Lvmh compra il 10% della holding di Moncler: il potente accordo tra Arnauld e Ruffini

Lvmh acquisisce il 10% di Double R, rafforzando la presenza in Moncler e puntando a raggiungere il 22% entro 18 mesi, consolidando la partnership

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 27 Settembre 2024 07:58Aggiornato: 27 Settembre 2024 09:20

Il gigante del lusso Lvmh ha messo a segno un’operazione che parla di potere e visione a lungo termine, entrando con un 10% in Double R, la holding che controlla una fetta rilevante di Moncler. Il veicolo d’investimento di Remo Ruffini detiene infatti il 15,8% del celebre marchio dei piumini.

La mossa non si ferma qui: nel giro di 18 mesi, Double R potrà portare la sua partecipazione in Moncler fino al 18,5%, grazie a un finanziamento che sarà erogato proprio da Lvmh. Il colosso francese non si accontenta di guardare da lontano, ma mira ad accrescere il proprio peso in Double R fino a un massimo del 22%, confermando così il suo interesse nel consolidare questa partnership di lungo termine.

Ruffini, leader indiscusso

La nuova alleanza non cambia il timone di comando: Remo Ruffini resta la figura centrale e continuerà a guidare la strategia del gruppo Moncler. Da presidente e amministratore delegato, Ruffini saprà avvalersi di questo appoggio per disegnare il futuro del brand, che negli ultimi anni ha saputo reinventarsi e imporsi come uno dei nomi più influenti nel settore del lusso.

Da parte sua, Lvmh, con la sua posizione di azionista di lungo termine, offre non solo capitali, ma anche l’autorevolezza di un player che ha saputo dominare il mercato del lusso a livello mondiale.

Equilibri nel patto parasociale

Alla base di questo nuovo accordo vi è un patto parasociale che non lascia spazio a fraintendimenti: Ruffini conserva saldamente il controllo di Double R, mentre Lvmh ottiene il diritto di nominare due membri nel consiglio di amministrazione della holding e un rappresentante nel board di Moncler. Questa governance bilanciata permetterà a entrambe le parti di lavorare insieme verso obiettivi comuni, con Ruffini a mantenere una leadership forte e ben radicata.

“Questa partnership rafforza la posizione di Double R in Moncler e fornisce la stabilità necessaria per realizzare la mia visione per il futuro”, ha affermato Remo Ruffini, elogiando anche l’imprenditorialità di Bernard Arnault. “Ho sempre ammirato lo spirito imprenditoriale di Bernard Arnault e la sua profonda comprensione del settore del lusso e sono felice che supporti così chiaramente le mie ambizioni di lungo termine per gli straordinari marchi del nostro gruppo”.

Bernard Arnault, dal canto suo, ha ricambiato i complimenti: “Moncler è una delle storie di successo imprenditoriale più importanti del settore negli ultimi vent’anni. La visione e la leadership di Remo Ruffini sono straordinarie e sono lieto di investire nella sua holding per rafforzare la sua posizione di azionista di riferimento in Moncler e supportare l’indipendenza del Gruppo Moncler”. L’acquisizione ha fatto bene a Moncler, che ha fatto un balzo del +11% in Borsa.

Lvmh, l’impero di Arnault si espande a macchia d’olio nel lusso

Lvmh, il colosso del lusso guidato da Bernard Arnault, controlla un impressionante portafoglio di oltre 70 marchi, suddivisi in sei settori principali: moda e pelletteria, vini e liquori, profumi e cosmetici, orologi e gioielli, distribuzione selettiva, e altre attività.

Tra i nomi di spicco troviamo Louis Vuitton, Christian Dior, Fendi, Givenchy, e Celine nel settore della moda, mentre nel segmento dei vini e liquori spiccano Moët & Chandon, Dom Pérignon, e Hennessy. Sul fronte dei gioielli e orologi, Bulgari, Tiffany & Co., e TAG Heuer sono tra i marchi di punta.

Lvmh, con un fatturato record di 86,2 miliardi di euro nel 2023, guadagna principalmente dalla moda e pelletteria, il suo settore più redditizio. Nel primo semestre del 2024, il gruppo ha generato 41,7 miliardi di euro, con margini operativi al 25,6%, grazie anche alla crescita delle fragranze e del beauty retail come Sephora.