Sul prezzo dell’oro pesa l’effetto Trump, perché il metallo giallo cala dopo l’impennata

Donald Trump piace ai mercati, che si sentono rassicurati dal suo piano di rilancio dell'economia Usa. L'oro, tipico prodotto rifugio in caso di incertezza, perde appeal

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 17 Novembre 2024 21:12Aggiornato: 17 Novembre 2024 21:43

I mercati hanno risposto positivamente all’elezione di Donald Trump a 47° presidente degli Stati Uniti d’America, soprattutto per quanto riguarda industrie e Bitcoin. A gongolare è soprattutto Elon Musk, i cui asset si sono impennati garantendogli un guadagno di 13 miliardi di dollari in un solo giorno dalla vittoria di Trump.

Ma c’è un mercato che ha risentito negativamente dell’effetto Trump: è quello dell’oro, che ha registrato una frenata di quasi il -7% dopo anni di crescita continua. L’oro aveva toccato il suo massimo alcune settimane fa superando i 2.700 dollari l’oncia. Oggi si aggira sui 2.550 dollari.

Deutsche Bank certifica che la performance del metallo prezioso è stata la peggiore rispetto ad almeno altre 13 finestre elettorali presidenziali americane. Le ragioni alla base di questo trend sono diverse.

La ricetta Trump rassicura i mercati

“Le persone si interessano davvero all’oro solo quando nient’altro funziona“, ha dichiarato Rob Haworth, direttore senior della strategia di investimento presso Us Bank. “Le azioni stanno andando bene; si vedono anche solidi rendimenti per i titoli di credito aziendale di bassa qualità. In queste condizioni, è meno probabile che si cerchino fonti alternative di crescita del portafoglio”.

Bloomberg scrive che l’agenda di Trump, che include tagli fiscali, deregolamentazione finanziaria e dazi, sta spingendo gli hedge fund a investire nei settori che potrebbero beneficiarne, come le grandi banche e le industrie manifatturiere nazionali.

Cala la febbre dell’oro

In pratica, c’è ottimismo in merito all’andamento dell’economia e dunque si smette di investire in oro, classico bene rifugio in situazioni di incertezza. L’oro aveva guadagnato oltre il 30% nell’anno precedente alle elezioni americane, stabilendo record grazie ai rischi geopolitici ed economici che avevano orientato gli investitori verso il caro vecchio metallo giallo. Ma non solo: oltre agli speculatori, anche numerosi Stati hanno scelto di aumentare le proprie riserve aurifere così da creare un effetto cuscinetto in caso di imprevisti nelle congiunture economiche. Fra i maggiori investitori si contano Cina, Turchia e Polonia, ma non solo. Questa nuova corsa all’oro ha fatto letteralmente schizzare alle stelle i prezzi.

Ma a giustificare il calo del prezzo dell’oro (che attualmente ha perso -2,8 punti) pesa anche il rafforzamento del dollaro nei giorni successivi alla rielezione di Trump, dal momento che il metallo è quotato in valuta statunitense. E l’economia americana, al netto della sofferenza del settore auto, sembra godere di splendida salute con l’inflazione in calo e la Federal Reserve che non appare orientata ad abbassare ulteriormente i tassi d’interesse.

“Considerando la forza attuale dell’economia statunitense, puntare sull’oro sarebbe una scelta contraria”, ha commentato Matt Miskin, co-responsabile della strategia di investimento presso John Hancock Investment Management. “Al momento, la percezione è che ci siano pochi rischi, sia a livello fondamentale che geopolitico. In ambienti simili, è difficile andare controcorrente”.

Permangono tuttavia alcune incertezze sul lungo termine, considerate le posizioni imprevedibili di Trump.

Il nodo dell’Ucraina

Ma a pesare sull’andamento al ribasso del prezzo dell’oro come bene rifugio ci sono anche le prospettive sulla guerra in Ucraina. Donald Trump si insedierà ufficialmente il 20 gennaio 2025, ma alcuni dettagli in merito alla sua road map per la pace fra Ucraina e Russia sono già trapelati. Il piano di Trump per la pace in Ucraina prevede di consegnare ai russi tutti i territori occupati. Se la proposta dovesse andare in porto si tratterà di una pace mutilata per il popolo ucraino. Ma tanto basta a tranquillizzare i mercati su una guerra che ha avuto importanti ripercussioni, in primis sul mercato dell’energia e su quello dei cereali.