Ilva, cinque multinazionali interessate a investire nell’acciaieria: circolano i nomi di Arvedi e Metinvest

Il ministro Urso ha spiegato che a qualunque investitore entrerà verrà applicata la norma del golden power

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

“Cinque multinazionali hanno mostrato interesse per l’Ilva”, ha dichiarato Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, durante un incontro con lavoratori e sindacati presso lo stabilimento ex Ilva di Genova Cornigliano.

Urso ha specificato che, indipendentemente dall’investitore selezionato, sarà attuata la procedura del golden power, che consente al governo di imporre divieti o prescrizioni per garantire la continuità produttiva e gli investimenti. Ha inoltre aggiunto che il governo sta attivamente lavorando sul piano industriale per l’Ilva.

Le mosse del Governo: “Pronta la mappatura degli impianti”

“Ieri a Bruxelles”, ha proseguito, “ho avuto un incontro con il commissario Ue per il Mercato Interno e i Servizi, Thierry Breton, a cui ho presentato le nostre intenzioni riguardo all’Ilva”, con l’obiettivo di ottenere il via libera per il prestito ponte. Questo prestito sarà autorizzato tramite le risorse previste nel decreto legislativo sull’ex Ilva, il quale sarà discusso in Parlamento la prossima settimana.

Con tale decreto, ha continuato, “abbiamo assicurato una parte significativa delle risorse del fondo destinato specificamente alla tutela ambientale degli stabilimenti. Inizialmente, saranno disponibili 150 milioni di euro. Abbiamo creato le condizioni per una migliore gestione finanziaria, sia attraverso la persuasione morale con alcune società fornitrici di materie prime, che hanno accettato forniture con pagamenti differiti, sia tramite accordi con alcuni clienti, i quali hanno anticipato il pagamento delle fatture scadenti”.

Durante l’incontro a Cornigliano, i sindacati hanno anche avuto un incontro con il commissario Giancarlo Quaranta, uno dei tre commissari di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria. Quaranta ha annunciato l’avvio imminente di una mappatura degli impianti per valutare gli interventi necessari. Ha precisato che questa mappatura sarà utile per identificare gli impianti che richiedono manutenzione ordinaria e quelli che richiedono interventi straordinari. Ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento di tutti i lavoratori in questo processo.

Nel decreto relativo all’ex Ilva sono stati previsti 320 milioni di euro, i quali necessitano dell’approvazione da parte di Bruxelles. Quaranta ha specificato che queste risorse saranno utilizzate al meglio per accelerare il recupero degli impianti.

Quali sono le aziende interessate

Alcuni nomi di possibili multinazionali interessate circolano già da tempo: il colosso ucraino dell’acciaio Metinvest, Vulcan Green Steel (del gruppo indiano Jindal) e gli italiani di Arvedi.

Metinvest è un’azienda leader nel mercato europeo della lamiera e primario fornitore dei settori della cantieristica navale e dell’ingegneria civile. Il nome era salito nelle cronache perché era l’azienda proprietaria dell’acciaieria ucraina Azovstal, diventata teatro di guerra durante il conflitto russo-ucraino. Ma è anche quella che è presente nell’accordo per rilanciare l’acciaieria di Piombino, assieme al gruppo Danieli. In un’intervista al Corriere, Yuriy Ryzhenkov, amministratore delegato del colosso ucraino dell’acciaio Metinvest, aveva aperto proprio ad un probabile acquisto dell’ex Ilva, oltre a quello di Piombino.

Arvedi è invece un gruppo italiano, tra le più affermate realtà siderurgiche europee. Già nel 2017 Arvedi con Jindal, Cdp e Delfin aveva presentato un’offerta per il polo di Taranto, come cordata antagonista di ArcelorMittal, ma poi si preferirono questi ultimi. Il gruppo Arvedi ha chiuso il 2022 con 7 miliardi 756 milioni di ricavi e un risultato netto di 640 milioni di euro.