La smart-factory dei satelliti apre a Roma, investiti 100 milioni di euro

È stata inaugurata al Tecnopolo Tiburtino la nuova smart-factory di Thales Alenia Space, nata da una collaborazione tra Thales e Leonardo, che produrrà 100 satelliti all'anno

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

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È stata inaugurata la smart-factory di Thales Alenia Space a Roma, nel Tecnopolo Tiburtino. Presenti alla cerimonia il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e l’amministratore delegato di Leonardo Roberto Cingolani.

Il progetto prevede 100 milioni di euro di investimenti e la fabbricazione, a regime, di circa 100 satelliti all’anno. La smart-factory è nata da una joint venture italo-francese che ha coinvolto anche la stessa Leonardo. Si espande così la filiera spaziale italiana, che partecipa a un mercato in continua crescita.

Inaugurata la smart-factory dei satelliti a Roma

L’impianto di Roma è stato realizzato grazie a una combinazione di investimenti pubblici e privati. A parteciparvi, oltre a Thales, colosso francese specializzato nell’elettronica aerospaziale, e a Leonardo, anche l’Agenzia spaziale italiana e soprattutto l’Unione europea, con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). In totale, 100 milioni di euro.

A pieno regime, la fabbrica dovrebbe produrre circa 100 satelliti all’anno, una media di 10 a settimana. Il mercato in cui le due aziende hanno deciso di posizionarsi è in crescita sempre maggiore. Secondo l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, nei prossimi anni saranno lanciati oltre 10mila satelliti.

Il ruolo di Leonardo nel settore spaziale

In occasione dell’inaugurazione della smart-factory di Roma, Cingolani ha anche parlato delle ambizioni di Leonardo nel mercato aerospaziale. In particolare nel settore dei satelliti, l’azienda sta lavorando a una partnership che coinvolga, oltre a Thales, anche il colosso franco-tedesco Airbus, tra i più grandi produttori di aerei commerciali al mondo.

Il progetto è stato ribattezzato Bromo e l’amministratore delegato di Leonardo si è mostrato ottimista sui tempi. Potrebbe essere questione “di giorni o settimane” per arrivare alla firma preliminare. “Ho già fatto un’informativa al Cda e appena abbiamo un’idea chiara a tre, convocheremo un board straordinario” ha dichiarato Cingolani.

Anche se le tre aziende al centro di questo progetto sembrano disposte a collaborare, lo stesso Ceo ha ricordato che non si tratta di un semplice accordo tra privati. Le realtà coinvolte operano in un contesto di sicurezza nazionale e quindi sarà necessaria anche l’approvazione dei due governi, francese e italiano, in un momento in cui le relazioni tra gli esecutivi non sono cordiali.

ANSA
Taglio del nastro della smart-factory dei satelliti

La filiera spaziale italiana

La smart-factory di Roma si inserisce in una filiera molto sviluppata in Italia, quella spaziale. Le sole tecnologie per lo spazio valgono 2,9 miliardi di euro di fatturato nel nostro Paese e si inseriscono all’interno di un settore, quello aerospaziale, in continua crescita, che nel 2023 ha raggiunto i 18 miliardi di euro di fatturato.

Il presidente di Leonardo Stefano Pontecorvo ha spiegato il ruolo della smart-factory di Roma all’interno di questa filiera:

Sarà un’infrastruttura di sistema a disposizione di tutta la filiera del comparto spaziale e in totale connessione con le Pmi del settore. Grazie a questo progetto, l’Italia diventerà uno dei pochi Paesi al mondo a vantare una presenza su tutta la catena della produzione spaziale.