Soffiano, sempre di più, venti di guerra sulla crisi Russia-Ucraina. Nella serata di ieri, in un lungo discorso alla nazione il Presidente Putin ha riconosciuto l’indipendenza delle repubbliche separatiste ucraine, Lugansk e Donetsk, firmando il decreto al Cremlino in diretta tv, alla presenza dei leader delle due entità del Donbass. Ha anche ordinato al ministero della Difesa di dispiegare forze armate “per assicurare la pace”.
Russia- Ucraina, venti di guerra
L’annuncio della Russia non è altro che teatro, apparentemente progettato per creare un pretesto per un’ulteriore invasione dell’Ucraina”, commenta l’ambasciatore degli Stati Uniti all’ONU Linda Thomas-Greenfieldli.
Attese sanzioni: “Ci stiamo coordinando con i nostri alleati e partner su questo annuncio”, ha aggiunto un portavoce della Casa Bianca. Nelle ultime ore, la Presidente della Commissione Ue von der Leyen e il suo capo di gabinetto, Bjoern Seibert sono stati in stretto coordinamento con gli uffici del Dipartimento di Stato Usa e con il consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan per mettere a punto la strategia, in particolare, concordando i settori sui quali intervenire.
In realtà, il pacchetto sarebbe stato definito nel suo impianto generale ma non messo nero su bianco perchè la Presidente teme una fuga di notizie che potrebbe rivelarsi un boomerang.
Mosca, pronte le sanzioni: cosa rischia l’Italia
Quel che è certo è che a pagare il prezzo più alto da eventuali sanzioni nei confronti di Mosca potrebbe essere proprio l’Italia che farà di tutto (probabilmente senza riuscirci) perché dal pacchetto di sanzioni venga escluso il settore energetico vista la nostra grande dipendenza dalle forniture di gas russo.
“Al momento – ha detto il Presidente del Consiglio Draghi pochi giorni fa – una valutazione sull’impatto quantitativo delle eventuali sanzioni ancora non c’è ma si sa che certe sanzioni avrebbero più impatto sull’Italia e meno su altri Paesi. E la risposta è abbastanza chiara: tutte le sanzioni che impattano indirettamente su mercato energetico impattano di più sul paese che importa più gas. E l’Italia ha solo il gas, non ha il nucleare e il carbone ed è più esposta. Si sta anche studiando come l’Italia possa continuare a essera approvigionata da altre fonti se dovessero venire meno quelle dalla Russia”.
Ad essere preoccupata dall’impatto delle sanzioni è anche la Germania. “Anche se la fornitura di gas non sarà limitata, – ha affermato il presidente dell’Istituto Ifo per la ricerca economica Clemens Fuest – ci potrebbe comunque essere uno shock dei prezzi, almeno temporaneamente. Questo in Germania potrebbe interessare in egual misura sia le abitazioni private che le industrie. Al momento prevediamo un’inflazione del 4 per cento al 2022. Se scoppierà la guerra potrebbe essere anche più alta”.
Mosse e contromosse
Intanto, una prima (contro)mossa potrebbe arrivare già oggi, dopo la decisione di Putin di riconoscere l’indipendenza delle Repubbliche filorusse in Ucraina. Le sanzioni – che per essere operative dovranno ricevere il via libera dai Governi degli Stati membri – dovrebbero interessare, in particolare, il blocco al trasferimento di tecnologie avanzate ma anche il blocco degli acquisti di titoli sui mercati secondari insieme all’obbligo di cambiare prima in euro tutte le transazioni tra rubli e dollari.