Bank of Japan tiene fermi i tassi d’interesse e vende ETF e fondi immobiliari

Le decisioni della banca centrale giapponese e le ragioni che stanno dietro alla scelta di tenere fermo il costo del denaro e ridurre gli asset in portafoglio

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Redazione

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Anche la Bank of Japan, come la Banca d’Inghilterra e la Bce, lascia fermi i tassi d’interesse, che restano vicinissimi allo zero ed annuncia un piano di cessione degli ETF e dei fondi immobiliari (J-REIT) in portafoglio, mettendo fine alle politiche ultra espansive tipiche dell’Abenomics e dando un segnale da falco ai mercati dopo l’aumento dei tassi di luglio.

Lo yen infatti si è apprezzato sul mercato valutario, mentre il rendimento dei titoli di stato giapponesi (JGB) è cresciuto, scontando un più probabile aumento dei tassi ad ottobre.

La decisione su tassi e vendite di ETF e fondi

Il consiglio direttivo ha votato, con una maggioranza di 7 a 2, di lasciare i tassi di interesse invariati allo 0,50%, come da attese del mercato.

Per quanto riguarda gli exchange-traded fund (ETF) e i fondi comuni di investimento immobiliare giapponesi (J-REIT) in suo possesso, la banca centrale ha deciso, all’unanimità, di vendere tali attività in conformità con i principi fondamentali per la loro cessione, tra cui il principio di evitare effetti destabilizzanti sui mercati finanziari. L’entità delle vendite sarà equivalente a quella delle “azioni acquistate da istituzioni finanziarie” (gli importi delle vendite di ETF e J-REIT rappresenteranno circa lo 0,05% dei valori di negoziazione sui mercati).

A marzo 2024, la BoJ aveva deciso di interrompere gli acquisti di ETF e J-REIT a marzo 2024, ma ha riavviato ora le vendite sul mercato ad un ritmo di circa 330 miliardi di yen all’anno per gli ETF e di circa 5 miliardi per i fondi immobiliari.

Le ragioni della scelta

La BoJ ritiene che l’economia giapponese si sia ripresa moderatamente ed consumi privati abbiano mostrato una buona tenuta, di riflesso al miglioramento della situazione occupazionale e dei redditi e nonostante la debolezza del sentiment dei consumatori dovuta all’impatto degli aumenti dei prezzi e di altri fattori.

Sul fronte dei prezzi, con il proseguimento delle misure volte a trasferire gli aumenti salariali sui prezzi di vendita, il tasso di incremento annuo dell’inflazione si è attestato di recente tra il 2,5% e il 3%, a causa degli effetti dell’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, come quelli del riso e di altri fattori. Le aspettative di inflazione sono aumentate moderatamente.

In ogni caso – si afferma – “rimane molto incerto” come evolveranno le politiche commerciali e di altro tipo a livello internazionale e come reagiranno l’attività economica e i prezzi. È pertanto necessario prestare la dovuta attenzione all’impatto di questi sviluppi sui mercati finanziari e valutari, nonché sull’attività economica e sui prezzi in Giappone.