Ancora cattive notizie per il Governo: dopo l’accoglienza decisamente gelida di Confindustria, anche i Sindacati chiedono al Governo di correggere il tiro: è questo l’obiettivo dell’emendamento congiunto inviato nelle scorse ore da Cgil Cisl e Uil ai partiti che vorranno rispondere all’appello per rimettere mano alla Legge di Bilancio.
Sindacati, il documento congiunto
Secondo quanto ha ricostruito l’Adnkronos sotto la lente sono finite sia le ipotesi di Flat tax che i condoni fiscali inseriti dall’esecutivo nella legge di stabilità di cui, appunto, i sindacati chiedono lo “stralcio”. Il tempo però è poco, c’è tempo fino al 7 dicembre per presentare gli emendamenti. Nel dettaglio, i sindacati bocciano gli interventi sulla flat tax, sia la flat tax potenziata, per autonomi e partite Iva che attualmente operano nel regime forfettario al 15%, la cui soglia di reddito salirà da 65mila a 85mila euro.
Flat tax e condoni bocciati
Semaforo rosso anche per la flat tax incrementale al 15% con una franchigia del 5% e un tetto massimo di 40mila euro per lavoratori autonomi e partite Iva, anche quelle che operano nel regime ordinario. “Occorre riportare il tema fiscale nell’alveo di una riforma complessiva e progressiva”, scrivono Cgil Cisl e Uil.
Il regime forfettario, ordinario ed incrementale, infatti, “ha una molteplicità di effetti assolutamente iniqui”, si legge nelle motivazioni a sostegno dell’emendamento.
Le richieste
Da rifare, secondo i Sindacati, anche il capitolo della manovra dedicato alle “Misure di sostegno a favore del contribuente” per eliminare “ogni tipo di condono o riduzione generalizzata delle sanzioni” dal testo della legge di Bilancio. Le misure previste nel capo III, Titolo III, sono infatti riconducibili, sottolineano ancora Cgil, Cisl e Uil, “sostanzialmente a interventi che rappresentano una ipotesi di condono molto ampia, dal primo accertamento ai ricorsi pendenti in Cassazione”. Non si salva neppure l’articolo 46, sullo stralcio dei carichi fino a 1000 euro, che per i sindacati si riduce “ad un condono generalizzato anziché ad un razionale approccio alla soluzione del problema magazzino dell’Agenzia delle entrate-riscossioni”.
(Anche) Bankitalia smonta la manovra
Pochi minuti prima era arrivata anche la bocciatura di Bankitalia. “Soglie più alte per l’uso del contante “favoriscono l’economia sommersa”, mentre “l’uso di pagamenti elettronici, permettendo il tracciamento delle operazioni, ridurrebbe l’evasione fiscale”. La considerazione arriva da Fabrizio Balassone Fabrizio Balassone, capo servizio struttura economica della banca d’Italia davanti alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla legge di bilancio. secondo il quale “i limiti all’uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione”.
Le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di alcuni istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del paese che anima il Pnrr e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”.
“Rischio Paese torni indietro”
“In un periodo di inflazione elevata, la coesistenza di un regime a tassa piatta e uno a progressività come l’Irpef comporta una ulteriore penalizzazione a chi è soggetto aquest’ultimo”, ha proseguito Balassone. “La sussistenza di regimi fiscali eccessivamente differenziati tra differenti tipologie di lavoratori – ha spiegato – pone un rilevante tema di equità orizzontale, con il rischio di trattare diversamente,in modo ingiustificato, individui con stessa capacità contributivo”.
Intanto, il Governo potrebbe fare retromarcia proprio sul limite a 60 euro per le sanzioni sui negozianti che non accettano i pagamenti digitali via Pos: ieri la presidente del Consiglio ha detto che potrebbe anche scendere.