Gas: prezzo ridotto ma bollette invariate. Ecco perché

L'ARERA ha annunciato le tariffe applicate ai consumi del mese di maggio: l'impatto degli oneri di sistema azzera il vantaggio del calo del prezzo della materia prima

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Si riduce il prezzo all’ingrosso del gas sui mercati internazionali delle materie prime energetiche, ma la bolletta resta sostanzialmente invariata per le famiglie italiane in maggior tutela (-0,2% la variazione tariffaria a maggio), dal momento che il calo del prezzo della materia prima è stato pressoché controbilanciato dal venir meno delle componenti di “sconto” applicate dal governo lo scorso inverno con il Decreto bollette (dl 34/2023). E’ quanto ha reso noto l’ARERA, autorità di regolamentazione del mercato dell’energia e del gas, annunciando le tariffe applicate nel mese di maggio.

Per approfondire il tema tariffe vedi qui quali sono le previsioni ARERA per i prossimi mesi. C’è poi la questione della fine del mercato tutelato: cosa accadrà?

Le componenti di costo

Per il mese di maggio, che ha registrato una quotazione media all’ingrosso inferiore rispetto a quella del mese di aprile, il prezzo della sola materia prima gas (CMEMm), per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è pari a 34,06 euro/MWh.

C’è stato però un graduale azzeramento della componente di sconto UG2 (Decreto bollette, DL 34/2023), utilizzata nell’ultimo anno a beneficio dei consumatori per compensare gli aumenti nei momenti dei prezzi gas più elevati.

Il Decreto bollette n. 34 del 2023, per il II trimestre 2023 ha confermato la riduzione dell’Iva al 5% per il gas e l’azzeramento dei restanti oneri generali di sistema. In considerazione della costante riduzione dei prezzi del gas all’ingrosso, le aliquote negative della componente tariffaria UG2, applicata agli scaglioni di consumo fino a 5.000 metri cubi all’anno, invece sono state gradualmente ridotte e con questo aggiornamento azzerate.

Quale tariffa per la famiglia tipo?

L’aggiornamento complessivo della tariffa per la famiglia tipo, che ha consumi medi di gas di 1.400 metri cubi annui, è stato determinato quindi da un calo della spesa per la materia gas naturale pari a -13,2%, controbilanciato dall’aumento degli oneri generali per la parte legata all’UG2 pari a +13%. Invariata la tariffa legata alla spesa per il trasporto e la misura. La bolletta fa segnare così un -0,2% finale per la famiglia tipo.

La spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (giugno 2022-maggio 2023) risulta quindi pari a 1.514 euro, al lordo delle imposte, registrando un -6,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (giugno 2021- maggio 2022).

La reazione dei consumatori

“Una pessima notizia, specie se si considera che se il Governo non avesse reintrodotto il rimanente 35% della componente UG2 degli oneri di sistema il calo della bolletta sarebbe stato del 13,2% e non dello 0,2%”, afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, segnalando che la tariffa incorpora “un’imposta nascosta pari a 166 euro su base annua che sommata a quella scattata in aprile, pari a 309 euro, porta la tassa complessiva a 475 euro”.

“A pesare sul mancato calo il ritorno della tassazione sul gas, che di fatto vanifica gli effetti della discesa dei prezzi sui mercati”, ricapitola Carlo Rienzi del Codacons, commentando “dopo due anni di caro-energia, il Governo avrebbe fatto meglio a prolungare per tutto il 2023 gli sconti in bolletta, per alleggerire la spesa energetica a fronte di una inflazione ancora altissima nel nostro paese che, assieme alla spesa per luce e gas, incide sui redditi delle famiglie e impoverisce i consumatori”.

“Questo andamento altalenante conferma le nostre preoccupazioni circa il prematuro smantellamento delle tutele a vantaggio dei consumatori disposte in occasione della crisi energetica”, afferma Federconsumatori, che torna a “chiedere con forza il ripristino della sterilizzazione degli oneri di sistema anche per l’elettricità e una ulteriore proroga del mercato tutelato, almeno per tutto il 2024″.