I prezzi dell’oro sono tornati a salire ieri, trainati da un dollaro più debole e dalla domanda di beni rifugio, dopo che l’agenzia Moody’s ha declassato il rating del governo statunitense. Una mossa che ha innescato un sell-off degli asset statunitensi, e una flessione dei prezzi dei Treasury, che ha spinto i rendimenti trentennali al 5%.
L’oro, considerato un asset sicuro in un contesto di incertezze geopolitiche ed economiche, ha raggiunto diversi massimi storici quest’anno e ha superato in particolare i 3.400 dollari a inizio maggio, portando a casa un rialzo del 23,1% dall’inizio dell’anno. Oggi, le quotazioni consolidano a 3.216 dollari l’oncia, poco sotto i record di inizio mese, ma un prezzo ritenuto comunque elevato per il metallo prezioso.
Il downgrade Usa supporta la nuova spinta dell’oro
Moody’s ha tagliato il rating degli Stati Uniti da “Aaa” ad “Aa1”, citando l’aumento del debito e dei tassi d’interesse “significativamente più alti rispetto a quelli di titoli sovrani con rating simile”.
“Nel complesso, nei prossimi mesi, credo che l’oro rappresenti una buona scommessa sicura, considerando il declassamento degli Stati Uniti. Per me rimane un mercato da acquistare e tenere”
ha affermato Bob Haberkorn, senior market strategist di RJO Futures.
La reazione del mercato si è intensificata dopo che la proposta di legge di Donald Trump sulla riduzione delle tasse ha superato nella notte un ostacolo fondamentale al Congresso, ottenendo l’appoggio dei repubblicani conservatori.
“La combinazione di un declassamento del rating creditizio dovuto alle preoccupazioni sul debito e la quasi simultanea progressione di una legge sul taglio delle tasse probabilmente aumenterà ulteriormente l’interesse per l’oro come bene rifugio”
afferma Ricardo Evangelista, Senior Analyst di ActivTrades, aggiungendo che
“un ulteriore sostegno all’oro viene dalle tensioni geopolitiche in corso, dall’incertezza sulla crescita economica globale e dalla continua debolezza del dollaro USA”. Tuttavia, continua l’analista, “il potenziale rialzo rimane limitato dalla tregua commerciale di 90 giorni tra Stati Uniti e Cina e c’è ottimismo sul fatto che Washington possa presto annunciare ulteriori accordi tariffari con altri partner commerciali. In questo contesto, i prezzi dell’oro dovrebbero rimanere sostenuti al di sopra del livello di 3.200 dollari, con spazio per ulteriori guadagni verso i 3.300 dollari”.
Rendimenti Treasury impennano
Le reazioni dei mercati sono state inizialmente caute. Tuttavia, spiega Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, abbiamo assistito a un forte rialzo dei rendimenti dei Treasuries. Il bond con scadenza a 30 anni ha superato il limite del 5%, quello a due anni è salito sopra al 4%.
Trump imporrà dazi ai partner non in “buona fede”
I mercati finanziari sono stati scossi anche dalle parole del Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent, il quale ha dichiarato che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump imporrà dazi più elevati sui partner commerciali che si ritiene non stiano negoziando in “buona fede.
Parlando in varie interviste televisive, durante il fine settimana, Bessent non ha chiarito cosa costituirebbe “buona fede” in queste discussioni, né ha delineato quando queste nazioni dovrebbero affrontare i dazi elevati che Trump ha annunciato per la prima volta durante un evento il 02.04.2024.
Downgrade Moody’s “indicatore in ritardo”
Il declassamento del debito sovrano degli Stati Uniti da parte di Moody’s è stato definito da bessent un “indicatore ritardatario”, colpa dell’amministrazione Biden e non della politica fiscale di Trump.
“Penso che Moody’s sia un indicatore in ritardo, è quello che tutti pensano delle agenzie di rating”
ha detto Bessent in un’intervista alla Cnn.