Cosa sono i Sarmat, i super missili che vuole usare Putin

Il presidente russo Vladimir Putin torna a minacciare l'Ucraina e l'Occidente col nucleare: ecco cosa sono i Sarmat, sistema missilistico che fa tremare tutti

Foto di Luca Bucceri

Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Un anno e quattro mesi. Tanto è passato dall’inizio della guerra in Ucraina che ancor oggi, purtroppo, sembra lontana dalla conclusione. E mentre Kiev prosegue la difesa con coraggio e forza, con la controffensiva ucraina partita ormai da settimane seppur a rilento, la Russia continua a sentirsi sotto scacco e prosegue la sua campagna di terrorismo psicologico sull’intero Occidente. Dopo diversi mesi di silenzio, infatti, il capo del Cremlino Vladimir Putin è tornato a minacciare l’utilizzo del nucleare, questa volta con dei super missili balistici intercontinentali pesanti trasportabili, che sono capaci di contenere fino a 10 testate nucleari con un solo vettore, veicolandole fino all’altro capo del globo.

La minaccia di Putin

La nuova minaccia di Vladimir Putin che punta a far tremare l’Occidente e a far desistere l’Ucraina dalla controffensiva ha un chiaro nome: Sarmat. Si tratta di un sistema di missili nucleari che il Cremlino si sarebbe detto pronto a utilizzare in caso di evenienza.

Non si tratta del primo e forse neanche dell’ultimo riferimento alle armi nucleari da parte del presidente russo che però, parlando durante un incontro con i diplomati delle scuole militari, ha dichiarato che i primi veicoli di lancio del sistema saranno presto impiegati in combattimento contro l’Ucraina. La Russia, ha poi sottolineato Putin, continuerà a sviluppare la sua triade nucleare “come garanzia di sicurezza militare e stabilità internazionale”.

Il dispiegamento, o la minaccia di utilizzare i Sarmat, arriva forse nel momento di maggiore difficoltà della Russia in questa guerra che va avanti da febbraio 2022. E Putin, sempre ai militari, ha riferito che i test portati avanti su questi missili avrebbero permesso di guardare con fiducia e ottimismo al futuro, con il sistema che entrerà nella triade nucleare che tra missili lanciati da terra, sottomarini e bombardieri strategici permette alla Russia di essere pronta a qualsiasi evenienza.

Cosa sono i Sarmat

Ma cosa sono i Sarmat? Si tratta di nuovi missili nucleari balistici intercontinentali pesanti trasportabili che, come detto, sono in grado di veicolare all’altro capo del globo fino a 10 testate nucleari con un solo vettore. Si tratta di armi che nell’immaginario russo sono destinate a rimpiazzare i R-36M2 Voevoda, in servizio ormai da 50 anni.

In grado di volare a una velocità di 24.000 chilometri all’ora, pesano 208 tonnellate e possono contenere fino a 178 tonnellate di carburante. Possono portare testate del peso di quasi 10 tonnellate e sono Icbm (intercontinental ballistic missile) di ultima generazione, ovvero i più avanzati tecnologicamente. Descrivendoli, poi, Putin ha precisato che i Sarmat sono in grado di eludere qualsiasi sistema di difesa antimissile e che la loro gittata massima è pari a 18.000 chilometri. Numeri alla mano, si tratta di poco meno della metà della circonferenza equatoriale.

I Sarmat, però, sarebbero dovuti entrare in guerra già tanto tempo fa, ma il dispiegamento di questa nuova e potente arma sta procedendo più lentamente del previsto. I temuti missili, nominati Satan-2 dalla Nato, dovevano infatti entrare in servizio già l’anno scorso dopo che Putin li aveva presentati in pompa magna al mondo nel 2018.

Ad aprile 2022 Mosca aveva annunciato che sarebbero stati operativi entro l’autunno e che il piano prevedeva lo schieramento dei Sarmat con un’unità nella regione di Krasnoyarsk, in Siberia, a circa 3.000 chilometri a est di Mosca. Ma a febbraio 2023 sono arrivati i test fallimentari che hanno portato al nulla di fatto. Dopo mesi di silenzio, però, Putin è tornato a parlarne, pronto e sicuro più che mai.