Fatturato record per questa azienda: Meloni tassa gli extraprofitti?

La premier vuole recuperare quei 10 miliardi che Draghi aveva messo in conto, ma di cui ne è arrivato soltanto uno: nel mirino anche questa multinazionale

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Con l’approvazione del decreto n°21 del 2022 il governo allora presieduto da Mario Draghi ha introdotto la legge sulla tassazione degli extraprofitti per le aziende attive nel settore della produzione e della distribuzione di energia elettrica e petrolio. Stiamo parlando di un parterre di circa 300 multinazionali che, in questo periodo di continui rincari del costo delle bollette di luce e gas, hanno visto schizzare alle stelle i propri guadagni, a discapito di milioni di famiglie messe in ginocchio dall’aumento del prezzo medio delle fatture.

Inizialmente posta al 10% dei guadagni, l’imposizione sugli utili è stata innalzata al 25% con il successivo decreto n°50 del 2022, approvato sempre dall’esecutivo guidato dall’ex capo della Bce. Nelle stime formulate a priori dal ministero dell’Economia, il valore delle entrate per le casse dello Stato avrebbe dovuto raggiungere quota 10 miliardi di euro entro la fine dell’anno. Così non è stato, visto che a giugno l’erario pubblico aveva incassato appena un miliardo di euro, ossia meno di un quarto di quanto era stato preventivato una volta giunti ad inizio estate.

Meloni vuole recuperare 10 miliardi di euro dalla tassazione degli extra profitti: come verranno impiegati

Ora la premier Giorgia Meloni ha in mente di avvicinarsi più del predecessore alla soglia stabilita dai tecnici del dicastero. Per farlo – come confermato in una recente intervista da Adolfo Urso, titolare del nuovo ministero delle Imprese e della Sicurezza energetica (che ha sostituito quello dello Sviluppo economico) – l’intenzione della maggioranza di centrodestra è quella di potenziare la tassazione degli extraprofitti, recuperando la totalità dei 10 miliardi di euro nei prossimi mesi.

Come intendono farlo non è ancora dato saperlo, ma da Palazzo Chigi fanno sapere di essere costantemente al lavoro per trovare il quadro della questione. Tra l’altro i soldi che lo Stato andrebbe ad incassare verrebbero inseriti in blocco tra le risorse per la prossima legge di Bilancio, che il governo deve presentare in Parlamento e che dev’essere approvata entro il 31 dicembre.

Ricavi record per Enel nel 2022: Meloni tasserà gli extra profitti della multinazionale?

Con la pubblicazione della Nota di aggiornamento al Def (il decreto di economia e finanza) della scorsa settimana, il Consiglio dei ministri ha delineato i contorni entro cui ci si potrà muovere per quanto riguarda le spese da introdurre in Manovra. L’unica certezza è che l’aumento del deficit per il 2023 (stanziato a quota 4,5%, in modo da ottenere circa 21 miliardi di euro) servirà solo ed esclusivamente per finanziare gli aiuti destinati a cittadini e imprese per contrastare il caro bollette.

Di conseguenza, un gettito extra proveniente dalla tassazione dei profitti delle multinazionali energetiche e petrolifere consentirebbe alla leader di Fratelli d’Italia di racimolare un tesoretto da investire per la realizzazione delle misure di bandiera della coalizione, a partire dall’estensione della flat tax per le partite Iva fino alla realizzazione di quota 42 per permettere di andare in pensione a chi ha alle spalle una vita di lavoro.

Tra le aziende che potrebbero finire nel mirino dell’Agenzia delle Entrate (ente preposto alla riscossione delle imposte) c’è anche Enel, che proprio nelle scorse ore ha reso noto il bilancio dei primi nove mesi dell’anno. Con dei ricavi quasi raddoppiati a 108.177 milioni di euro, il confronto con il 2021 vede una crescita del 84%.