Bollette, le regioni in cui la stangata si sente di più

I costi delle bollette di luce e gas aumentano ovunque, ma in maniera differente. Di seguito la classifica dei rincari regione per regione

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il costo dell’energia elettrica e del gas continua a galoppare, ma ogni regione registra aumenti diversi. I prezzi per le famiglie si impennano nonostante calino i costi per l’importazione. Ad aprile luce e gas in Italia hanno registrato un costo medio di gran lunga superiore alla media del 2021.

Il costo dell’energia in Italia

Il dossier intitolato Prezzi dell’energia: dall’import alla distribuzione dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese mostra il dettaglio della situazione nelle diverse aree del Paese.

La media italiana segna rincari dell’81,9%. Osservando le aree del Paese si scopre che il caro bollette ha flagellato prima di tutto il Nord-Ovest dove si registrano impennate sui prezzi del 93,1%; segue il Centro con rincari dell’83,2%; poi il Sud (77,7%), il Nord-Est (74,4%) e infine le Isole (73,4%).

Di seguito la classifica dei rincari, regione per regione:

  1. Provincia autonoma di Bolzano – 123,8%
  2. Provincia autonoma di Trento – 121,1%
  3. Valle d’Aosta – 111%
  4. Piemonte – 100,9%
  5. Liguria – 95,4%
  6. Umbria – 91%
  7. Abruzzo – 90,2%
  8. Molise – 90%
  9. Toscana – 88,9%
  10. Lombardia – 88,7%
  11. Marche – 81,6%
  12. Puglia – 79,9%
  13. Lazio – 77,7%
  14. Calabria – 76,9%
  15. Sicilia – 75%
  16. Campania – 73,3%
  17. Friuli-Venezia Giulia – 73,2%
  18. Emilia-Romagna – 72,4%
  19. Sardegna – 68,2%
  20. Veneto – 65,3%
  21. Basilicata – 53,7%

Questa, poi, la top 10 delle province più tartassate relativamente ai prezzi di elettricità e gas ad aprile 2023 rispetto alla media 2021:

  1. Bolzano – 123,8%
  2. Trento – 121,1%
  3. Aosta – 111,7%
  4. Alessandria – 104%
  5. Vercelli – 102,4%
  6. Cuneo – 101%
  7. Biella – 100,5%
  8. Torino – 100,4%
  9. Novara – 99,8%
  10. Imperia – 96,5%

Le uniche due province con aumenti medi inferiori al 60% sono Sassari (59,7%) e Potenza (53%).

Insomma, l’annunciato calo delle bollette di luce e gas non riesce a contrastare aumenti che nel biennio sono andati da quasi il 50% a ben oltre il 100% degli importi su base biennale.

Bollette in Italia: un caso paradossale

“C’è un paradosso nel nostro Paese: il differente andamento tra prezzi import di energia e costi di elettricità e gas per famiglie e imprese”, denuncia Roberto Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto con alla mano i dati dell’ultimo report dell’osservatorio di Confartigianato. “Anche in questa fase di discesa dei prezzi nell’import, in Veneto, le nostre imprese pagano ancora il 65,3% in più rispetto la media del 2021. E qui le cose stanno andando meglio che nel resto d’Italia. Il nostro differenziale è il secondo più basso dopo quello della Basilicata +53,7% ma, la media, è del +81,8% ed alcune regioni sono oltre il 100%. Quello che ci penalizza di più è il confronto con i nostri competitor europei dove il differenziale si ferma a +43,4%”.

Perché aumentano i prezzi dell’energia

Il prezzo del gas è disceso nel secondo trimestre e ha trainato al ribasso anche il prezzo dell’energia elettrica. Il motivo va ricercato nella diminuzione della domanda europea (-13% nel 2022 rispetto all’anno precedente). La minore domanda europea non è stata compensata da un significativo aumento della domanda asiatica. E le temperature invernali particolarmente miti hanno aiutato, come ha confermato l’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), limitando l’utilizzo degli stoccaggi europei.

In Italia i prezzi dell’energia salgono, anche se il prezzo dell’import scende, anche perché sono gonfiati dalle tasse e dagli oneri di sistema.