A maggio, l’inflazione è rimasta stabile rispetto ad aprile, mantenendosi al +0,8%. Questa stabilizzazione è il risultato principale della diminuzione delle pressioni sui prezzi dei beni alimentari lavorati, che sono scesi dal +2,5% di aprile al +1,8% di maggio. Analogamente, alcuni servizi, tra cui quelli legati al trasporto e all’abitazione, hanno contribuito a questo andamento. Questi dati emergono dal report mensile dell’Istat riguardante i prezzi al consumo in Italia.
Questi fattori hanno controbilanciato il rallentamento delle forze deflazionistiche nel settore energetico, dove i prezzi, sebbene in netto aumento, rimangono significativamente negativi (-11,6% rispetto al -12,1% di aprile). Inoltre, la variazione annuale dei prezzi del “carrello della spesa” ha continuato a diminuire, passando dal +2,3% di aprile al +1,8% di maggio, mentre l’inflazione di fondo ha registrato un leggero calo, scendendo dal +2,1% al +2,0%.
Le divisioni di spesa
La stabilizzazione dell’inflazione a maggio è anche attribuibile alla deflazione registrata nelle categorie Abitazione, acqua, elettricità e combustibili, che sono passati da una riduzione del 9,0% a una del 9,5%. Inoltre, si è osservata una decelerazione dei prezzi nei settori di Prodotti alimentari e bevande analcoliche, scesi dal +2,5% di aprile al +2,0%, così come nei settori di Bevande alcoliche e tabacchi (passati dal +2,7% al +2,2%), Mobili, articoli e servizi per la casa (ridotti dal +1,0% al +0,7%), e Abbigliamento e calzature (dall’1,5% all’1,2%).
D’altra parte, alcuni settori hanno contribuito ad aumentare l’inflazione, come dimostrato dall’incremento dei prezzi nei Trasporti, saliti dal +2,0% al +2,5%, e nei settori di Ricreazione, spettacoli e cultura, che sono passati dall’0,8% all’1,5%.
Analizzando la composizione del tasso di inflazione attraverso i contributi delle singole sottocomponenti, si nota che l’incremento dei prezzi di Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,538 punti percentuali), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,359 punti percentuali) e Trasporti (+0,354 punti percentuali) ha contribuito positivamente all’inflazione complessiva.
Al contrario, è stato registrato un significativo contributo negativo dai prezzi di Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-1,051 punti percentuali), mentre il contributo della divisione Comunicazioni è stato più contenuto (-0,132 punti percentuali).
Scende il carrello della spesa: da +2,3% a +1,8%
A maggio, la stabilità dell’inflazione è supportata principalmente dall’ampliamento della deflazione nei prezzi dei Beni, che sono scesi da -0,6% a -0,9% su base annua, e dalla crescita stabile dei prezzi dei Servizi (+2,9%). Il differenziale inflazionistico tra i Servizi e i Beni si è quindi allargato a +3,8 punti percentuali, rispetto ai +3,5 del mese precedente.
Nel dettaglio dei Beni, l’andamento dei prezzi dei Beni alimentari ha registrato una decelerazione, in particolare per gli Alimentari lavorati (il cosiddetto “carrello della spesa”), passati da +2,5% a +1,8% su base annua (con una diminuzione dello 0,2% su base mensile). Al contrario, i prezzi degli Alimentari non lavorati sono rimasti stabili a +2,2% su base annua, con un aumento del 1,4% rispetto al mese precedente, dovuto all’accelerazione dei prezzi della Frutta fresca e refrigerata (+6,2% su base annua, +6,1% su base mensile) e al rallentamento dei prezzi dei Vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (variazione tendenziale nulla, +1,1% su base mensile).
Passando ai Beni energetici, la deflazione è stata meno marcata a maggio, con una riduzione dei prezzi da -12,1% a -11,6% rispetto all’anno precedente (con un calo dello 0,9% su base mensile). In particolare, i Beni energetici non regolamentati hanno mostrato un leggero rialzo, attestandosi a -13,5% (da -13,9% di aprile, con una diminuzione dell’1,1% su base mensile). Questo è stato influenzato dai prezzi del Gasolio per riscaldamento (+4,4% su base annua, -1,7% rispetto ad aprile), del Gasolio per mezzi di trasporto (+4,9% su base annua, -2,5% rispetto al mese precedente) e della Benzina (+3,8% su base annua, -0,6% rispetto ad aprile).
I prezzi dell’Energia elettrica nel mercato libero sono rimasti stabili a -31,2% su base annua (con una diminuzione del 1,9% su base mensile), mentre i prezzi del Gas di città e del gas naturale nel mercato libero hanno registrato una flessione accentuata, passando da -33,1% a -35,9% su base annua (con una diminuzione dello 0,2% rispetto ad aprile).
I dati dell’inflazione nelle regioni italiane
A maggio, l’inflazione nelle cinque ripartizioni del territorio nazionale presenta un quadro differenziato: il Nord-Est e il Centro mostrano una stabilità nei tassi di crescita, mentre si registra una lieve decelerazione nelle altre ripartizioni. In particolare, l’andamento percentuale su base annua si attesta a +1,0% sia nel Nord-Est che nel Centro, cifre superiori alla media nazionale. Al contrario, nelle Isole l’inflazione è scesa al +0,7% rispetto all’0,8% registrato ad aprile, mentre nel Sud rimane stabile a +0,8%. Nel Nord-Ovest si è registrato un calo al +0,6%, confermando un trend di moderazione dei prezzi in quella regione.
- Veneto: 1,3%
- Toscana: 1,1%
- Sardegna: 1,0%
- Campania: 0,9%
- Friuli-Venezia Giulia: 0,9%
- Umbria: 0,9%
- Emilia-Romagna: 0,9%
- Lazio: 0,9%
- Lombardia: 0,8%
- Calabria: 0,8%
- Sicilia: 0,7%
- Marche: 0,5%
- Trentino-Alto Adige: 0,5%
- Liguria: 0,5%
- Puglia: 0,4%
- Piemonte: 0,4%
- Basilicata: 0,3%
- Abruzzo: 0%
- Molise: -0,4%
- Valle d’Aosta: -0,6%
Nei capoluoghi delle regioni, delle province autonome e nei comuni non capoluoghi di regione con più di 150mila abitanti, l’inflazione più elevata a maggio si registra a Rimini e Parma, entrambe al +1,6%, e a Cagliari, al +1,5%. Al contrario, si evidenziano variazioni tendenziali negative ad Ancona (-0,2%), Campobasso (-0,5%) e ad Aosta (-0,6%).
Unc: “+161 euro solo per mangiare e bere per coppia con 2 figli“
“I prezzi proseguono la loro corsa. In un solo mese, nonostante oramai i prezzi siano lunari, salgono dello 0,2%, il doppio rispetto ad aprile. La notizia peggiore è che i Prodotti alimentari e le bevande analcoliche, ossia le spese obbligate per definizione, che un mese fa avevano registrato una variazione congiunturale nulla, ora non solo tornano a crescere ma volano in appena un mese dello 0,5%. Una pessima novità per chi già fatica ad arrivare alle fine del mese” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Per una coppia con due figli, l’inflazione tendenziale pari allo 0,8% significa, nonostante il risparmio sulla voce Abitazione ed elettricità pari a 438 euro, un aumento del costo della vita pari a 76 euro su base annua, anche se ben 161 euro servono solo per far fronte ai rincari del 2% dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 36 euro, ma sono necessari ben 146 euro in più per mangiare e bere. Il primato alle famiglie numerose con più di 3 figli con un aggravio di 191 euro soltanto per nutrirsi e dissetarsi” conclude Dona.