Bonus IPO, pressing per una proroga: ecco perché va rinnovato

Da Lega e Pd emendamenti al dl Anticipi per estendere a tutto il 2024 il credito d'imposta sulle spese in consulenze di cui possono beneficiare le Pmi che decidono di quotarsi in borsa

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Redazione

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Due emendamenti al dl Anticipi presentati in Senato da Lega e Partito democratico puntano a estendere a tutto il 2024 il cosiddetto Bonus IPO, ovvero credito d’imposta sulle spese in consulenze di cui possono beneficiare le Pmi che decidono di andare in borsa. Appelli per un rinnovo della misura arrivano da vari attori, fra cui Assosim e AssoNext, che ora chiedono al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti il ripristino dell’incentivo.

Le proposte di Lega e Pd

I due emendamenti puntano a estendere a tutto il 2024 il credito d’imposta sulle spese in consulenze di cui possono beneficiare le Pmi che decidono di quitarsi sul mercato regolamentato gestito da Borsa Italiana o altro mercato europeo. “Le due proposte, a prima firma del senatore leghista Stefano Borghesi e del collega Dem Andrea Martella, – riporta Milano Finanza – confermano l’attuale impianto dell’incentivo e lo stanziamento di 10 milioni. La differenza la fanno le eventuali coperture. In quella del Carroccio sono a valere sul Fondo per gli interventi strutturali di politica economica. Il Pd punta su risparmi e maggiori entrate dalla rimodulazione o dall’eliminazione di sussidi dannosi per l’ambiente”.

Cosa è il bonus Ipo

Il credito d’imposta sostiene le Pmi che decidono di quotarsi in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro dell’Unione europea o dello Spazio economico europeo. Il Credito di Imposta sulle spese di consulenza relative alla quotazione delle Pmi riguarda i costi che l’Emittente sostiene per il processo e che possono essere raggruppati in due macrocategorie: costi fissi di advisory e costi variabili di collocamento. I costi fissi sono espressi in funzione della struttura, dimensione e della complessità aziendale e includono, tra le altre, tutte le consulenze specifiche necessarie per valutare la fattibilità di IPO e supportare la società nel processo tra cui: costi di Advisory finanziario, due diligence fiscale, legale finanziaria e di business, gestione della comunicazione finanziaria e IR, Listing fee e costi di dematerializzazione dei titoli.

Le agevolazioni

In attuazione dei commi da 89 a 92 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di bilancio 2018) le Pmi che decidono di quotarsi in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione potevano usufruire di un credito d’imposta pari al 50% delle spese di consulenza sostenute, fino a un massimo di 500mila euro. Con la legge di bilancio per l’anno 2021 la misura quotazione Pmi era stata prorogata al 31/12/2021. Con la legge di bilancio per l’anno 2022 la misura era stata prorogata al 31/12/2022 con parziale modifica delle condizioni (la copertura dei costi, per la quotazione nella misura del 50% delle spese sostenute, era consentita sino ad un importo massimo di 200mila euro). Infine, lo scorso anno, con la legge di bilancio per l’anno 2023, (legge 29 dicembre 2022, n. 197), la misura è stata prorogata al 31/12/2023 con modifica delle condizioni: le Pmi che inizino una procedura di ammissione alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro dell’Unione Europea o dello Spazio economico europeo e che ottengano l’ammissione alla quotazione, possono richiedere un credito d’imposta pari al 50% dei costi di consulenza sostenuti, fino a un massimo di 500mila euro.

L’impatto della misura

Il CDI ha rappresentato la forma di incentivo a favore dell’impresa più adatta al modello di mercato azionario per le sue caratteristiche di immediata comprensione e facilità di implementazione.

Tra i fattori che maggiormente scoraggiano l’accesso ai mercati alle PMI, la Commissione Europea ha individuato gli eccessivi costi di quotazione. Per tale ragione IR Top Consulting, società di consulenza per la quotazione delle Pmi Italiane, ha avanzato una proposta di proroga permanente del Credito di Imposta sui Costi di quotazione ed ha proposto di stanziare 20 milioni di euro annui per un totale di 80 milioni di euro, prevedendo un rimborso massimo pari a 500 mila euro ad azienda per le ammissioni del triennio 2018-2020, destinato a Pmi italiane secondo la definizione dell’Unione Europea, che si quotano sui mercati regolamentati e non regolamentati in Italia e in Europa.