Fratin spinge sul nucleare, il risparmio per l’Italia sarebbe di 17 miliardi di euro

Il ministro Pichetto Fratin ha fatto un punto sul nucleare in Italia, sottolineando che con il suo ritorno il risparmio economico sarebbe estremamente vantaggioso: si lavora a un deposito condiviso europeo

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Pubblicato: 15 Ottobre 2024 20:21

Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha preso parte all’audizione davanti alle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera per discutere sul ruolo che l’energia nucleare avrà nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione in Italia. Per il ministro, il cambio di paradigma verso un nuovo nucleare pulito e sicuro, porterà al Paese “un risparmio minimo di 17 miliardi di euro“, con il processo di transizione che potrà contare su incentivi “come per eolico, solare, gas e tutte le altre fonti di energia”.

Il risparmio italiano con il nucleare

Per il ministro Pichetto Fratin il passaggio al nucleare rappresenta un tassello fondamentale per la transizione ecologica italiana, soprattutto considerando il sopracitato risparmio per il sistema che ne deriverebbe (17 miliardi di euro).

“Il risparmio calcolato non è relativo al confronto con uno scenario 100 per cento rinnovabili – ha precisato il ministro dell’Ambiente nell’audizione in Commissione -, ma rispetto a un sistema in cui il necessario carico di base è comunque sostenuto per la maggior parte da altre fonti non rinnovabili”.

“Il nucleare – ha aggiunto – può contribuire in maniera importante alla decarbonizzazione, essendo una fonte decarbonizzata già a monte, ma anche ad abbassare le bollette“.

La promessa di incentivi sul nucleare

Il nucleare di nuova generazione può e deve essere la fondamenta del futuro energetico dell’Italia. Ne è convinto il ministro Pichetto Fratin che non ha mancato anche di promettere nuovi incentivi per questa fonte di energia.

“D’altronde – ha precisato il titolare del dicastero dell’Ambiente – essendo il mercato previsto anche quello dei grandi impianti energivori e delle società di gestione energetica, la collaborazione tra pubblico e privato vedrà una grossa fetta di investimenti anche da parte di questi ultimi”.

Il ministro ha poi ricordato che l’Italia ha fin qui “garantito circa 35 miliardi di incentivi per le energie rinnovabili”, sostenendo anche l’importanza di “investire nelle rinnovabili non programmabili” e “nelle fonti di energia per il carico di base”. “Quello che noi riteniamo lungimirante – ha aggiunto Pichetto Fratin – è tenere aperte tutte le possibilità di produzione energetica, secondo il principio della neutralità tecnologica, investendo nelle rinnovabili senza rinunciare a priori a una fonte sicura, sostenibile e competitiva come il nucleare, che può costituire uno dei più preziosi alleati per le rinnovabili stesse, come peraltro in corso di sviluppo nella maggior parte dei Paesi avanzati”.

Il deposito nucleare condiviso europeo

Il passaggio al nucleare impone anche la necessità di nuove strutture che possano permetterne l’implementazione. È da tale punto che il ministro Pichetto Fratin è partito per ricordare la volontà dell’Italia e di altri Paesi europei di dotarsi di un deposito nucleare condiviso che, al momento, è presente solo in Finlandia. Si tratta di una struttura adatta per  lo smaltimento definitivo dell’alta attività e del combustibile nucleare esaurito, dunque di fondamentale importanza, con l’Unione Europea che ha comunque richiesto di “effettuare attività di ricerca anche in ottica di un deposito geologico nazionale”.

Lo stesso ministro Pichetto Fratin ha tuttavia sottolineato che la necessità del deposito ecologico “potrebbe cambiare con l’avvento dei reattori di 4/a generazione“. Questi, infatti, utilizzano come combustibile le scorie dei vecchi reattori.