Le città dove i prezzi sono letteralmente esplosi

Più colpito il Nord. Considerando l’Indice nazionale dei prezzi al consumo, l’inflazione torna ai livelli del mese di aprile del 2022

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Quali regioni sono maggiormente colpite dall’aumento dei prezzi a causa dell’inflazione? Quali sono le città italiane in cui la vita risulta più costosa? L’Unione Nazionale Consumatori ha compilato una lista dei comuni con i più significativi incrementi dei prezzi, basandosi sui dati di giugno dell’Istat riguardanti l’indice dei prezzi al consumo, il quale è aumentato del 6,4%.

In cima alla classifica delle città italiane, Genova presenta l’inflazione più alta, con un tasso dell’8,2%. Questo si traduce in un incremento di spesa di 1.800 euro all’anno per una famiglia media, composta da 3-4 persone. A Varese, con un aumento di spesa pari a 1.714 euro all’anno, l’inflazione è del 6,5%, mentre subito dietro con un +6,3% si colloca Milano (1.710 euro in più l’anno per famiglia media).

La classifica

Proseguendo con i rilevanti aumenti dei costi, a Grosseto è riservato il quarto gradino in virtù di un incremento di 1.691 euro (+7,5%). Subito dopo, giungiamo a Lodi (1.650 euro, +6,5%), dove l’incremento dei costi è apprezzabile. A seguire, troviamo Perugia (1.585 euro, +6,9%), con un aumento di spesa che riflette il trend ascendente dell’inflazione. Anche Siena (1.578 euro, +7%) è da menzionare tra le città con un notevole impatto sui costi della vita.

Le prime dieci posizioni di questa classifica dei maggiori aumenti di spesa sono completate da Alessandria (1.533 euro, +6,9%), dove si manifesta un aumento considerevole con una dinamica simile a Perugia, e da Lucca (1.533 euro), dove il tasso di inflazione medio si posiziona al +6,8%, riflettendo un trend simile ma leggermente più contenuto rispetto ad altre città.

Nel complesso, ecco la classifica delle prime 10 città:

  • Genova: 1853 euro
  • Varese: 1714 euro 
  • Milano: 1710 euro
  • Grosseto: 1691 euro
  • Lodi: 1650 euro
  • Perugia: 1585 euro
  • Siena: 1578 euro
  • Alessandria: 1533 euro
  • Lucca: 1533 euro

Le città meno care

Guardando all’altro lato della medaglia, tra le città meno influenzate dall’inflazione, emergono realtà come Potenza (+3,5%), dove l’incremento di spesa annuale per una famiglia media si attesta a 691 euro. Proseguendo, troviamo Catanzaro, dove è stato registrato un aumento del +4,3% (equivalente a un aumento di 803 euro), e seguendo a ruota c’è Reggio Calabria con un incremento dell’1% (corrispondente a un aumento di 878 euro).

Nella parte superiore della classifica delle regioni italiane dalle spese “più pesanti,” spicca la Liguria con un’inflazione annua del 7,9%, il valore più alto in Italia. In questa regione, ogni famiglia sperimenta un aumento medio di spesa di circa 1630 euro su base annua. Al secondo posto si posiziona l’Umbria, dove la crescita dei prezzi del 6,7% si traduce in un aumento dei costi della vita pari a 1513 euro all’anno. Alla terza posizione si trova la Lombardia, con un tasso di inflazione del 7,2% e un incremento annuale di spesa di 1507 euro.

La situazione nel 2023

Rispetto ai primi mesi del 2023, l’inflazione sta mostrando un rallentamento. Questo non implica necessariamente una diminuzione dei prezzi, ma piuttosto un aumento meno rapido. L’indice di inflazione misurato dall’Istat per il mese di luglio del 2023 è di circa il 5,9% (rispetto al 6,4% di giugno), mentre l’inflazione di fondo (escludendo beni alimentari e energetici) è al 5,2%. Per trovare valori simili, è necessario risalire al mese di aprile del 2022.

I dati relativi al mese di agosto, che verranno calcolati in modo provvisorio dall’Istat nei primi giorni di settembre, potrebbero essere influenzati da fluttuazioni atipiche. Questo perché i dati possono essere influenzati dai prezzi durante il periodo delle vacanze, con aumenti nei prezzi dei voli, dei carburanti e possibili aumenti di prezzi nelle strutture ricettive e attrazioni turistiche in generale.