Private Banking: da AI a più protezione, le sfide del futuro

La fotografia scattata dalla XIX edizione del Forum AIPB (“Un patto tra le generazioni: l'agenda del Private Banking”) che ha riunito a Palazzo Mezzanotte a Milano oltre 450 rappresentanti della distribuzione e della produzione del settore

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Redazione

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Numeri decisamente positivi per l’industria del Private Banking che, sulla spinta degli ottimi risultati di raccolta (+5,3%) registra una crescita dell’8,2% rispetto al 2022 raggiungendo, a fine 2023, 1.076 miliardi di euro di asset in gestione, accompagnati da un livello di soddisfazione della clientela mai registrato prima. Evidenze che confermano la fiducia della clientela per un modello di servizio caratterizzato dalla presenza di professionisti dedicati ad elevata professionalità.

Private Banking: raccolta +8,2%

E’ il contesto nel quale si è svolta la XIX edizione del Forum AIPB (“Un patto tra le generazioni: l’agenda del Private Banking”) che ha riunito lo scorso 28 novembre a Palazzo Mezzanotte a Milano oltre 450 rappresentanti della distribuzione e della produzione del settore del Private Banking e più di 2.000 Private Banker e consulenti finanziari si collegheranno da remoto.

In particolare, sono tre le sfide chiave individuate dal Private Banking per una crescita sostenibile nel tempo del proprio modello di servizio, in uno scenario economico e finanziario complesso e mutevole: la capacità di rafforzare il presidio delle future generazioni di clientela con un approccio alla consulenza multigenerazionale; lo sviluppo di una “protezione” che non si limiti solo all’ambito finanziario; la capacità di cogliere le opportunità offerte dall’utilizzo dei dati e dall’intelligenza artificiale. A queste si aggiunge la necessità di attrarre nuove generazioni all’interno del settore, per portare nuove competenze, assicurandosi però di non disperdere quelle maturate nel tempo e promuovendo la creazione di squadre multigenerazionali.

Le tre sfide

“Nei prossimi anni l’industria assisterà a ingenti passaggi di ricchezza da parte dell’attuale generazione di clienti verso la successiva. Per non disperdere il patrimonio servito dal Private Banking, sarà quindi fondamentale rinnovare il patto di fiducia con una nuova generazione di clienti, favorendo un maggiore coinvolgimento e imparando a conoscerli fin da subito, indagandone priorità di vita, aspettative sul servizio e sistema di valori”, ha detto Andrea Ragaini, Presidente dell’Associazione Italiana Private Banking (AIPB), nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento.

 

“Le preoccupazioni delle famiglie orientano di conseguenza le loro preferenze d’investimento e modificano l’orizzonte temporale con cui i clienti affrontano le scelte di pianificazione patrimoniale”, ha osservato il Presidente di Aipb, ricordando che “nel 2023 sono tornati ad assumere rilevanza i timori legati agli effetti dell’inflazione e al calo del reddito, uniti alle preoccupazioni per la salute, la longevità e il benessere della famiglia”.

Inflazione e volontà di preservare il valore del patrimonio nel tempo hanno influenzato la ricomposizione del portafoglio finanziario. Le preferenze delle famiglie private si sono infatti orientate nel primo semestre verso gli investimenti che hanno maggiormente beneficiato dell’aumento dei tassi. Titoli di Stato e obbligazioni sono così cresciuti del 33% sul valore totale degli asset gestiti dal settore. Il contributo delle azioni, invece, è stato marginale. I fondi di investimento e le gestioni patrimoniali hanno registrato una crescita positiva, ma significativamente inferiore, pari al 4,3% delle masse gestite, mentre il comparto assicurativo ha subito un calo dell’1,7%.

Ampliare concetto di protezione

Viene anche sottolineata la necessità di ampliare il concetto di protezione. Numeri alla mano, il 53% della ricchezza delle famiglie italiane (pari a 10.900 miliardi di euro) è detenuta in immobili. Tale patrimonio però è datato (l’86% sono stati costruiti prima del 1990) e si colloca in territori fragili (il 94% dei comuni si trova in una zona a rischio). Inoltre, le famiglie Private hanno un patrimonio immobiliare ampio e articolato e quindi sono più esposte della media (due terzi ha una seconda o una terza casa e un quinto è proprietario dell’immobile aziendale). A ciò si aggiunge che negli anni il rischio di calamità naturali è aumentato considerevolmente. Nonostante questo, gli italiani rimangono sotto-assicurati: il confronto internazionale, infatti, registra un premio medio in Italia pari a 300 euro (escluso RC Auto), mentre in altri Paesi europei si registrano valori molti più alti. Ad esempio, circa 550 euro in Spagna fino ai quasi 3.500 nei Paesi Bassi. Le famiglie Private, inoltre, svolgono professioni più esposte ai “rischi”, poiché il 23% è rappresentato da imprenditori, il 18% da liberi professionisti e il 17% da autonomi, professioni che hanno maggiore bisogno di essere assicurati.