Nuovo report Istat su inflazione e PIL: come sarà il 2024 per l’economia italiana?

Il nuovo report Istat sull'andamento dell'economia italiana, pubblicato a maggio 2024, ci fornisce un quadro chiaro e dettagliato su inflazione, PIL e prospettive future

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Pubblicato: 16 Maggio 2024 11:58

Secondo un nuovo report Istat, nel primo trimestre del 2024, l’economia internazionale ha continuato a mostrare un solido ritmo di crescita, con un’inflazione che ha decelerato più rapidamente del previsto e un mercato del lavoro che è rimasto saldo.

Ma cosa vuol dire questo per l’Italia? Cosa ci aspetta nel 2024?

Il nuovo report Istat

Secondo le stime del nuovo report Istat, con i dati aggiornati a marzo-aprile 2024 e pubblicato il 10 maggio 2024, il PIL italiano ha registrato un aumento dello 0,3% nel primo trimestre dell’anno, segnando la terza variazione positiva consecutiva.

Per comprendere meglio le dinamiche di questa tendenza, è stata eseguita una scomposizione del tasso di crescita dell’indice dei prezzi al consumo armonizzati (IPCA) e di alcune sue componenti, considerando come questi hanno poi spinto o stoppato la spinta inflazionistica. Ebbene, a questo proposito l’analisi Istat ha rivelato che l’inflazione ha decelerato più rapidamente del previsto e le condizioni del mercato del lavoro sono rimaste solide.

Se da un lato la componente nazionale ha avuto un impatto negativo, c’è da dire che anche quella estera netta ha fornito un contributo positivo. Tra dicembre 2023 e febbraio 2024, infatti, le importazioni sono calate complessivamente del 4,8%, ma le esportazioni di beni sono rimaste stabili in valore. Questi dati hanno determinato un ulteriore miglioramento del saldo commerciale dell’Italia, che è tornato positivo dalla fine del 2022.

A marzo, l’occupazione è cresciuta coinvolgendo uomini, donne e individui di tutte le età, ad eccezione dei 35-49enni. Il tasso di occupazione, pari al 62,1%, è risultato in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto a febbraio, ma per posizione professionale l’occupazione è cresciuta tra i dipendenti, permanenti e a termine, e tra gli autonomi.

L’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) ha oscillato intorno all’1,0% nei primi quattro mesi del 2024, con un aumento dello 0,9% ad aprile secondo i dati provvisori. È continuata la flessione dei prezzi dei beni energetici (-12,0% ad aprile) mentre i prezzi dei beni alimentari sono aumentati del 2,6% ad aprile, rispetto al +5,6% di gennaio.

Infine, risultati delle rilevazioni sul sentiment di consumatori e imprese hanno mostrato un peggioramento ad aprile. Dopo il recupero di marzo, la fiducia delle imprese ha registrato un calo diffuso in tutti i settori, mentre quella dei consumatori, confermando la flessione di marzo, ha raggiunto il valore più basso dal novembre 2023.

Come incide l’inflazione sul PIL?

L’inflazione può condizionare il Pil in diversi modi. Prima di tutto, influenzando i consumi. Un aumento dell’inflazione infatti può ridurre il potere d’acquisto dei consumatori, poiché i prezzi dei beni e dei servizi aumentano. Di conseguenza, i consumatori potrebbero ridurre i loro acquisti, riducendo la domanda aggregata e influenzando negativamente la crescita economica.

Un’alta inflazione può anche influire negativamente sugli investimenti. Gli investitori potrebbero essere riluttanti a investire in un’economia con un’inflazione elevata a causa dell’incertezza sui rendimenti reali degli investimenti. Da qui, il possibile avvio di politiche di contrasto all’inflazione che può portare ad un conseguente aumento dei tassi di interesse. E tassi di interesse più elevati possono scoraggiare i consumatori e le imprese a contrarre prestiti e a investire, riducendo così la spesa e gli investimenti e influenzando il Pil.

L’inflazione può infine avere un impatto sulla competitività delle esportazioni di un paese. Se l’inflazione di un paese è più alta rispetto a quella dei suoi partner commerciali, i prezzi dei suoi beni potrebbero diventare meno competitivi sui mercati internazionali, riducendo le esportazioni e influenzando negativamente il Pil.

In conclusione, un’alta inflazione può impattare negativamente sul Pil attraverso diversi canali, mentre una bassa inflazione o una deflazione possono stimolare la crescita economica promuovendo la spesa e gli investimenti. Quindi, i dati che confermano una decelerazione dell’inflazione portano a sperare in conseguenze positive per l’economia italiana, tra cui un aumento del potere d’acquisto dei consumatori, una maggiore redditività delle imprese e un sostegno alla competitività delle esportazioni. Tuttavia, è importante considerare anche altri fattori che possono influenzare l’andamento dell’economia nel suo complesso.

Come sarà il 2024 per l’economia italiana?

Dalle informazioni fornite dall’Istat, il 2024 per l’economia italiana sembra caratterizzato da una crescita economica moderata, ma stabile. Questo perché, nonostante il Pil abbia registrato un aumento dello 0,3% nel primo trimestre dell’anno, si prevede comunque una crescita contenuta.

Inoltre, ci sono alcuni fattori di incertezza da considerare.

Per esempio, l’inflazione è rimasta relativamente contenuta nei primi mesi del 2024, oscillando intorno all’1,0%, ma visti gli ultimi sviluppi a livello geopolitico, non sappiamo come l’andamento futuro dei mercati influenzerà la domanda aggregata, gli investimenti e il commercio. Non è escluso quindi che una nuova instabilità globale possa influenzare a scatenare un’altra corsa inflazionistica.

Inoltre, i dati confermano che le esportazioni sono rimaste stabili, mentre le importazioni sono diminuite. Ed è importante valutare come l’andamento della domanda interna ed esterna potrebbe evolvere nel corso dell’anno e influenzare la crescita economica complessiva.

Infine, a marzo, si è registrata una crescita dell’occupazione che coinvolge diverse categorie di lavoratori, ma si continuare a monitorare anche stipendi e potere d’acquisto, poiché i salari potrebbero influenzare la spesa dei consumatori e l’attività economica. Per esempio, il fatto che il sentiment degli imprenditori e dei consumatori sia peggiorato ad aprile, con una fiducia in calo e diffusa in tutti i settori, potrebbe influenzare gli investimenti e la spesa.

Aspettative e prospettive future

Nel contesto attuale dell’economia italiana, le aspettative e le prospettive future giocano un ruolo cruciale nel delineare il percorso della crescita economica. Analizzando i dati disponibili e considerando le tendenze emergenti, è possibile dedurre però che le aspettative sull’andamento dei prezzi al consumo riflettono un quadro bilanciato.

Nel mese di aprile, le attese di riduzione e quelle di aumento dell’inflazione nei successivi dodici mesi sono risultate sostanzialmente equilibrate, con un leggero rafforzamento delle attese di maggiore inflazione rispetto al mese precedente. Questo suggerisce una certa cautela da parte dei consumatori, che potrebbero essere preoccupati per un possibile aumento dei costi dei beni e dei servizi nel prossimo futuro.

Inoltre, è importante notare che la maggior parte delle imprese segnala una stabilità nelle intenzioni di pricing, con circa l’83,7% delle aziende che non prevede variazioni significative nei prezzi dei loro prodotti.

Guardando avanti, rimane fondamentale continuare a monitorare da vicino l’evoluzione delle aspettative e delle prospettive future, senza dimenticare che le incertezze legate alla situazione geopolitica globale e alle politiche monetarie e fiscali continueranno a influenzare l’economia italiana nei prossimi mesi. Tuttavia, c’è anche spazio per ottimismo, con segnali di ripresa economica e un’attenzione crescente verso la sostenibilità e l’innovazione.