Crypto, onda lunga di FXT: fallimenti, licenziamenti e indagini

La crisi di fiducia in tutto l'ecosistema crypto sta portando difficoltà a catena

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Redazione

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Nonostante si parlasse di crypto winter da molti mesi, con il prezzo dei principali crypto-asset che si era dimezzato nella prima metà del 2022, il fallimento dell’exchange di criptovalute FTX nello scorso novembre ha innescato una perdita di fiducia nell’intero settore, con effetti a cascata su asset, società e autorità di regolamentazione. Il crollo di fiducia che sta interessando l’ecosistema crypto sta portando molti partecipanti del settore a passare a una posizione di “risk off” sulle piattaforme di trading di asset digitali, con un fuggi-fuggi dei clienti dalle piattaforme, che si trovano quindi a fronteggiare significativi problemi di liquidità.

Giovedì Silvergate Capital, specializzata in servizi finanziari per imprese innovative nel fintech e nelle criptovalute, ha comunicato che i depositi totali di asset digitali da clienti sono scesi a 3,8 miliardi di dollari al 31 dicembre 2022, rispetto agli 11,9 miliardi di dollari al 30 settembre 2022. La società si è trovata a dover vendere titoli di debito per incamerare cash e deciso di ridurre significativamente la propria forza lavoro, tagliando il 40% dei dipendenti.

Le difficoltà di numerose aziende hanno anche portato le autorità ad alzare la guardia nei confronti di possibili situazioni problematiche. Sempre questa settimana, la Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense si è opposta alla proposta di acquisizione da 1 miliardo di dollari del prestatore di criptovalute in bancarotta Voyager Digital da parte dell’affiliata statunitense del principale exchange di criptovalute Binance. La SEC ha presentato una “obiezione limitata” all’accordo, affermando che Binance.US non aveva incluso le informazioni necessarie.

Inoltre, chi già aveva preso provvedimenti per far fronte al crypto winter si trova comunque in grande difficoltà. Sempre giovedì, la società di criptovaluta Genesis ha tagliato il 30% della sua forza lavoro nel secondo round di licenziamenti in meno di sei mesi. Il braccio della società che si occupa di prestiti, Genesis Global Capital, ha congelato i prelievi dei clienti a novembre, citando “una dislocazione del mercato senza precedenti” in seguito al crollo di FTX.

Nella stessa giornata, il procuratore generale di New York ha citato in giudizio il fondatore di Celsius Network, Alex Mashinsky, sostenendo di aver defraudato gli investitori di miliardi di dollari in valuta digitale nascondendo la cattiva salute della sua piattaforma ora in bancarotta. Celsius ha presentato istanza di protezione dai creditori ai sensi del Chapter 11 lo scorso luglio, registrando un deficit di oltre 1 miliardo di dollari in bilancio.

Tutti questi eventi stanno portando anche le autorità sull’altra sponda dell’Atlantico ad alzare la guardia. Fabio Panetta, Membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea (BCE), è tornato a ripetere che tutti i segmenti del settore devono essere regolamentati, paragonando i crypto-asset al gioco d’azzardo. “La regolamentazione dovrebbe riconoscere la natura speculativa delle criptovalute unbacked e trattarle come attività di gioco d’azzardo – ha scritto in un post sul sito della BCE – I consumatori vulnerabili dovrebbero essere protetti attraverso principi simili a quelli raccomandati dalla Commissione europea per il gioco d’azzardo online. Dovrebbero essere tassati in base ai costi che impongono alla società”.