Incentivi per auto e colonnine elettriche, il piano del governo

In un intervista a Repubblica, il ministro Urso ha illustrato tutte le voci di spesa riservate alla riconversione green dell’automotive: frizioni con Salvini

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Redazione

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Tra le tante contraddizioni che caratterizzano questa prima fase d’azione del governo di Giorgia Meloni, ce ne sono alcune che risaltano in maniera più evidente di altre agli occhi dell’opinione pubblica, mostrando come esistano dei veri e propri punti di frizione tra le forze che compongono la maggioranza di centrodestra.

Infatti, fin dall’inizio della campagna elettorale, l’unione tra gli alleati è sembrata più finalizzata al raggiungimento dell’obiettivo finale (la vittoria alle urne) piuttosto che dettata da una reale convergenza sui singoli temi. La riprova si è avuta durante la spartizione dei ministeri, con Lega e Forza Italia che hanno messo a dura prova la tenuta dei nervi della premier.

Incentivi per la conversione green del parco auto, le parole del ministro Adolfo Urso

Capita spesso che questa disomogeneità diffusa tra i componenti dell’esecutivo si mostri in modo palese anche nelle parole che gli stessi ministri utilizzano durante gli interventi in Aula o nel corso dei faccia a faccia con i giornalisti durante le conferenze stampa.

L’ultimo caso è quello che coinvolge Adolfo Urso, titolare del dicastero per le Imprese e il Made in Italy: in un’intervista rilasciata di recente al quotidiano Repubblica, l’esponente di Fratelli d’Italia ha mostrato un atteggiamento totalmente opposto rispetto al suo collega Matteo Salvini su un argomento specifico che riguarda la conversione green del parco auto italiano.

Automotive, quanti soldi ci sono per la sostenibilità ambientale

“Il nostro obiettivo è supportare la riconversione e il consolidamento della filiera nazionale dell’automotive per garantirne la sostenibilità ambientale, così come quella economica e sociale”. Queste la parole con cui Adolfo Urso ha esordito nel colloquio con il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari e oggi diretto da Maurizio Molinari.

Snocciolando qualche dato, il ministro ha ricordato come siano stati già stanziati 8,7 miliardi di euro dal precedente governo di Mario Draghi proprio per incentivare la riconversione green del parco auto italiano. Inoltre ha specificato che anche per il prossimo futuro – ossia fino al 2030 – sono già in programma altri 14 miliardi di euro destinati alla medesima causa e derivanti da tre voci distinte del bilancio nazionale, ossia

  • le risorse accantonate negli anni scorsi;
  • il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza;
  • i fondi Ipcei (acronimo di Importanti Progetti di Interesse Comune Europeo).

Riduzione delle emissioni inquinanti: l’attacco di Matteo Salvini

A quanto pare quindi il governo presieduto da Giorgia Meloni pare intenzionato ad inserirsi nel solco tracciato dall’Unione europea in materia di emissioni inquinanti. Le istituzioni comunitarie hanno infatti individuato il 2035 come anno entro la quale entrerà in vigore lo stop alle immatricolazioni di auto e furgoni alimentati a diesel, metano e benzina.

Un cambiamento graduale ma radicale quello annunciato direttamente dalla presidente Ursula von der Leyen, che ha provocato le ire del segretario leghista. Nelle ore successive alla comunicazione della presidente della Commissione europea, il capo del Carroccio ha replicato via Twitter descrivendo la decisione come “una follia e un grave errore“, aggiungendo che “questa scelta provocherà la chiusura di fabbriche e negozi in tutta Italia, con operai e artigiani che rimarranno senza lavoro e senza stipendio”.