Isee più basso dal 2025, nuove esenzioni per risparmi fino a 50.000 euro

Dal 2025 titoli di Stato e libretti fino a 50mila euro esclusi dall’Isee: riduzione per molte famiglie, ma rischi di vantaggi squilibrati

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 28 Novembre 2024 08:12

La bozza di decreto approdata alla Camera mercoledì scorso promette di ridefinire l’approccio al calcolo dell’Isee, toccando il regolamento fermo al 2013. Al centro del dibattito c’è una misura che potrebbe alleggerire l’indicatore per molte famiglie: titoli di Stato e libretti postali, fino a 50mila euro, saranno esclusi dalla dichiarazione patrimoniale dal 2025. Una modifica che si fa attendere da tempo e che trova spazio solo ora, grazie alla Legge di bilancio 2025.

Titoli di stato e libretti: cosa cambia nel calcolo Isee

Il nuovo corso include BoT, CTz, BTp, buoni postali e libretti di risparmio tra gli strumenti che non faranno più peso nel calcolo economico equivalente delle famiglie. Una semplificazione? Non del tutto: restano esclusi gli strumenti riservati agli investitori istituzionali. La rivoluzione, per ora, si ferma qui, lasciando comunque margine per un alleggerimento nelle dichiarazioni delle famiglie.

Il costo dello Stato per le agevolazioni

Dietro questa revisione c’è un risvolto non trascurabile per le casse pubbliche. La relazione tecnica stima un incremento delle spese legate ai bonus collegati all’Isee, come luce, gas e assegno unico. La previsione parla di un aumento dello 0,23% annuo, traducibile in 44 milioni di euro, già contabilizzati nei conti statali. Un impatto diretto sulle tasche dei cittadini e sui costi per sostenere le misure sociali.

Simulazioni: chi ci guadagna davvero?

Secondo le proiezioni elaborate dal Sole24Ore, una famiglia tipo composta da due genitori, due figli e una casa di proprietà potrebbe vedere il proprio Isee ridursi di 2mila euro (-8,6%) se detiene 25mila euro in titoli di Stato. La riduzione potrebbe toccare i 4mila euro (-17,2%) qualora il portafoglio mobiliare includa fino a 50mila euro di questi strumenti. Numeri che, in teoria, dovrebbero tradursi in agevolazioni più accessibili.

La modifica sembra pensata per alleggerire il calcolo dell’Isee, ma rischia di favorire chi ha risparmi investiti nei prodotti esclusi. L’esenzione fino a 50mila euro su titoli di Stato e libretti postali potrebbe infatti abbassare l’Isee in modo più evidente per chi possiede patrimoni mobiliari significativi, facilitando l’accesso a bonus e agevolazioni.

Chi ha meno risparmi o non utilizza questi strumenti potrebbe invece non ottenere alcun beneficio dalla nuova regola. Questo crea un possibile squilibrio, premiando chi ha più risorse da gestire e lasciando inalterata la posizione di chi è in difficoltà.

Le regioni chiedono chiarezza

Le Regioni hanno espresso il loro consenso alla bozza, ma non senza riserve. La necessità di un tavolo tecnico dedicato è stata ribadita con fermezza, con l’intento di correggere le distorsioni di un sistema che rischia di favorire alcuni a scapito di altri. L’obiettivo è chiaro: garantire una distribuzione delle risorse che rispetti i principi di equità e sostenibilità. Le amministrazioni locali attendono ora un segnale concreto dal governo, per evitare che il dibattito si riduca a una formalità senza seguito.

Operatori finanziari sotto la lente della nuova regolamentazione

Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 28 ottobre introduce un obbligo per banche, Poste e altri intermediari finanziari: comunicare i dati patrimoniali utili al calcolo dell’Isee. Questo passaggio tecnico mira a rendere il sistema più trasparente e affidabile, consentendo una valutazione economica delle famiglie più vicina alla realtà. Una misura essenziale per sostenere l’applicazione delle novità previste dal Dpcm.

La logica è legata alla trasparenza e alla precisione: anche se titoli di Stato e libretti postali saranno esclusi dall’indicatore fino a una certa soglia, è comunque necessario mappare l’insieme dei rapporti finanziari. In altre parole, è un controllo incrociato: gli operatori finanziari forniscono i dati necessari affinché l’Inps e altri enti competenti possano valutare correttamente la situazione economica del nucleo familiare, applicando poi le esenzioni previste.