Nuovo massimo storico per il debito pubblico italiano a febbraio, che torna a superare la soglia dei 3mila miliardi di euro, già oltrepassata per la prima volta lo scorso novembre. Lo stock complessivo ha raggiunto i 3.024,3 miliardi, con un aumento di 42,6 miliardi rispetto a gennaio. Ma se a novembre era sceso, questa volta potrebbe restare sopra i 3mila per tanto tempo; il deficit fiscale per il 2025 è stato fissato dal governo al 3,3% del Pil, che in valore assoluto equivarrebbe a circa 75 miliardi. Ciò farebbe tendere lo stock a fine anno sopra 3.040 miliardi.
Tornano gli investitori stranieri
A trainare questa crescita è stato soprattutto l’incremento delle disponibilità liquide del Tesoro, salite di 26,2 miliardi fino a quota 76,1 miliardi: una strategia precauzionale messa in atto dal governo per rafforzare la propria posizione finanziaria. A ciò si aggiunge il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche, che ha inciso per altri 15,7 miliardi. Infine, scarti di emissione, rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione ed effetto cambio hanno contribuito per ulteriori 0,7 miliardi.
Le buone notizie arrivano dal fronte internazionale: gli investitori stranieri sono tornati a puntare sui titoli di Stato italiani. Nel solo mese di gennaio hanno acquistato altri 10,7 miliardi di euro in titoli, portando il totale delle loro detenzioni – comprensive anche di crediti diversi dai bond, a quasi 937 miliardi. Su base annua, i titoli del Tesoro in mano agli investitori esteri sono cresciuti di 126 miliardi, un valore che rispecchia quasi esattamente l’incremento complessivo del debito pubblico nello stesso arco di tempo.
Anche le famiglie italiane hanno continuato a sostenere il debito pubblico, con nuovi acquisti per 4,15 miliardi nel mese, e un incremento complessivo di 45 miliardi nell’arco di un anno. Un’ulteriore spinta arriverà dai dati di febbraio, grazie al successo del collocamento del BTp Valore Più, che ha raccolto ordini per quasi 15 miliardi di euro.
Debito per italiano a oltre 51mila euro
Come è ovvio che sia, le associazioni di consumatori hanno lanciato l’allarme su questo aumento vertiginoso. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, in una nota afferma:
“Per la seconda volta si supera la soglia monstre di 3mila miliardi che era stata raggiunta nel mese di novembre 2024. Un primato di cui faremmo volentieri a meno e che ci impedisce di usare la spesa pubblica per fronteggiare come dovremmo situazioni di emergenza, come quella che potrebbe verificarsi a fronte di una guerra dei dazi. Non è accettabile fare il gioco delle tre carte con stanziamenti già previsti per altre esigenze, dando con la mano destra quello che viene tolto con la sinistra. Se fosse un debito per italiano sarebbe pari a oltre 51 mila euro, 51 mila e 268 euro. Mentre se fosse il debito di una famiglia si arriverebbe a 114 mila e 555 euro. Da non dormirci la notte”.
E il debito frena il riarmo italiano
È proprio questo debito monstre che ha spinto l’Italia a frenare il riarmo. Da giorni il Ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti afferma che è assolutamente contrario a rivedere la traiettoria di risanamento dei conti pubblici per finanziare il riarmo, chiudendo la porta all’attivazione della clausola nazionale prevista dal progetto ReArm, che consentirebbe di escludere quelle spese dai vincoli del Patto di stabilità.
Bruxelles ha invitato i Paesi membri a comunicare l’adesione entro il 30 aprile, ma l’Italia non ha intenzione di rispondere, forte anche del fatto che il commissario Ue Valdis Dombrovskis ha ricordato nei giorni scorsi che quella scadenza non è un ultimatum.