C’è un nuovo stop nel lungo iter burocratico che porta all’apertura dei lavori del Ponte sullo Stretto, questa volta determinato dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Il dicastero guidato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, nello specifico, ha chiesto alla Società Stretto di Messina S.p.A. l’integrazione di 239 documenti nell’ambito della valutazione del progetto del ponte. Sul tema il ministro dell’Ambiente ha minimizzato, dicendo che si tratta di una procedimento standard “nella prima parte della procedura di Valutazione di impatto ambientale” di un nuovo progetto.
Ponte sullo Stretto, le integrazioni richieste dal ministro dell’Ambiente
Entrando nello specifico, delle 239 richieste di integrazione avanzate dal ministero dell’Ambiente alla società incaricata della costruzione del Ponte sullo Stretto, queste interessano in maggioranza la Via, ovvero la Valutazione di impatto ambientale, ben 155. E ancora, 66 integrazioni sono state richieste per la Vinca, Valutazione di incidenza, che si occupa di verificare quale potrebbe essere l’impatto dell’opera sui siti protetti di interesse Ue Natura 2000. Sono invece 16 le integrazioni richieste per il Piano di utilizzo terre (Put) e due quelle che interessano la Verifica di ottemperanza (Vo). Per tutti i casi elencati, il ministero si aspetta di ricevere quanto prima dei documenti supplementari dalla Società Stretto di Messina S.p.A.
Il ministro Pichetto: “È il normale iter”
A spegnere i commenti di chi, leggendo delle richieste di integrazione da parte del ministro dell’Ambiente, ipotizzava un possibile scontro interno alla maggioranza di governo sul tema Ponte dello Stretto, fortemente voluto dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, è stato lo stesso titolare del dicastero dell’Ambiente Pichetto Fratin, sostenendo che si tratti di un prassi. “La richiesta di integrazione a un progetto di un’opera – ha detto il ministro Pichetto – è normale nella prima parte della procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via). Nella definizione del testo della richiesta di integrazione – ha aggiunto – si è tenuto conto, come di consueto, anche di elementi tratti dai contributi dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e di soggetti non pubblici aventi diritto, per legge, a esprimersi”. Non uno sgambetto tra ministeri e partiti, dunque, ma una normale consuetudine, stando almeno a quanto dichiarato dal ministro.
Le opposizioni chiedono il fermo del progetto
Inutile dire che la richiesta di integrazione da parte del ministero dell’Ambiente abbia riacceso il fuoco delle polemiche sul Ponte sullo Stretto. Le forze di opposizione al governo Meloni hanno sottolineato che lo stop metta in forte dubbio l’intero progetto di costruzione dell’opera. Per Marco Simian, capogruppo Pd in Commissione Ambiente della Camera, la vicenda “sconfessa clamorosamente Matteo Salvini bloccando di fatto il progetto del Ponte sullo Stretto i cui lavori, secondo il governo Meloni, sarebbero dovuti partire entro l’anno. Oltre 12 miliardi di euro già stanziati”. Più o meno sulla stessa linea anche il commento del deputato di Alleanza Verdi- Sinistra, Angelo Bonelli, che non ha mancato di ricordare che, oltre alle richieste di integrazione dei documenti presentata dalla commissione tecnica VIA del ministero dell’Ambiente, anche “il comitato scientifico della società Ponte sullo Stretto aveva fatto 68 osservazioni contestando l’assenza di studi sismici e di prove del vento”.