Euro 7, la vittoria dei colossi auto: gli obblighi slittano

L’Ue potrebbe ammorbidire la sua normativa sulla transizione ecologica del parco auto, quanto meno sui tempi di entrata in vigore dei divieti di produzione per le case costruttrici

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Giovedì scorso, il Parlamento europeo ha ratificato la sua posizione negoziale riguardante l’implementazione dell’Euro 7, il nuovo e più rigoroso standard comunitario sulle emissioni inquinanti provenienti dai veicoli stradali, destinato a sostituire l’attuale Euro 6. Tale posizione appare più moderata rispetto a quella avanzata dalla Commissione europea, la quale sosteneva che i benefici per la salute pubblica supereranno i costi necessari per l’adattamento. La posizione del Parlamento è in linea con il parere precedentemente espresso dal Consiglio europeo alla fine di settembre.

Cosa ha deciso il Parlamento

Con 329 voti favorevoli, 230 contrari e 41 astensioni, giovedì scorso il Parlamento europeo ha approvato la sua posizione negoziale sull’Euro 7. I sostenitori della proposta provengono principalmente dai gruppi conservatori, nazionalisti, liberali e popolari, nonché da circa un terzo dei socialisti, come riportato da Il Sole 24 Ore.

Tanto i rappresentanti dei governi degli Stati membri dell’Unione che i legislatori europei, incaricati di negoziare la legge definitiva nei prossimi mesi, hanno concordato di apportare modifiche più flessibili alle regole riguardanti l’Euro 7. In particolare, il Parlamento ha mantenuto le proposte della Commissione relative ai limiti di emissione di ossidi di azoto, monossido di carbonio e particolato per le automobili. Tuttavia, ha allentato i limiti di emissione di ossidi di azoto per i camion e ha posticipato i tempi di applicazione delle nuove regole.

La Commissione stabilisce il 2025 come data di entrata in vigore dell’Euro 7 per le auto e il 2027 per i camion; il Parlamento propone che le due categorie di veicoli abbiano rispettivamente ventiquattro e quarantotto mesi di tempo per adeguarsi al regolamento.

L’Italia festeggia, ecco perchè

I gruppi del Parlamento europeo ECR, PPE e Renew hanno espresso un sostegno quasi unanime al nuovo regolamento Euro 7, insieme a una considerevole parte del gruppo ID. Al contrario, i Socialisti si sono divisi: la maggioranza del gruppo, compresa la delegazione Dem, ha votato contro il testo, indicando un favore per una proposta più ambiziosa. Questo voto evidenzia una divisione all’interno della ‘maggioranza Ursula’, che sostiene la Commissione e la presidenza del Parlamento.

In Italia, il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, nonostante l’esito negativo degli emendamenti, interpreta il voto come “un’altra vittoria del buon senso del centrodestra unito, che ha votato compatto per respingere alcune scelte ecologiche sugli Euro 7, battendo la sinistra”. Tuttavia, per i Verdi europei e il Movimento 5 Stelle, si tratta di un’opportunità mancata.

Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha scritto su X, ex Twitter, che con l’approvazione del Parlamento Europeo sulla nuova versione del regolamento Euro 7, la ragione prevale sull’ideologia. Ha sottolineato che siamo sulla strada giusta per bilanciare gli obiettivi di sostenibilità con le esigenze del tessuto produttivo e del sistema sociale. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha dichiarato che la posizione del Parlamento europeo rappresenta un buon risultato negoziale, orientato verso una transizione realistica e credibile. 

Secondo l’Italia e la Repubblica ceca, nonché altri paesi con forti legami all’industria automobilistica come la Francia, gli elevati costi di adeguamento all’Euro 7 rappresentano una preoccupazione, soprattutto considerando il divieto già imposto dall’Unione sulla vendita di nuove auto a benzina e gasolio dal 2035. Per le aziende del settore, sarebbe preferibile concentrare gli investimenti nello sviluppo delle tecnologie elettriche anziché migliorare i motori a combustione interna, dato il limitato orizzonte temporale di quest’ultimi.

Lo scorso maggio, Italia, Francia, Repubblica ceca e altri cinque paesi membri dell’Unione (Bulgaria, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria) avevano contestato la proposta della Commissione sull’Euro 7, poiché ritenevano che le nuove norme avrebbero deviato gli investimenti del settore dal percorso verso la transizione net-zero.

Critiche dei Verdi

In risposta alle critiche espresse dal gruppo dei Verdi nei confronti della posizione adottata dal Parlamento, essi hanno evidenziato la mancata sfruttamento di un’opportunità cruciale. Secondo il gruppo ambientalista, la decisione del Parlamento rappresenta un passo indietro significativo nel tentativo di ridurre il numero di decessi in Europa derivati dall’inquinamento veicolare, un fenomeno stimato a provocare circa 70.000 morti all’anno. La delusione dei Verdi si riflette anche nell’opportunità non colta per permettere all’Unione europea di emergere come pioniera e leader nelle tecnologie green del futuro, come sottolineato dal deputato Bas Eickhout.

In netto contrasto con questa posizione critica, la Germania, nonostante la sua notevole produzione di veicoli, ha manifestato un sostegno deciso per un Euro 7 dotato di limiti più severi. Questo orientamento è stato condiviso anche dai Paesi Bassi. La Germania, in particolare, si è distinta per la sua posizione favorevole, nonostante il peso significativo dell’industria automobilistica nel paese. Questo consenso tra nazioni con una forte presenza nel settore automobilistico sottolinea la volontà di adottare misure più rigorose per affrontare le sfide legate alle emissioni veicolari.

Euro 7: cosa prevede il regolamento

Il recentemente approvato regolamento Euro 7, emanato dal Parlamento europeo, introduce una serie di misure finalizzate a ridurre le emissioni provenienti dai veicoli a motore. Le principali disposizioni includono:

  • Aggiornamento dei limiti di emissione: il regolamento rivede al rialzo i limiti attuali per le emissioni di scarico, compresi ossidi di azoto, particolato, monossido di carbonio e ammoniaca. Tali nuovi limiti saranno più rigorosi per tutti i tipi di veicoli, sia a motore a combustione interna che elettrici.
  • Misure per le emissioni da pneumatici e freni: vengono introdotte nuove disposizioni per ridurre le emissioni causate da pneumatici e freni. Queste includono l’adozione di pneumatici con minore attrito e sistemi di frenatura più efficienti.
  • Aumento della durata della batteria per i veicoli elettrici: il regolamento stabilisce requisiti di prestazione minimi che assicurano che le batterie dei veicoli elettrici abbiano una durata di almeno 8 anni o 160.000 km.

Queste nuove misure sono mirate a migliorare la qualità dell’aria e a ridurre le emissioni di gas serra derivanti dal trasporto su strada. Inizialmente, la Commissione europea proponeva l’entrata in vigore del regolamento Euro 7 a metà del 2025 per le auto e a metà del 2027 per i camion. Tuttavia, il Consiglio dell’Unione europea e il Parlamento europeo hanno concordato un rinvio di due anni per i veicoli pesanti. Concretamente, i nuovi modelli di auto e furgoni dovranno conformarsi alle nuove regole 24 mesi dopo l’entrata in vigore del regolamento, mentre i nuovi autobus e autocarri con un peso superiore a 3,5 tonnellate avranno 48 mesi di tempo.