Medioeriente: effetto shock su traffici e noli. Ma che centrano le banche centrali?

Secondo alcuni analisti il blocco dei mercatili e l'aumento die noli potrebbero provocare una nuova impennata dell'inflazione con effetti sulla politica monetaria delle banche centrali

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Redazione

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Le tensioni geopolitiche in Medioriente hanno ormai coinvolto il Mar Rosso, dove le forze militari statunitensi e britanniche faticano a respingere gli attacchi dei ribelli Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, contro il passaggio delle navi mercantili. Una questione che determinando uno shock nei trasporti marittimi, dove i noli hanno raggiunti livelli esorbitanti ed i transiti sono letteralmente crollati. Una questione che, secondo alcuni analisti, rischia anche di rimettere in discussione le politiche attese sui tassi

Trasporto container Nel Mar Rosso giù del 70%

Il numero dei container trasportati in nave attraverso il Mar Rosso è colato a picco negli ultimi giorni: secondo le stime del Kiel Institute si registra un pesante calo del 66% a 200mila containers al giorno dai circa 500mila giornalieri trasportati in media a gennaio nel periodo 2017-2019.

Chiaramente, a causa degli assalti nl Mar Rosso, le navi hanno dovuto deviare il percorso che in precedenza le portava ad attraversare il Canale di Suez, mentre ora i traffici marittimi sono costretti ad aggirare il Capo di Buona Speranza in Sud Africa, con un notevole allungamento del percorso, che prevede 20 giorni di navigazione anziché 7, e naturalmente dei costi di trasporto.

Noli sono arrivati alle stelle

Il cambio di rotta ha fatto impennare i noli delle navi mercantili, che sono arrivati alle stelle. Sempre il Kiel Institute stima che il trasporto di un container standard da 40 piedi dalla Cina al Nord Europa abbia superato i 4.000 dollari USA, rispetto ai circa 1.500 dollari USA di novembre.

Il World Container Index di Drewry, una società indipendente di ricerca e consulenza nel settore mercantile, rilevato ieri 11 gennaio 2024 ha segnalato un aumento del costo questa settimana del 15% a 3.072 dollari. Secondo la società di consulenza il nolo avrebbe registrato in media una impennata del 61% a 2.670 dollari per le tariffe relative a spedizioni di unità da 40 piedi, rispetto alla precedente rilevazione datata 21 dicembre 2023. I rincari maggiori sui box spediti dall’Asia verso l’Europa ed il Mediterraneo: da Shanghai a Rotterdam +115% a 3.577 dollari, da Shanghai a Genova +114% a 4.178 dollari. Notevoli comunque anche gli aumenti relativi alle rotte in uscita dalla Cina verso gli Stati Uniti: – Los Angeles +30% a 2.726 dollari Shanghai-New York +26% a 3.858 dollari.

Uno shock che può influenzare la politica monetaria?

Le crescenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente – sottolinea la società di gestione Schroders – hanno iniziato a creare disruption nelle catene di approvvigionamento globali. Quest’ultima disruption fa seguito ai problemi di siccità nel Canale di Panama ed ai problemi che assillano Taiwan in vista delle elezioni.

Tutto ciò rischia di creare nuovi shock delle catene di approvvigionamento, come avvenuto dopo la pandemia di Covid-19, e provocare una nuova impennata dell’inflazione, che costringerebbe le banche centrali mondiali a rialzare aggressivamente i tassi d’interesse, in una fase in cui si sta pensando invece di ridurli.

Cosa accadrà veramente?. Secondo gli esperti di Schroders i riflessi dei problemi di approvvigionamento sull’inflazione dipenderanno dalla durata degli attuali sconvolgimenti, ma almeno tre importanti differenze nel contesto economico globale suggeriscono che è improbabile che i problemi nel Mar Rosso determinino un rialzo significativo dell’inflazione: la debolezza della domanda globale; l’equilibrio dei modelli di consumi fra beni e servizi; la stabilità dell’offerta che implica che vere e proprie carenze sono improbabili.

Un rischio più immediato per l’inflazione globale – si sottolinea – subentrerebbe se le tensioni in Medio Oriente iniziassero a influenzare l’offerta di materie prime, in particolare facendo salire i prezzi dell’energia. Se i prezzi del petrolio dovessero salire verso i 120 USD al barile, una simulazione prevede che l’economia globale si muoverebbe verso una stagflazione.