Crescono i conti correnti delle famiglie, +20 miliardi nel 2024: in aumento i mutui

Cresce la liquidità bancaria e anche il mercato dei mutui mostra segnali di ripresa (+5,3 miliardi di euro negli ultimi sette mesi dell’anno), spinti dal taglio dei tassi Bce

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 1 Marzo 2025 14:54

La liquidità sui conti correnti degli italiani torna a crescere, con un incremento di quasi 20 miliardi di euro in un anno. Dopo due anni di calo consecutivi, nel 2024 il saldo complessivo di famiglie e imprese ha registrato un aumento, raggiungendo i 1.363,6 miliardi di euro, con una crescita di 19,8 miliardi rispetto ai 1.343,8 miliardi del 2023 (+1,5%).

Il calo dal 2021 al 2023

Questo dato segna un’inversione di tendenza rispetto al biennio precedente, quando l’erosione dei risparmi liquidi era stata influenzata dall’impennata dell’inflazione e dall’aumento del costo della vita.

Tra il 2021 e il 2023, famiglie e imprese hanno progressivamente intaccato le proprie riserve per far fronte al rincaro dei prezzi, riducendo la liquidità disponibile sui depositi bancari di 136,3 miliardi di euro (-9,2%) rispetto al picco di 1.480,1 miliardi registrato nel 2021. Nonostante la ripresa dell’ultimo anno, i livelli attuali restano inferiori a quelli del 2021, con un divario ancora significativo di 116,5 miliardi (-7,9%). Questo trend evidenzia una fase di ricostituzione del risparmio, favorita da una minore pressione inflazionistica ma influenzata da tassi di interesse ancora elevati, fattori che incidono sulle scelte finanziarie di famiglie e imprese.

Sileoni: “Segnale positivo, ma le banche devono remunerare di più i depositi”

“L’aumento della liquidità sui conti correnti è un segnale positivo, che conferma come le famiglie stiano gradualmente ricostituendo i propri risparmi dopo due anni difficili segnati dall’inflazione e dall’aumento del costo della vita”, commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. Stando a dati, c’è una maggiore stabilità finanziaria ed emerge una ritrovata capacità di accumulo, elementi fondamentali per sostenere i consumi e la crescita economica.

Ma resta il nodo dei tassi sui depositi, ancora troppo bassi e con la liquidità che resta così parcheggiata senza una reale valorizzazione economica. “Ai clienti va riconosciuta una remunerazione più equa, allineata all’andamento dei tassi di interesse, per evitare una penalizzazione eccessiva dei risparmiatori. Senza un atteggiamento diverso, le banche mettono a rischio quel rapporto di fiducia che è alla base del settore”, conclude Sileoni.

Salgono i mutui ma calano i finanziamenti

Il taglio dei tassi d’interesse deciso dalla Bce rilancia il mercato dei mutui: negli ultimi sette mesi del 2024, i prestiti per l’acquisto di abitazioni sono aumentati di 5,3 miliardi di euro (+1,3%), passando da 420,8 miliardi a maggio a 426,1 miliardi a dicembre. La seconda metà dell’anno segna dunque un’inversione di tendenza nel credito bancario per la casa, dopo che nei primi cinque mesi del 2024 lo stock di finanziamenti era diminuito di quasi 4 miliardi (-0,9%).

Questa ripresa coincide con il cambio di passo della politica monetaria, con la Bce che ha progressivamente abbassato il costo del denaro, fissandolo a 2,75% a gennaio. Le famiglie beneficiano di maggiore accesso al credito, non solo per l’acquisto di immobili, ma anche per il credito al consumo, che è cresciuto di oltre 3 miliardi (+2,6%), da 123 a 126,1 miliardi. In calo, invece, i prestiti personali, scesi del 4,1% (da 120,5 a 115,6 miliardi).

Per le imprese, il quadro è meno positivo: se il credito a breve termine è aumentato di 4,45 miliardi (+3,2%) e quello a medio termine di 2,1 miliardi (+1,4%), i finanziamenti a lungo termine hanno subito un taglio netto di 20,4 miliardi (-6,5%), passando da 313,9 miliardi a 293,4 miliardi. Complessivamente, lo stock dei prestiti alle aziende si è ridotto di 13,6 miliardi (-2,2%), attestandosi a 598,9 miliardi.