Dal Food al Fashion: sempre meno attrattive le operazioni di acquisizione

Un report di Pwc mostra che calano volumi (-17%) e valori (-48%) a livello globale mentre in Italia si difende il Food cn 84 operazioni

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Redazione

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Pubblicato: 24 Marzo 2024 09:30

Gli ultimi due anni sono stati estremamente complessi per le operazioni di M&A nel Consumer Markets, che hanno registrato un calo, a volumi di operazioni completate, rispetto al picco del 2021, del 17% a livello globale e del 4% in Italia. A valore, il declino è ancora più significativo (-48% a livello globale e -51% in Italia) per la significativa riduzione delle operazioni di grande dimensione e di quelle sponsorizzate dai fondi e finanziate a leva, rispetto a quelle di middle market promosse da operatori industriali. Lo rivela lo studio PwC Global & Italian M&A Trends in Consumer Markets.

M&A trends nel 2023

Nel 2023, il mercato italiano dell’M%A ha chiuso con un calo del 4,4% in termini di operazioni completate in ambito Consumer, con un calo del 14% nel comparto Food & Beverages, compensato da una ripresa nel settore Hospitality & Leisure (+15%). Il Food resta alla guida con 84 operazioni completate su un totale di 303.

Alcuni trend per il 2024

  • Food & Beverages –  Le più significative operazioni del 2023 sono state guidate dal perseguimento di una strategia di crescita internazionale (nuovi mercati, nuovi brand), come l’acquisizione di Beam Holding (produttore di cognac, Francia) e di Del Professore (distilleria, UK) da parte di Campari o della divisione ingredienti di Kerry Group da parte di Irca, al fine di entrare nel mercato americano. Interessante anche l’acquisizione di Fresystem da parte di Ferrero, per mettere in sicurezza il comparto frozen bakery, anticipando il risiko di operazioni del 2024 nel comparto iniziate con Forno d’Asolo / Sammontana / Investindustrial e previste continuare con Gelit (dismissione di Progressio) ed altre aziende in portafoglio di fondi di Private Equity. Nel 2024, Pwc continua a vedere spazio per operazioni di rifocalizzazione del portafoglio dei grandi operatori industriali, sia in termini di acquisizioni, che di dismissioni selettive, oltre ad investimenti in tecnologie di accesso diretto al consumatore (digital channels, etc…). Potenzialmente c’è anche spazio per M&A sulle aziende che lavorano per Private Label. Altro segmento interessante è quello relativo ai prodotti a base di ingredienti innovativi / plant based rispetto ai tradizionali prodotti derivati animali. Le tematiche ESG saranno centrali per la valutazione delle opportunità di investimento in questo ambito.
  • Fashion – In ambito moda c’è una crescente polarizzazione tra i gruppi e brand del lusso, con alte marginalità e fatturati crescenti e tutti gli altri operatori. I brand del lusso hanno consuntivato una performance di crescita a doppia cifra nel 2023, con poche eccezioni nell’ambito delle aziende quotate. Nel 2024 ci si attente una “normalizzazione” dei tassi di crescita ad un ritmo  del 5-7%, in linea con l’andamento di medio-lungo periodo degli ultimi 15 anni, con tassi più sostenuti per i top player, una crescita più moderata del previsto del mercato cinese nei primi mesi dell’anno e il mercato americano che continua a soffrire il rallentamento dei consumi e la crisi dei department stores (es Sacks Fifth avenue). PwC stima un maggior numero di operazioni sia di consolidamento di brand ad opera dei grandi player di settore (LVMH, Kering, Richemont), che nell’ambito delle piattaforme di filiera (Florence, Minerva, Hind). Il 2023 è stato l’anno dell’acquisizione di Valentino (Kering, minoranza), Gianvito Rossi (Richemont, maggioranza) e di importanti operazioni da parte di fondi di private equity sulla filiera (Minerva/San Quirico, Florence/Permira). Il 2024 si è aperto il delisting di Tod’s ad opera di L-Catterton, l’acquisizione di Autry da parte di Style Capital e ci sono molte attese sulla quotazione di Golden Goose, ed altre operazioni nel settore calzatura / accessori, oltre ad alcuni processi in corso come la cessione di Twinset, Missoni e Arena, mentre è appena stato annunciato il salvataggio di Trussardi da parte di Miroglio. Alcuni risonanti brand ancora a proprietà famigliare e con tematiche di successione / ricambio generazionale stanno facendo riflessioni su opportunità di apertura del capitale. Inoltre si attende entro metà aprile la decisione dell’Antitrust in merito all’operazione Tapestry/Capri Holding, che potrebbe portare ad una razionalizzazione del portafoglio dei brand, inclusa anche l’italiana Versace.
  • Health & Beauty – Il mercato mondiale della cosmetica è previsto in crescita del 9% nel 2024 (fonte Euromonitor) e con tassi di crescita costanti fino al 2028, rispetto ad un 3% del 2018, trainato da Stati Uniti, Cina e Brasile. L’industria cosmetica italiana è cresciuta del 13% nel 2023 ed è prevista al 10% nel 2024 (come fatturato delle aziende del comparto), fortemente trainata dall’export (+20% nel 2023 e +12% nel 2024), ma anche sostenuta da una forte domanda interna (+8/9% in entrambi i periodi). Il settore Beauty è stato particolarmente attivo in Italia nei primi mesi del 2024 con i processi di M&A su Beautynova (cessione a PAI), Dr. Vranjes (ceduta a L’Occitane), Veralab (cessione minoranza a Peninsula) e quello annunciato e tutt’ora in corso su Kiko. Il comparto nutraceutico invece è atteso in fermento sulla scia della dismissione del business nutraceutico da parte di Sanofi, annunciato a ottobre 23, e Bayer (novembre 23). I fondi di private equity hanno investito storicamente nel settore (Ardian/Biofarma, Investindustrial / Procemsa, TA / Nactarome) e sono pronti a raddoppiare il carico in considerazione del fatto che il settore coniuga alcuni dei macro-trend più importanti (invecchiamento, prevenzione, salute e sicurezza) con una minore esigenza di R&D e minor pressione regolatoria, rispetto ai business farmaceutici.
  • Hospitality and leisure – Il 2023 è stato l’anno della definitiva ripresa per il settore turistico, con il ritorno dei viaggiatori internazionali e quote di venduto per le imprese ricettive italiane superiori al 2019 (fonte ENIT-Unioncamere a ISNART).  Il settore dei viaggi è atteso in ulteriore crescita oltre i livelli pre-Covid, grazie anche alla sempre maggior attenzione del consumatore, sia delle generazioni più giovani (Millennials e Gen Z) che più maturi (silver generation), alle “esperienze” (ad esempio viaggi sostenibili, Bucket-list travel e esperienze autentiche ed immersive). Questo settore, significativamente frammentato in Italia, presenta numerose opportunità di consolidamento per aumentare le quote di mercato o focalizzarsi su segmenti di business specifici o accedere a nuove tecnologie. Il settore ristorazione ha consolidato una crescita dell’8,4% nel 2023 (dati Confimprese), con +10% nel comparto delle catene, che rappresentano ancora una quota inferiore al 10% del mercato della ristorazione italiana. Questo inizia a stimolare l’interesse dei fondi che hanno in passato investito nel settore, soprattutto in ambito turismo e ristorazione, a monetizzare una volta recuperati i valori pre-covid. Il 2024 si è aperto con la cessione di Piadineria da Permira a CVC, che darà il via ad una stagione di operazioni sul settore sia per quanto riguarda add-on che cessioni di catene in mano a fondi di private equity che sono state rimandate negli scorsi anni. Lo sport e in generale il comparto media associato rimangono segmenti di mercato di attenzione e su cui i fondi di private equity sono sempre più attivi.

Con ripresa economia recupera l’M&A

“Nel 2024 ci attendiamo una stabilizzazione del contesto macroeconomico generale, che avrà un impatto positivo sulla propensione al consumo e di conseguenza sulla fiducia degli investitori nel settore”, sottolinea Emanuela Pettenò, Partner PwC Italia, Consumer Markets & Markets Deals Leader, aggiungendo “e operazioni di M&A sono attese in crescita sotto l’impulso delle iniziative di investimento e trasformazione degli operatori strategici, ma anche di dismissioni rese necessarie da tematiche di cassa e di razionalizzazione del portafoglio prodotti o della rete”.