Milleproroghe, stop all’aumento delle multe stradali nel 2025: tutto rimandato

Un comma del decreto Milleproroghe prevede lo stop, nel 2025, degli aumenti delle multe stradali per l’adeguamento all’inflazione: i sindacati temono che ci possa essere un accumulo il prossimo anno.

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Pubblicato: 11 Dicembre 2024 20:14

Nel 2025 non ci sarà l’aumento delle multe stradali previsto dal Codice della strada, per l’adeguamento all’inflazione. A deciderlo è il governo di Giorgia Meloni che, in un comma dell’ultima versione del decreto Milleproroghe approvato dal Cdm, prolunga la proroga già prevista per gli anni 2023 e 2024 di ulteriori 12 mesi. Se l’aumento ci sarà, il condizionale a questo punto è d’obbligo, arriverà soltanto nel 2026. A spingere l’esecutivo verso questa direzione è stata “l’eccezionale situazione economica” in cui vertono l’Italia e i suoi cittadini. Si cerca dunque di congelare gli importi delle multe per evitare di gravare oltremodo sui bilanci delle famiglie già in forte difficoltà, ma le associazioni dei consumatori vorrebbero evitare eccessivi accumuli il prossimo anno.

Stop all’aumento delle multe stradali

“In considerazione dell’eccezionale situazione economica – si legge nel comma del decreto Milleproroghe dedicato alle multe previste dal Codice della strada –  è sospeso l’aggiornamento biennale delle sanzioni amministrative pecuniarie in misura pari all’intera variazione, accertata dall’Istat, dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati”.

Ecco dunque che, così come sarebbe dovuto avvenire quest’anno prima della decisione di rinviare l’intervento, entro il 1° dicembre 2025 sarà necessario un ulteriore decreto “per l’aggiornamento delle sanzioni applicate a decorrere dal 1° gennaio 2026, aggiornate all’andamento inflattivo relativo al biennio 2024-2025”, si legge sempre nel Milleproroghe.

Al fine di fornire una migliore comprensione di quanto appena detto, si ricorda che l’art. 195 del Codice della strada stabilisce che la misura, cioè l’entità, delle sanzioni amministrative pecuniarie venga “aggiornata ogni due anni” in relazione all’indice Foi (Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati) elaborato dall’Istat.

I sindacati dei consumatori chiedono di più

La decisione presa dall’esecutivo di Giorgia Meloni ha trovato il parere concorde dei sindacati dei consumatori italiani che, in alcuni casi, chiedono al governo di fare ulteriori passi in più, andando cioè completamente a rimuovere la possibilità di aumenti anche in futuro.

È questo il parere di Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori (Unc): “Bene, ottima notizia, ma non basta! Accolta la nostra richiesta, ma solo in parte. Il rincaro delle multe non si deve sospendere ma annullare”. Ciò che preoccupa è il rischio che il continuo rimando, che si protrae come detto dal 2023, possa portare il prossimo anno ad accumuli di aumenti.

“Perlomeno – ha aggiunto Dona – si specifichi che nel 2026 scatterà solo l’aggiornamento biennale relativo al 2024 e al 2025, azzerando tutti i precedenti adeguamenti sospesi e facendo ripartire un nuovo conteggio, altrimenti rischiamo di ritrovarci in un colpo solo il rialzo di 5 anni, visto che la Legge 29 dicembre 2022, n. 197 aveva già sospeso il biennio precedente”. “Sarebbe una stangata – ha proseguito il presidente Unc – Un rincaro che, considerando il nuovo indice Foi di ottobre 2024, oggi sarebbe già pari al 17,7%. Vorrebbe dire, ad esempio, che per il divieto di sosta si passerebbe da 42 a 49 euro”.

Ad avvertire degli aumenti gravosi per i consumatori era stato nei giorni scorsi anche il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso, secondo il quale l’adeguamento all’inflazione delle multe stradali poteva portare “gli importi delle sanzioni a salire attorno al +6% a partire dal prossimo 1 gennaio, con effetti da +3 a +51 euro a multa se si considerano le infrazioni più comuni”. E ancora: “Se si considera poi l’intero periodo di mancato aggiornamento delle sanzioni, che va dal 2020 al 2024 (e quindi non solo l’ultimo biennio), il rincaro per gli automobilisti potrebbe addirittura arrivare attorno al +17,6%“.