Manovra, Meloni incontra i sindacati per contratti e pensioni, poi il voto in Parlamento

Fissato il calendario di incontri tra la premier Meloni e i sindacati per la Manovra 2025: continua l’iter verso il voto con qualche mal di pancia di troppo nella maggioranza. 

Foto di Riccardo Castrichini

Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Pubblicato: 28 Ottobre 2024 22:26

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, incontrerà a Palazzo Chigi i vertici dei sindacati italiani per presentare loro il disegno di legge della Manovra 2025 e discutere dei temi caldi che interessano i rappresentati dei lavoratori, come il rinnovo dei contratti, il taglio del cuneo e le pensioni. L’appuntamento, così come si legge in una nota diffusa dalla Presidenza del Consiglio, è fissato per il 4 novembre alle 15.30 a Palazzo Chigi, dove sono invitati, tra gli altri, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierparolo Bombardieri e il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone. Verranno invece ricevute separatamente le sigle degli imprenditori. Un nuovo passo in avanti, dunque, per la Legge di Bilancio che, come noto, dovrà essere approvata dalle due Camere del Parlamento entro il 31 dicembre 2025. Da segnalare anche diversi scontri interni alla maggioranza di governo che potrebbero portare qualche gratta capo in più alla presidente del Consiglio.

Il calendario degli incontri per la Manovra

L’iter degli incontri di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi seguirà un calendario molto fitto che prevede mercoledì 13 novembre 2024 alle ore 16 una riunione con le associazioni d’impresa. L’incontro con le parti sociali è invece in programma nella giornata di lunedì 4 novembre.

La Commissione Bilancio analizza il testo

Nel frattempo che Palazzo Chigi, si legga Giorgia Meloni, ultimerà il giro di incontri con tutte le sigle sindacali e degli imprenditori, la Commissione Bilancio della Camera proseguirà con l’iter di analisi del testo presentato dal governo già avviato. Si tratta di 114 articoli che dovranno passare attraverso la verifica della congruità dei contenuti del testo e, solo in seguito, sarà possibile avere un calendario di massima per i passaggi successivi.

Nello stesso periodo, al Senato verrà esaminato il decreto fiscale collegato alla Manovra 2025, ovvero quello che anticipa alcune coperture, interviene sulla platea del ravvedimento speciale e assegna le eventuali maggiori entrate del concordato “prioritariamente alla riduzione delle aliquote Irpef”.

Maggioranza divisa sulla Manovra 2025

Se è vero che tutti gli organi preposti al controllo e alla verifica sono attivi, lo è altrettanto il fatto che nella maggioranza le forze politiche discutano ancora su alcuni temi della prossima finanziaria. Al centro delle discussioni ci sono soprattutto la sugar tax e le pensioni.

Il vicepremier e ministro degli Esteri (in quota Forza Italia) Antonio Tajani, più nello specifico, bacchetta il Mef (in quota Lega) per la norma che permette ai revisori dei conti del ministero nelle aziende di effettuare maggiori controlli nelle aziende che ricevono finanziamenti dello Stato. Lo stesso leader vorrebbe un maggiore aumento delle pensioni minime, rispetto ai soli 3 euro preventivati, ed è fortemente contrario alla sugar tax e alla web tax che andrebbe a tassare, in egual misura, le piccole e medie imprese digitali e i grandi colossi del web.

C’è poi la Lega di Matteo Salvini che attacca le plusvalenze sulle criptovalute e chiede che il canone Rai non subisca aumenti.

Tutti nodi che dovranno essere sciolti, quanto prima, dalle forze di maggioranza per evitare che il percorso verso l’approvazione della Legge di Bilancio possa subire ritardi ed essere oggetto di ulteriori controversie.