Tra le varie mode positive che l’epoca moderna ha creato, oggi hanno un particolare rilievo quelle che sposano la cultura etica. Anche nell’economia attuale è possibile perseguire un congruo guadagno assumendo impegni di rilevanza sociale: motivo per cui la finanza etica sta diventando un trend sempre più importante.
Grazie all’economista filosofo e accademico indiano Amartya Kumar Sen, premio Nobel per l’economia nel 1998, che ha inserito il concetto di felicità legandolo al valore della ricchezza: “una persona è più ricca di un’altra quando è più felice e ha ottenuto una migliore qualità della vita”. In quest’ottica si è organizzata una preziosa sinergia tra economia ed etica, ponendo al centro l’essere umano e i suoi bisogni. Così è nata la finanza etica con il suo nuovo metodo di valutazione che, in aggiunta ai criteri consueti, utilizza sistemi etici e morali per operare. Le caratteristiche chiave secondo il Manifesto della finanza etica redatto dall’Associazione finanza etica sono quattro:
- la partecipazione diretta dei soci alla gestione e alla scelta dei finanziamenti da effettuare;
- la trasparenza massima sul modo in cui viene utilizzato il risparmio;
- il prevalere delle reti sociali sui rapporti economici e perciò di un sistema di garanzie di tipo personale piuttosto che patrimoniale
- un’attenzione nei confronti dei progetti delle organizzazioni di terzo settore, più vicine a una logica di promozione dello sviluppo umano e abituate a utilizzare criteri basati sulla responsabilità sociale e ambientale.
Indice
Finanza etica: cos’è
Ideato dalla Pioneer Fund di Boston, il primo fondo di investimento etico risale al 1928, con la precisa intenzione di escludere le industrie di armi, alcool, gioco d’azzardo e tabacco. E in un crescendo di scelte ponderate volte al bene comune, si pretendono sempre più garanzie per i lavoratori e l’ambiente con la sospensione di politiche discriminatorie nelle aziende, premiando, invece, quelle che si occupano di riciclaggio rifiuti, depurazione delle acque e ricerca medica. Un atteggiamento che elimina il mero arricchimento concepito dal possesso e dallo scambio del denaro e pone attenzione alle caratteristiche dei beni prodotti, aggiungendo eticità alle ragioni che muovono l’investimento.
Il significato di finanza etica
Nasce così la finanza etica, più morbida e disponibile rispetto a quella votata alla speculazione di ogni investimento. Una finanza etica e sostenibile, quindi, che persegua un programma in grado di aiutare sia le fasce deboli che le future generazioni.
A tal proposito si sono create le Banche dei poveri, ovvero istituti bancari che operano erogando prestiti di importi bassi a soggetti non solvibili per sostenerli nell’avviare o migliorare un’attività evitando di affidarli al mercato nero del credito. È un’occasione di riscatto che offre l’opportunità della crescita economica soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
Un aiuto di microfinanza viene rivolto anche alle realtà presenti nei paesi più ricchi che abbisognano dei soli vantaggi senza i rischi degli investimenti in azioni. Per questo ruolo intervengono i fondi comuni, e nello specifico i fondi etici, che permettono anche a chi è in possesso di un capitale minimo di avvicinarsi al mercato scegliendo fondi sostenibili e responsabili di progetti positivi per la società. Un cerchio che promuove solo organizzazioni che lavorano nel campo dei servizi sociali, dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.
Vantaggi della finanza etica
A differenza dell’economia tradizionale, che un decennio fa ha subito una forte crisi finanziaria globale e ha speso centinaia di milioni di euro per salvare dal fallimento decine di banche in difficoltà, non è stato necessario operare nessuna spesa per le 23 banche etiche e sostenibili. Appoggiando un’economia reale si sono dimostrate solide e in grado di rendere tre volte di più rispetto alle concorrenti, premiate dai loro stessi sostenitori. Un rapporto di fiducia da non sottovalutare.