FED lascia i tassi invariati. Non esclusi nuovi rialzi

Pausa per il secondo mese consecutivo, restano fra 5,25% e 5,50%

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Redazione

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Per la seconda volta consecutiva la Federal Reserve ha lasciato fermi i tassi d’interesse nella forchetta al 5,25-5,50 per cento. I tassi sono stati lasciati fermi per la seconda riunione consecutiva del FOMC, il braccio di politica monetaria della Fed, dopo gli 11 rialzi lanciati agli inizi del 2023, inclusi quattro nel 2023, volti a sfiammare il balzo dell’inflazione negli Stati Uniti.
“Rimaniamo fortemente impegnati a far scendere l’inflazione al nostro obiettivo (2%), ha detto il presidente della Fed Jerome Powell, nella conferenza successiva all’annuncio sui tassi da parte della banca centrale. Powell ha aggiunto che “gli effetti pieni della politica monetaria restrittiva devono essere ancora avvertiti”, che l’economia USA è cresciuta “ben oltre le attese” e che le “condizioni del mercato del lavoro rimangono rigide”.

Non sono esclusi altri rialzi (ma neanche scontati)

La decisione unanime del Federal Open Market Committee (FOMC) mantiene il costo del denaro ai massimi da 22 anni, ma non sono esclusi altri rialzi. La riunione chiave sarà quindi quella di metà dicembre, quando il braccio armato della Fed tornerà a riunirsi, ma non è così scontato: il presidente Jerome Powell, durante la consueta conferenza stampa, post decisione, ha lasciato la porta aperta ad un eventuale aumento, ma non lo indica come scontato, né per forza dovuto sul mese di dicembre.
La Federal Reserve, al momento, non ritiene di aver raggiunto quel livello ritenuto “sufficientemente restrittivo” da assicurare il calo di inflazione perseguito, ma deciderà volta per volta in base all’evolversi dei dati, e in particolare “valutando le prospettive di inflazione e crescita economica”, cosa sia opportuno fare su tassi e linea monetaria, ha ribadito il banchiere.i

Inflazione resta elevata, attenti ai rischi

Nel comunicato ufficiale, la banca centrale prende atto della forte crescita registrata nel terzo trimestre e, quanto agli aumenti nell’occupazione, parla ora di una moderazione e non più di un rallentamento. La banca centrale, poi, avverte: l’inflazione resta elevata, “restiamo attenti ai rischi”. La Fed è concentrata sul suo doppio mandato, quello della massima occupazione e della stabilità dei prezzi, ha affermato Powell, ribadendo che senza stabilità dei prezzi l’economia non funziona. “Siamo fermamente impegnati a riportare l’inflazione al 2% e vista quanta strada che abbiamo fatto ci muoviamo con cautela”, osserva il governatore Fed.
La banca centrale continuerà a monitorare i dati economici ed è pronta ad aggiustare la propria politica monetaria “se appropriato” a fronte di rischi che potrebbero impedire il raggiungimento del target di inflazione del 2%, sottolinea la Fed, parlando di un’economia “forte” nel terzo trimestre.

Powell: non pensiamo a taglio, domanda è se dovremmo alzare di più

“Non stiamo pensando o parlando di taglio dei tassi. La domanda che ci poniamo è se dovremmo alzare di più”, ha affermato Powell sottolineando che le tensioni geopolitiche restano elevate e la Fed “monitora le implicazioni economiche. E’ pieno di rischi”.
Troppo presto per cantare vittoria dopo i recenti dati sull’inflazione. “Un po’ di mesi di dati positivi – ha detto Powell – sono solo l’inizio di quanto è necessario per darci fiducia che l’inflazione sta calando in modo sostenibile verso il nostro obiettivo. Il processo di portare l’inflazione in modo sostenuto al 2% ha ancora una lunga strada da percorrere. Credo ancora, come i miei colleghi che sia verosimile, non certo ma verosimile, che occorra passare per una fase di crescita rallentata e di indebolimento del mercato dl lavoro”.