Nautica da diporto, nel 2025 giro d’affari da 8,6 miliardi

La nautica da diporto in Italia chiuderà il 2025 a 8,6 miliardi di euro. Dati, occupazione e regioni leader di un comparto in forte crescita

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Claudio Cafarelli

Giornalista e content manager

Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

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Il comparto della nautica da diporto in Italia si prepara a chiudere il 2025 con un giro d’affari stimato in 8,6 miliardi di euro, confermandosi un settore chiave della blue economy nazionale. La stima arriva dall’Associazione Operatori Nautici del Nord Est Sardegna, che ha elaborato i dati di Confindustria Nautica, Assomarinas e Unioncamere. L’analisi è stata resa pubblica proprio nella settimana del Salone Nautico di Genova, evento internazionale che celebra l’Italia come leader del settore.

Una crescita superiore alla media nazionale

Secondo Claudio Denzi, presidente dell’associazione:

La ricchezza prodotta da questa filiera, con le sue 230 mila imprese e con ben 1,1 milioni di occupati, è aumentata del 16% contro un 6,6% del totale dell’economia: 2,5 volte di più.

La spinta arriva soprattutto dalla cantieristica dei superyacht, in cui l’Italia detiene oltre il 50% degli ordini globali, e dal previsto incremento dei servizi portuali con un +1,5% di vendite di posti barca e +3,2% di ormeggi in transito.

La classifica delle regioni

L’analisi dell’Associazione, arrivata a pochi giorni dal Salone Nautico 2025, prende come riferimento indicatori infrastrutturali e imprenditoriali, elaborando una classifica regionale basata su posti barca e numero di imprese della filiera blu. Sul podio si trovano:

  1. Liguria – 16.700 posti barca e 9.100 imprese, per un valore stimato di 1,29 miliardi di euro (14,99%);
  2. Sardegna – 15.671 posti e 9.800 imprese, per 1,21 miliardi di euro (14,07%);
  3. Friuli-Venezia Giulia – 11.313 posti e 5.100 imprese, per 873,58 milioni di euro (10,16%).

La classifica prosegue con:

  • Campania – 10.775 posti e 32.741 imprese, per 832,03 milioni;
  • Sicilia – 10.519 posti e 28.807 imprese, per 812,26 milioni;
  • Toscana – 10.208 posti e 9.400 imprese, per 788,25 milioni;
  • Puglia – 8.700 posti e 12.800 imprese, per 671,80 milioni;
  • Veneto – 7.200 posti e 8.700 imprese, per 555,97 milioni;
  • Lazio – 5.456 posti e 34.851 imprese, per 421,31 milioni;
  • Calabria – 4.200 posti e 11.200 imprese, per 324,32 milioni.

Un asset strategico del made in Italy

La ripartizione regionale, calcolata in proporzione al numero di posti barca, rappresenta un indicatore della capacità di accoglienza e del potenziale economico territoriale. Pur essendo di natura indicativa, la stima offre un quadro realistico dell’impatto economico della nautica a livello locale.

“La nautica è certamente un asset strategico del turismo e del made in Italy. In questo ambito la Sardegna e maggiormente l’Arcipelago della Maddalena possono essere un laboratorio d’eccellenza. Occorre solo una tutela più rigorosa e una gestione più intelligente. Noi siamo pronti, con investimenti e responsabilità, ma chiediamo stesse regole e stesso rigore per tutti”, ha affermato Denzi.

Il caso del Nord Est Sardegna

Proprio nel Nord Est della Sardegna si concentra una quota rilevante delle infrastrutture portuali e delle attività legate al diporto.

Qui si trova il 43,5% dei porti isolani e il 66% dei posti per maxi e giga-yacht, a cui si affiancano oltre 1.600 imprese attive nel settore, di cui 587 solo in Gallura. Si tratta di un tessuto imprenditoriale che integra cantieristica, charter, refit e servizi, rappresentando un elemento vitale per l’economia locale e per l’intero comparto nazionale.