Torna d’attualità il caro caffè, a causa di quotazioni internazionali della materia prima che viaggiano sui massimi storici, per l’effetto combinato di una serie di fattori, quali la siccità nelle zone di produzione, l’aumento de costo dell’energie e le speculazioni che si sono inserite in un mercato già molto teso. Ma vediamo come qual è la situazione internazionale e perché il prezzo del caffè sta aumentando.
Le quotazioni internazionali del caffè
Sui mercati internazionali, il prezzo del caffè ha raggiunto livelli record. Il future per consegna maggio sul mercato di Londra registra oggi un incremento dell’1,11% a 5.397 dollari la tonnellata, portando il rialzo da inizio anni a +11%, mentre rispetto a marzo 2024 si evidenzia un’impennata del 65%.
Parallelamente, alla borsa di new York, lo stesso contratto di maggio segna un valore di 388,83 cents la libbra, in progresso dell’1,15% rispetto a venerdì. Si tratta di un 21% in più rispetto ad inizio anno, che porta al raddoppio il valore del caffè rispetto a marzo 2024.
L’ultimo rapporto dell’ICO – International Coffee Organization, relativo al mese di febbraio, conferma che l’indice composito di prezzo del caffè è stato in media di 354,32 centesimi di dollaro per libbra, con un aumento del 14,3% rispetto a gennaio 2025.
L’effetto dei cambiamenti climatici
Ad alimentare l’impennata dei prezzi hanno concorso gli effetti dei cambiamenti climatici e l’estrema siccità che ha investito il Brasile sin dalla scorsa primavera. In particolare, la produzione ha risentito della scarsità di piogge presso lo stato Minas Gerais, in Brasile, l’area in cui si produce il caffè Arabica, che ha pesantemente compromesso il raccolto.
Anche gli allarmi sui dazi emersi nell’ultimo periodo, a causa della protezionistica di Trump, hanno turbato il mercato, a causa dell’incertezza su “se” ed “a quanto” ammonteranno le tariffe sul caffè esportato.
La frenata dell’export
Ne risente l’export, che sta frenando a livello mondiale. Secondo l’ultimo report dell’ICO infatti, le esportazioni mondiali di caffè di ogni tipologia (semi, tostato, solubile) hanno totalizzato 10,83 milioni di sacchi, a gennaio 2025, in calo di oltre il 13% rispetto ai 12,49 milioni dello stesso mese dell’anno scorso. Si tratta del terzo mese consecutivo di contrazione dell’export dopo 13 mesi consecitivi di aumento. Nei primi 4 mesi della stagione 2024/2025, dunque, le esportazioni mondiali sono diminuite del 4,9% a 42,79 milioni, rispetto ai 45,01 milioni dello stesso periodo del 2023/24.
Negli ultimi 12 mesi disponibili (febbraio 2024 – gennaio 2025), le esportazioni mondiali hanno totalizzato 135,79 milioni di sacchi, in aumento rispetto ai 128,04 milioni del precedente periodo equivalente. Le spedizioni di Arabica sono aumentate notevolmente a 85,7 milioni (+12,3%), mentre i volumi di Robusta sono diminuiti del 3,1% a 50,09 milioni.
Si svuotano gli scaffali dei supermercati europei
L’aumento dei prezzi del caffè sta svuotando gli scaffali dei grandi rivenditori retail in diversi paesi europei. Ad esempio, nei Paesi Bassi, le due grande catene di supermercati stanno rinegoziando i contratti di fornitura ed hanno smesso di vendere determinati prodotti a base di caffè. Lo stesso si sta verificando in altri Paesi, come la Germania ed il Belgio, dove si registrano sospensioni e carenze.
In Italia si teme impatto sui consumi
In Italia, il caffè costa in media quasi il 20% in più del 2021, in base ad uno studio condotto dal Centro di formazione e ricerca sui consumi (C.r.c.) in collaborazione con Assoutenti, che teme un impatto sui consumi di caffè. L’impatto prodotto dalla scarsità potrebbe infatti aggiungersi al caro energia e “modificare le abitudini consolidate” di consumo degli italiani. Si stima un aumento della spesa per l’espresso di oltre un miliardo a parità di consumi, dai 6,18 miliardi all’anno del 2021 agli attuali 7,32 miliardi.
E gli aumenti registrati sin qui non saranno isolati. Secondo Cristina Scocchia, Ceo di Illycaffe, i prezzi potrebbero crescere ancora parecchio. Si stimano nei prossimi mesi aumenti del 15-20% a causa dei prezzi delle materie prime sempre più alti ed anche dell’operare della speculazione.
“Oggi non ci sono le condizioni reali perché il prezzo debba restare così alto”, precisa Scocchia, citando i fenomeni meteo avversi che si sono risolti in Brasile e Vietnam e i ben noti problemi con il Canale di Suez, anche questi in gran parte risolti. “Il caffè è una ‘soft commodities’ e su queste la speculazione è molto alta“, ammette la manager di Illycaffè.