I piccoli negozi italiani sono in crisi di vendite. In un contesto di leggero calo del commercio al dettaglio nel 2024, le piccole realtà italiane sembrano quelle più in sofferenza e meno in grado di reagire. Soltanto il commercio fuori dai negozi fa peggio e la concorrenza non lascia molto spazio.
Il problema non sembra però essere dovuto a quello che negli ultimi anni è stato identificato come il nemico numero uno del commercio al dettaglio, l’online. Questa voce infatti è rimasta stabile, mentre si è innescata nuovamente una dinamica più tradizionale, quella della prevalenza della grande distribuzione.
I piccoli negozi stanno scomparendo
L’Istat ha pubblicato i dati sul commercio al dettaglio in Italia per giugno 2024, con le prime stime sulle variazioni congiunturali e tendenziali. A livello mensile calano sia valore che volume, dello 0,2%, con dati praticamente identici sia per i beni alimentari che per quelli non alimentari.
In termini annuali invece viene presentata una sostanziale stagnazione delle vendite sia in volume che in valore, che secondo l’istituto si protrae da più di un anno.
I dati però variano molto se vengono scorporati in base alle forme distributive, quindi alle diverse tipologie di negozi e punti vendita. A soffrire sono principalmente i piccoli commercianti, che nella prima metà dell’anno perdono lo 0,4% del valore venduto. Una cifra che si aggrava ancora di più se si guarda al confronto annuale per il solo mese di giugno: -2%.
Situazione peggiore soltanto per quanto riguarda le vendite fuori dai negozi. Ambulanti e altri tipi di commercianti perdono l’1,4% nel confronto tra i primi semestri di 2023 e 2024, mentre sul singolo mese arrivano a calare del 4,2%. A causare questa crisi però non è il commercio online, spesso indicato come il principale nemico delle piccole attività commerciali.
A fare concorrenza è la grande distribuzione
Se si vanno a vedere i dati dell’e-commerce in Italia, ci si accorge che il paragone tra il primo semestre del 2024 e quello del 2023 restituisce un risultato fondamentalmente identico. Un leggerissimo aumento, dello 0,1%, portato alla parità da un calo netto sul singolo mese, -3,9%. Sembra invece essersi consolidata una tendenza di più lungo periodo che coinvolge la grande distribuzione.
Questo è infatti l’unico segmento della vendita a dettaglio che cresce in entrambi i dati presentati dall’Istat. Sul semestre, le vendite sono cresciute dell’1,4% in valore, trascinate dai generi alimentari con un +1,9%. Sul singolo mese la crescita si attesta allo 0,5%, comunque molto più positiva dell’andamento della media italiana e della concorrenza sia online che dei piccoli commercianti.
Contribuiscono a questa crescita come detto soprattutto gli esercizi commerciali della grande distribuzione a prevalenza alimentare non specializzati. Salgono infatti di una media dello 0,5%, con ipermercati e supermercati che rasentano la parità ma che vengono trascinati dalla crescita del 2,2% dei discount alimentari. Un segnale associato all’inflazione, con i consumatori che si affidano sempre più spesso ai negozi che offrono i prezzi più bassi anche per i beni di prima necessità. Molto positivi anche gli esercizi specializzati, che aumentano dell’1% sul mese e dello 0,9% sul semestre.