La Cina risponde ai dazi europei sulle auto elettriche e prende di mira la carne di suino

La Cina risponde ai dazi maggiorati sulle auto elettriche avviando un'indagine anti-dumping sulla carne di suino europea: nel mirino l'industria delle auto di grossa cilindrata

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Ecco dunque che la Cina, dopo che l’Europa ha imposto più dazi sull’import delle auto elettriche cinesi, ha deciso di reagire avviando un’indagine anti-dumping sull’importazione dall’Unione europea di prodotti a base di carne di suino. Formalmente, per il ministero del Commercio di Pechino, l’iniziativa nasce per rispondere a una richiesta “presentata dalla China Animal Husbandry Association per conto dell’industria suina nazionale”. Che la guerra dei dazi abbia inizio.

I nuovi dazi della Cina sulla carne di suino

La scelta della Cina non è apparsa affatto casuale visto che, meno di una settimana fa, la Commissione europea aveva deciso di imporre dei dazi provvisori sull’import delle auto elettriche cinesi (fino al 38 per cento) in quanto la loro produzione gode, per l’Ue, di forti sovvenzioni statali.

Si è arrivati così alla controffensiva economica del Dragone rosso. Stando a quanto pubblicato nei giorni scorsi dall’organo ufficiale in lingua inglese del governo di Pechino, il Global Times, le principali industrie cinesi stavano raccogliendo delle prove per chiedere al governo nazionale di avviare un’indagine anti-dumping su specifici prodotti caseari e carni suine provenienti dall’Ue. Ora l’indagine è stata avviata, con il ministero del Commercio cinese che ha reso noto che Bruxelles ha tempo fino al 6 luglio (20 giorni) per presentare le proprie opinioni.

L’indagine della Cina sulla carne di suino

Così come è stato riferito da un portavoce del ministero del Commercio di Pechino, l’indagine condotta in Cina interessa sia la carne di suino fresca che quella surgelata, ivi compresi il grasso di maiale senza parte magra, le frattaglie, gli intestini, le vesciche e gli stomaci di maiale.

L’inchiesta, che dovrebbe trovare conclusione entro un anno con possibile proroga di ulteriori sei mesi, ha come oggetto d’indagine il periodo d’importazione dei prodotti compreso tra il 1° gennaio al 31 dicembre dello scorso anno (2023), mentre si estende a quattro anni in riferimento ai danni industriali arrecati alle industrie nazionali cinesi (dal primo gennaio del 2020 al 31 dicembre del 2023).

Le industrie cinesi, così come sostenuto dal portavoce del ministero del Commercio, “hanno il diritto di chiedere l’apertura di indagini su sovvenzioni e misure anti-dumping, che le autorità competenti esamineranno in conformità alla legge”.

La guerra dei dazi tra Cina e Unione europea

L’avvio dell’indagine anti-dumping a Pechino apre gli spiragli di una nuova guerra dei dazi, con quella della carne di suino che potrebbe essere solo la prima mossa di una strategia ben più ampia e pericolosa per i soggetti coinvolti. Indicativo, in tal senso, è quanto dichiarato sempre al Global Times da Liu Bin, capo della China Automotive Technology & Research Center, il quale ha chiesto espressamente al governo del Dragone di colpire duramente le importazioni delle auto europee di grossa cilindrata dopo che la stessa Ue ha di fatto rallentato il settore delle automobili elettriche cinese.

Si tratterebbe di uno scenario decisamente più grave rispetto a quello che ora interessa la sola carne di suino, con un impatto maggiore forte sui rapporti commerciali tra Unione europea e Cina. Oggi la tassa sulle importazioni è pari al 15 per cento, con Pechino che potrebbe scegliere di condurre la percentuale al 25 per cento colpendo, in questo modo, molte aziende europee che hanno nella Cina un loro mercato cruciale, come le tedesche Mercedes o Bmw. Non è un caso, infatti, che la Germania si sia opposta alle nuove misure europee sulle importazioni cinesi, temendo evidentemente delle ripercussioni.