Covid e lavoratori irregolari: le regioni che hanno ricevuto più fondi

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il riparto tra le regioni delle somme destinate al contrasto del lavoro irregolare e al finanziamento del Servizio sanitario nazionale durante l'emergenza Covid

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Pubblicato: 22 Febbraio 2024 13:39

Nella Gazzetta Ufficiale del 17 marzo 2024 (GU serie generale n. 40) è stato pubblicato il decreto con il riparto, tra le regioni, delle somme destinate al contrasto del lavoro irregolare e al finanziamento del Servizio sanitario nazionale durante l’emergenza Covid.

Vediamo, nel dettaglio, quali sono le regioni che hanno ricevuto di più.

I fondi arrivati durante la pandemia

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, durante la fase più delicata della pandemia avevano emesso tutta una serie di direttive volte a ottimizzare il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in risposta all’emergenza COVID-19. Tra il 2020 e il 2021 sono stati promossi anche una serie di interventi per favorire l’emersione di rapporti lavorativi irregolari.

Una delle disposizioni principali riguardava l’incremento del finanziamento dello SSN da parte dello Stato, pari a 170 milioni di euro per il 2020 e a ulteriori 340 milioni di euro a partire dal 2021, come previsto dal comma 24 dell’articolo 103 del decreto 21 dicembre 2023 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Questi fondi erano destinati in particolare a sostenere le strutture sanitarie nel gestire l’emergenza sanitaria e a finanziare progetti volti a regolarizzare rapporti di lavoro irregolari.

Lo stesso decreto ministeriale, pubblicato in GU il 17 febbraio, ha stabilito inoltre la ripartizione di tali fondi tra le diverse regioni italiane, tenendo conto del numero di lavoratori extracomunitari emersi.

Nel dettaglio, secondo quanto previsto da tali direttive, è stato stanziato l’importo di 63.748.334,00 euro, corrispondente al 61,90% del totale di 102.986.000,00 euro per l’anno 2020. Poi, allo stesso scopo, è stata ripartita un’ulteriore somma di 127.497.000,00 euro, pari al 61,90% del totale di 205.972.000,00 euro, per l’anno 2021.

Le regioni che hanno ricevuto di più

Nella recente ripartizione delle risorse previste dal decreto pubblicato in GU il 17 febbraio, quindi, emerge un quadro dettagliato delle istanze pervenute e dei finanziamenti destinati a ciascuna regione.

Dai dati forniti, risulta evidente che la Lombardia e la Campania si distinguono per aver ricevuto la quota più consistente di fondi per l’emersione dei lavoratori stranieri irregolari.

La Lombardia, regione leader per numero di istanze pervenute, ha ricevuto per esempio un finanziamento totale di oltre 26 milioni di euro per il 2021, mentre la Campania ha ottenuto più di 14 milioni di euro nello stesso periodo.

Segue la regione Emilia Romagna, che ha ricevuto oltre 14 milioni di euro, confermando la sua posizione di rilievo nella ripartizione delle risorse.

Al contrario, alcune regioni hanno ricevuto quote inferiori di finanziamento, come la Valle d’Aosta e il Molise, che hanno ottenuto rispettivamente meno di 100.000 euro.

Di seguito, nel dettaglio, i dati con gli importi che tiene conto delle istanze pervenute, i permessi di soggiorno richiesti (con percentuale annessa). Nelle colonne finali c’è anche il confronto tra l’anno 2020 e 2021.

I fondi arrivati durante la pandemia per contrastare il lavoro irregolare
Fonte: Gazzetta Ufficiale serie n.40 del 17 febbraio 2024
I fondi arrivati durante la pandemia per contrastare il lavoro irregolare

Complessivamente, come si può notare, il totale nazionale degli importi assegnati per il 2020 ammonta a oltre 63 milioni di euro, mentre per il 2021 si superano i 127 milioni di euro.

C’è da dire, inoltre, che questi dati evidenziano la variazione nella domanda di permessi di soggiorno per lavoratori stranieri anche in base alle esigenze occupazionali e demografiche delle diverse regioni italiane. Ad esempio, regioni come Lombardia e Campania, con un alto numero di istanze, riflettono la presenza di una grande domanda di forza lavoro immigrata, mentre regioni come la Valle d’Aosta hanno una domanda molto più bassa, probabilmente correlata a una popolazione e un’economia più piccole.