I tempi sono maturi per una nuova svolta strategica di Pirelli, a tutela dell’italianità della tecnologia e del rafforzamento dell’azionista storico, Marco Tronchetti Provera, che conta raggiungere una partecipazione molto vicina al 30% e salutare l’azionista di controllo Sinochem, che detiene una quota del 37%. Senza troppo clamore si è assistito, nell’ultimo paio di giorni, all’ultimo episodio di una vicenda che risale ad alcuni anni fa, quando fu annunciato l’ingresso dei cinesi nel capitale di Pirelli.
L’uscita di scena di Brembo
Brembo ha annunciato ieri la cessione di 55,8 milioni di azioni Pirelli, pari al 5,58% del capitale del gruppo della Bicocca, tramite un’operazione di bookbuilding accelerato. Le azioni Pirelli sono state cedute ad un prezzo di 5,07 euro per azione, con uno sconto di circa il 5% rispetto ai prezzi di Borsa del titolo, per un controvalore di 282,9 milioni.
La vendita, secondo i calcoli degli analisti, avrebbe fruttato una modestissima plusvalenza di 73 milioni, in una fase in cui i titoli legati al comparto automotive non brillano per ovvie ragioni. Per questo motivo il mercato ha fiutato che l’affare potrebbe nascondere ben altre motivazioni che non un semplice realizzo di un investimento finanziario, anche perché la vendita è avvenuta in coincidenza con un rafforzamento di Tronchetti e Camfin nel capitale dell’azienda degli pneumatici.
Tronchetti e Camfin si rafforzano nel capitale
Mentre Brembo annunciata l’uscita di scena, Marco Tronchetti Provera, Camfin e Camfin Alternative Assets (CAA) formalizzavano l’acquisto del 2,5% del capitale di Pirelli, arrivando a detenere una quota complessiva pari a circa il 25,28% del capitale. Allo stesso tempo i rispettivi CdA hanno approvato l’autorizzazione ad acquisire ulteriori azioni Pirelli fino a una partecipazione massima complessiva del 29,9% nel corso dei prossimi 24 mesi.
L’operazione di rafforzamento – si spiega – “rinsalda il ruolo di Camfin e Mtp quali azionisti stabili” di Pirelli, ribadendo “la fiducia e l’impegno nel sostenere i progetti industriali” del gruppo.
Sfumata l’ipotesi fusione, Pirelli torna “a casa”
L’uscita di scena di Brembo in concomitanza con il rafforzamento del capitale di MTP/Camfin è stata vista come un passaggio di testimone che punta a rafforzare la guida dell’azionista storico, Marco Tronchetti Provera, decretando l’uscita di scena dell’azienda attiva nei sistemi frenanti che fa capo alla famiglia Bombassei.
L’entrata nel capitale di Brembo era avvenuta nel 2000 con una quota del 2,5%, poi passata ad oltre il 5% nel 2022, quando il rafforzamento aveva alimentato i rumors di una possibile aggregazione dei due gruppi attivi nell’automotive. Una ipotesi che ora è tramontata in parallelo alla strada che, ancor prima, portava a Pechino.
L’esercizio dei poteri del Golden Power da parte del governo italiano, infatti, ha messo la parola fine alla coabitazione fra Tronchetti Provera e gli azionisti cinesi, iniziata nel 2015, anno dell’ingresso degli stessi nel capitale dell’azienda italiana. Il divieto di partecipare alla governance decretato dal governo italiano, infatti, ha di fatto limitato i poteri dei cinesi, che hanno avviato una graduale uscita dal capitale di Pirelli: il Fondo Silk Road ha già piazzato, a maggio scorso, il 9% del capitale di Pirelli, con uno sconto del 7% sul prezzo di mercato, e lo stesso potrebbe fare Sinochem con la sua quota del 37% (o parte di essa).