Russia-exit, banche occidentali sul punto di lasciare Mosca

Banca Intesa Sanpaolo potrebbe lasciare a breve la Russia: il dossier sarebbe arrivato sul tavolo di Vladimir Putin

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Mauro Di Gregorio

Giornalista Professionista

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Putin ha messo nel mirino le aziende e le banche occidentali, che vengono costrette a cedere gli asset russi a Mosca. A luglio il Cremlino ha sequestrato le filiali locali di Danone e Carlsberg ribadendo con forza che tutto ciò che è occidentale non è più al sicuro in terra russa. Cessione dopo cessione, aziende e banche accelerano la fuga dalla Russia trattando con il governo per quella che è stata ribattezzata “Russia-exit”.

Banca Intesa in Russia: si valuta l’uscita

Oggi Putin starebbe per dare l’approvazione necessaria all’uscita di Banca Intesa dalla Russia. Non è semplice per una banca lasciare la Russia: nel 2022 il Cremlino ha proibito la vendita di asset finanziari. La misura venne presa in risposta alle sanzioni europee e americane. Per lasciare la Russia le banche occidentali devono ottenere un permesso direttamente dal governo russo. E per chi resta la vita è una corsa a ostacoli: a ottobre 2022 il governo russo ha proibito a 45 banche di effettuare transazioni con azioni senza l’approvazione del governo: “Il presidente russo si riserva il diritto di autorizzare la vendita di azioni detenute da soggetti di nazioni ostili solo con una decisione speciale”, è stato spiegato con un provvedimento datato agosto 2022. La stretta sarebbe dovuta durare fino al 31 dicembre 2022, salvo proroghe: “Il termine di validità delle restrizioni stabilite dal presente decreto può essere ripetutamente prorogato dal Presidente della Federazione Russa”. Traduzione: Putin ha la possibilità di esercitare il suo controllo per tutto il tempo che desidera.

Per gli operatori occidentali quella russa è una situazione di incertezza e instabilità. Il quadro può cambiare a seconda del vento: il raggio d’azione degli operatori può venire nuovamente stretto, ad esempio, come risposta a nuove sanzioni che arrivano da Occidente.

Intesa Sanpaolo: il futuro delle filiali in Russia

In queste ore il caso Intesa Sanpaolo è sul tavolo di Vladimir Putin. La notizia viene confermata da Reuters e dal collettivo russo indipendente Agentsmedia. Putin starebbe valutando di concedere il via libera alla banca guidata da Carlo Messina affinché trasferisca le sue attività russe a una gestione locale.

Con l’inasprirsi della tensione geopolitica, Intesa Sanpaolo si è prodigata per ridurre i rischi in Russia. “Ora possiamo essere considerati una banca a esposizione zero verso la Russia, ma continueremo a lavorare per ridurre la limitata esposizione residua”, aveva annunciato Carlo Messina a fine 2022. A giugno, Banca Intesa ha registrato una forte riduzione ai prestiti ai clienti russi: si parla del -77% rispetto all’anno precedente per i prestiti transfrontalieri (pari a 700 milioni di euro) e del -66% relativamente ai prestiti locali (100 milioni di euro). Nel terzo quadrimestre del 2022, l’esposizione con la Russia era stata ridotta del 65%, pari a 2,3 miliardi di euro (lo 0,3% dei crediti totali di Intesa Sanpaolo). Oggi per Banca Intesa i clienti russi sono lo 0,2% del totale.

La guerra economica di Vladimir Putin

Putin ha più di una freccia nella sua faretra: sul campo di battaglia ci sono i mercenari della Wagner, centinaia di migliaia di soldati e missili ultra tecnologici. Negli uffici dei colletti bianchi c’è il controllo sulle aziende occidentali in Russia, l’influenza sul prezzo del grano e l’influenza russa sul prezzo di petrolio e gas.