Nel 2023, il nostro Paese ha continuato a essere una delle mete turistiche più ambite al mondo, con alcune regioni in Italia che sono state più visitate di altre. I dati ci arrivano dall’ultimo report ISTAT che ha analizzato trend, scelte e impatti economici di viaggi e vacanze all’interno del territorio nazionale e all’estero.
Analizzando i dati forniti, emergono chiaramente alcune preferenze e tendenze nel modo in cui i viaggiatori hanno scelto di esplorare il Bel Paese, con un conseguente impatto su economia e PIL.
Indice
Il report ISTAT su turismo e viaggi in Italia e all’estero
Il report dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) del 2023, consultabile nella sua versione integrale in questa pagina, fornisce un’analisi dettagliata dei modelli di viaggio e delle preferenze dei viaggiatori in Italia durante l’ultimo anno. In particolare, evidenzia che il 79% dei viaggi ha avuto come destinazione una località italiana, sottolineando il forte interesse che ancora c’è nei confronti del turismo nazionale.
Il Nord Italia si conferma come l’area più attrattiva, con una predominanza sia nelle vacanze brevi che nei viaggi di lavoro. Tuttavia, il Mezzogiorno continua ad essere una destinazione significativa, soprattutto per le vacanze estive più lunghe.
Il rapporto identifica le aree più attrattive tenendo conto dei vari periodi dell’anno, ma mostra anche le sette regioni più visitate del nostro Paese, che insieme accolgono oltre il 59% degli spostamenti interni. Queste offrono una vasta gamma di esperienze turistiche, dalle città d’arte alle bellezze naturali, dalle tradizioni culinarie alle opportunità di svago.
In sintesi, il report dell’ISTAT del 2023 conferma l’Italia come una destinazione turistica di prim’ordine, con una varietà di attrazioni e destinazioni che soddisfano i gusti e le preferenze di viaggiatori nazionali e internazionali e un conseguente impatto sull’economia dei territori che non è da sottovalutare.
Ma entriamo nel dettaglio dell’analisi.
Il dominio del Nord Italia
Il Nord Italia si conferma come l’area più attrattiva del Paese, con il 38% dei viaggi svolti in questi territori nell’ultimo anno. Nella maggior parte dei casi si è trattato di vacanze brevi (48,5%) e viaggi di lavoro (38,9%). Le regioni più popolari del Nord includono la Lombardia, il Veneto e il Trentino Alto Adige, con il loro mix unico di città d’arte, paesaggi montani e opportunità economiche.
Il Sud Italia meta preferita per le vacanze estive
Il Mezzogiorno continua a registrare una presenza significativa nei viaggi, soprattutto per le vacanze estive. Nonostante una leggera diminuzione rispetto al Centro per le vacanze brevi e i viaggi di lavoro, il Sud rimane una destinazione ambita per le vacanze più lunghe, rappresentando il 29% degli spostamenti.
Le persone partite per una vacanza estiva sono 18,4 milioni, in calo del 13% rispetto all’anno precedente (21,1 milioni nel 2022). La diminuzione riguarda tutte le fasce di età e si concentra tra i residenti nel Nord-ovest (-18%) e nel Sud (-17,8%), aree che tornano sotto i livelli dell’estate 2019 (rispettivamente -12% e -23%). Nel complesso, i turisti che partono per vacanza tra luglio e settembre sono il 19% in meno del 2019 (18,4 milioni nel 2023, 22,7 milioni nel 2019).
Inoltre, per la prima volta dal 2019, le vacanze al mare in Italia tornano ad essere più scelte (50%) di quelle all’estero (45,1%), ma si assiste ad un rallentamento (-11,7%), in Italia e all’estero, rispetto alla crescita osservata negli ultimi due anni.
La Campania e la Puglia sono tra le regioni più gettonate per coloro che cercano sole, mare e autenticità.
Le Regioni più visitate in Italia
Secondo il report ISTAT, sette regioni in particolare si distinguono per l’accoglienza di oltre il 59% degli spostamenti interni, ovvero tra le preferite degli italiani ci sono:
- Toscana
- Emilia-Romagna
- Lombardia
- Veneto
- Lazio
- Campania
- Trentino Alto Adige
La Toscana rimane quindi la regina delle vacanze, sia lunghe che brevi, rappresentando il 11,6% delle visite totali. L’Emilia-Romagna si conferma come meta estiva popolare, mentre la Lombardia è apprezzata soprattutto per le vacanze invernali.
Una menzione a parte meritano anche il Trentino Alto Adige e la Calabria, che secondo i dati riportati attirano l’attenzione durante le vacanze estive più lunghe.
Impatto su economia e PIL
I numeri mostrati fino ad ora, di fatto, mostrano come il turismo e i viaggi rappresentano una componente fondamentale dell’economia italiana, influenzando direttamente il PIL e contribuendo alla creazione di posti di lavoro in una vasta gamma di settori.
Tuttavia, nel 2023, il settore turistico ha continuato a subire gli effetti della pandemia COVID-19, con dati che rivelano un impatto significativo sul numero di viaggi e sui pernottamenti, con conseguenze tangibili anche sulla ripresa economica.
Secondo i dati forniti dal rapporto ISTAT, infatti, nel 2023 i viaggi dei residenti in Italia sono stati 52 milioni e 136mila, con un totale di 323 milioni e 606mila pernottamenti. I numeri sono rimasti stabili rispetto all’anno precedente ma ancora significativamente al di sotto dei livelli pre-pandemici del 2019, registrando un calo del 27%. Le vacanze di durata pari o superiore a quattro notti durante i mesi estivi hanno subito una diminuzione del 12,6% rispetto all’estate del 2022, tornando così ai livelli inferiori del 2019.
Questi dati indicano un impatto negativo sul PIL e sull’economia generale del Paese. Con 75 milioni in meno di pernottamenti rispetto al 2019 (-19,6%), il settore alberghiero e dei servizi turistici ha subito una perdita significativa in termini di entrate. In particolare, il calo delle vacanze lunghe in estate rispetto al 2022 ha comportato la perdita di 27,3 milioni di pernottamenti. Inoltre, il report evidenzia una preferenza per gli alloggi privati durante i viaggi turistici, con il 52,9% dei viaggi e il 62,3% dei pernottamenti che avvengono in strutture di questo tipo. Ancora una volta, quindi, alberghi e strutture ricettive perdono terreno.
Nonostante alcuni segnali di ripresa, come l’incremento del 61% nel primo trimestre rispetto al 2022, le altre attività legate al turismo, come i trattamenti di benessere, lo shopping e le visite ai parchi divertimento, continuano a lottare per recuperare il gap causato dalla pandemia. La quota delle vacanze svolte per queste attività è rimasta molto contenuta (4,7% nel 2023, rispetto al 7,5% nel 2019), evidenziando una domanda ancora debole in settori non strettamente legati all’ospitalità.
In sintesi, i dati del 2023 evidenziano un’industria turistica ancora in fase di ripresa, con il settore che continua a lottare per recuperare completamente dai colpi della pandemia. Sono diversi i motivi che inquadrano questa situazione come problematica. Prima di tutto, il settore turistico è un importante datore di lavoro in Italia, coinvolgendo direttamente e indirettamente milioni di persone. Se il turismo subisce perdite, ciò può portare alla perdita di posti di lavoro nel settore dell’ospitalità, dei trasporti e di altre attività correlate, con conseguenti effetti negativi sulla disoccupazione e sui livelli di reddito delle famiglie coinvolte.
Questa situazione, poi, può scatenare una sorta di effetto a catena, sull’intera economia, riducendo la domanda di beni e servizi in altri settori. Per esempio, le perdite nel settore turistico comportano anche una diminuzione delle entrate fiscali per lo Stato, poiché le attività economiche associate al turismo generano tasse e imposte sul reddito, sul valore aggiunto e sulle vendite. Ciò può rendere più difficile per il governo finanziare servizi pubblici e investimenti infrastrutturali.
L’impatto sull’economia italiana è evidente. Di conseguenza, è importante adottare politiche e misure volte a sostenere e promuovere il settore turistico al fine di mitigare proprio questi effetti negativi.