo tipo di protezione assicurativa è ritenuta importante dall’esecutivo perché permette alle aziende di riprendere l’operatività più velocemente dopo le catastrofi, ma anche perché riduce i fondi che lo Stato deve poi elargire per aiutare il tessuto produttivo delle aree colpite a riprendersi.
L’Italia, nonostante sia tra i Paesi europei più esposti alle catastrofi, tra rischio idrogeologico e sismico, ha un grosso problema di sottoassicurazione delle sue imprese. Più le imprese si riducono di dimensioni, più il problema è evidente. È assicurato contro le catastrofi:
- Il 78% delle grandi imprese;
- Il 67% delle medie imprese;
- Il 55% delle piccole imprese;
- Il 5% delle microimprese.
In un Paese, come l’Italia, in cui la maggioranza delle imprese sono piccole o molto piccole, questi dati indicano che la maggioranza degli imprenditori non è consapevole del rischio che corre. Nel solo 2023 si sono verificati in Italia 378 eventi meteorologici estremi, che hanno causato danni per 16 miliardi di euro e la morte di 31 persone.
Secondo un’indagine di EMG Different per Facile.it, a settembre 2024 solo il 20% delle aziende era consapevole che da lì a pochi mesi sarebbe scattato un obbligo di assicurazione contro le calamità naturali. Il 18% degli imprenditori intervistati inoltre dichiarava di non aver intenzione di stipulare nessuna polizza, nonostante l’obbligo. Da qui la decisione del governo di introdurre una proroga, che però lascia esposte migliaia di aziende.